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Notiziario Marketpress di
Lunedì 17 Settembre 2007 |
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AL VIA LE CELEBRAZIONI PER IL DECENNALE DELLA SCOMPARSA DEL GRANDE REGISTA L’ARLECCHINO IL 25 SETTEMBRE ALLA SCALA OMAGGIO DI MILANO A GIORGIO STREHLER SERATA SPECIALE A INGRESSO GRATUITO: I BIGLIETTI IN DISTRIBUZIONE DA LUNEDÌ 17 SETTEMBRE FERRUCCIO SOLERI DA 45 ANNI MITICO INTERPRETE IN ITALIA E NEL MONDO
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Milano, 17 settembre 2007 - Lissner: “Lo spettacolo-simbolo del Piccolo è parte della mia vita” Escobar: “Teatro e musica inscindibili nel lavoro di Strehler” Si aprono con un evento eccezionale le celebrazioni per il decennale della scomparsa di Giorgio Strehler. Martedì 25 settembre, infatti, andrà in scena al Teatro alla Scala, in una serata speciale aperta a tutta la città e intitolata “Milano per Strehler”, l’Arlecchino servitore di due padroni con Ferruccio Soleri, da 45 anni straordinario interprete del capolavoro goldoniano messo in scena da Giorgio Strehler. Lo spettacolo, prodotto dal Piccolo Teatro, è a ingresso gratuito. I biglietti per l’assegnazione del posto numerato possono essere ritirati da lunedì 17 settembre (non più di due per persona) presso la biglietteria del Teatro alla Scala (via Filodrammatici 3), dalle ore 10. 00 alle ore 16. 00 (orario continuato) e presso la biglietteria del Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi), da lunedì a sabato, dalle ore 10. 00 alle ore 18. 45 e domenica dalle ore 13. 00 alle ore 18. 30 (orario continuato). La rappresentazione di uno spettacolo di prosa alla Scala costituisce un evento storico e per questo è prevedibile una grande affluenza di pubblico. Con la recita scaligera lo spettacolo goldoniano raggiunge il record di 2. 558 repliche in Italia e nel mondo. Dopo l’Arlecchino alla Scala l’omaggio a Strehler continuerà con una nuova versione della Storia della bambola abbandonata con Andrea Jonasson, che coinvolgerà anche alcuni bambini della scuola primaria di Milano, Roma e Prato (in scena al Piccolo Teatro Studio, dal 14 ottobre al 4 novembre 2007). La collaborazione tra Piccolo Teatro e Scala nel nome di Strehler continuerà a dicembre con il riallestimento del Così fan tutte (in scena al Piccolo Teatro Strehler dal 13 al 22 dicembre) che vedrà anche la partecipazione di giovani interpreti e musicisti dell’Accademia della Scala. Ma in questi giorni i riflettori sono puntati sull’Arlecchino e sulla serata-evento che vede la collaborazione tra due grandi istituzioni culturali milanesi. “All’inizio della mia storia personale con Giorgio Strehler, trent’anni fa esatti, c’è Arlecchino”, ricorda Stéphane Lissner, Sovrintendente del Teatro alla Scala. “Nel 1977, quando ero direttore del Théâtre National di Nizza, volevo quello spettacolo già famoso nel mondo, a tutti i costi, ma era terribilmente difficile organizzarne la trasferta. Venni a Milano e incontrai Nina Vinchi: fu lei a prodigarsi e a trovare una soluzione per l’anno seguente”. “Nel 1985”, aggiunge Lissner, “tornato a Parigi, portai allo Châtelet l’Opera da tre soldi di Brecht, con Milva, e nel 1989, sempre allo Châtelet, Strehler creò la sua regia per Fidelio di Beethoven, con Lorin Maazel sul podio, che poi giunse alla Scala. E in quegli anni Ottanta, per la sua venuta al Théâtre de l’Europe, tenni di persona i contatti fra Strehler e l’allora ministro francese della Cultura, Léotard”. “Quando Sergio Escobar”, conclude Lissner, “mi ha proposto di ospitare Arlecchino servitore di due padroni alla Scala, per celebrare i 60 anni del Piccolo e i 10 dalla morte del Maestro, non ho avuto un attimo di esitazione. Per me, Strehler e lo spettacolo simbolo del “suo” Piccolo, sono parte della mia vita, della mia idea di teatro, dei miei affetti. Un felice segno del destino nella mia carriera”. La serata del 25 settembre rappresenta un evento unico di grande significato simbolico. “Rarissimi sono stati in epoca moderna, gli spettacoli di prosa rappresentati alla Scala”, spiega Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro, “e comunque si è trattato sempre di produzioni in cui forte risultava l’intreccio con la musica. Basti pensare alla doppia esecuzione, teatrale e musicale, nel 1969, dell’Edipo re di Sofocle-gabrielli e dell’Oedipus Rex di Cocteau-stravinskij, con la direzione musicale di Claudio Abbado e la regia di Giorgio De Lullo”. “Anche nel caso di Arlecchino, spettacolo che Strehler allestì per la prima volta nell’estate 1947, esiste un forte legame tra prosa e teatro musicale, ma si gioca non tanto sul testo, quanto sul lavoro artistico di Giorgio Strehler. Per il fondatore del Piccolo”, prosegue Escobar, “il palcoscenico della Scala è stato una seconda casa: al Piccolo come alla Scala, Strehler ha messo alla prova il proprio talento di riformatore della scena italiana del Novecento. In questo senso, un rapporto privilegiato lo ha unito a due autori: Carlo Goldoni per la prosa e Wolfgang Amadeus Mozart nell’opera lirica. Ma “prosa” e “lirica” sembrano termini angusti: la sua è stata una ricerca continua del teatro totale, del teatro universale. Perciò non è un caso che quest’anno la collaborazione con la Scala ci veda impegnati proprio per Arlecchino di Goldoni e Così fan tutte di Mozart, oltre alla riproposta con Andrea Jonasson de La storia della bambola abbandonata. Così fan tutte è l’ultima opera messa in scena da Strehler, è la sintesi della sua visione del teatro e la summa del suo percorso musicale”. “In Goldoni e Mozart, Strehler leggeva la stessa intuizione”, conclude Escobar: “la vita è una tragedia inevitabile da affrontare con l’amara saggezza dell’ironia e con la forza della leggerezza del teatro. Così, quel Don Giovanni “nero”, che creò per il 7 dicembre 1987 – e che ebbi la fortuna di seguire nel lungo e tormentato periodo delle prove alla Scala - con la direzione di Riccardo Muti, le scene e i costumi della coppia Frigerio-squarciapino, quanto in comune ha con l’Arlecchino che Strehler chiamò “dell’Addio”, di soli pochi mesi successivo, spettacoli nati entrambi da una profonda, lucida ma sempre appassionata disperazione!”. La serata dell’Arlecchino alla Scala vede la collaborazione anche di un imprenditore illuminato. “Appassionato d’arte e di teatro, non potevo mancare ad un evento così importante”, sottolinea Vito Gulli, presidente di Generale Conserve. “Come tutti coloro che condividono questa passione, sono sensibile alla qualità della vita e sono convinto che l’arte e la cultura l’alimentino e l’arricchiscano, in tutte le sue espressioni. Qualità della vita, che esige una qualità alimentare di alto livello, accompagnata da una sensibilità ormai imprescindibile, agli aspetti etici ed ecologici. Per questo”, conclude Vito Gulli, “l’Azienda che rappresento ha colto l’opportunità di unirsi al pubblico di questo grande evento, per sostenere l’arte e la cultura col suo marchio Ás do Mar. Un pubblico di amici e di appassionati che oggi, insieme, condivide la qualità della vita in questo splendido contesto”. Www. Piccoloteatro. Org . |
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