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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 03 Ottobre 2007 |
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WALLSTRöM: IL NUOVO TRATTATO UE PER RISPONDERE ALLO SCETTICISMO VISITA A ROMA DELLA VICEPRESIDENTE WALLSTRöM
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Bruxelles, 3 ottobre 2007 - Aveva annunciato il suo arrivo a Roma nel suo rodato blog. Ma la prima email di risposta da parte dei lettori italiani è suonata più come un monito che come un saluto di benvenuto: "Cara signora Wallström lei arriva in un momento piuttosto “basso” per la politica italiana. Molti cittadini sono esasperati dalle bassezze di quella che ormai viene chiamata "la casta". Quindi, anche se l´attuale governo volesse dare una spinta all´integrazione europea, non credo ne avrebbe la forza politica. Insomma, l’Europa è l’ultimo dei pensieri dell’opinione pubblica italiana". Bentornata in Italia, vicepresidente della Commissione europea Margot Wallström. L´ultima volta la commissaria svedese aveva soggiornato nella capitale il 25 marzo per l´anniversario dei 50 anni dei Trattati di Roma in un clima festoso e celebrativo, lontano dai dibattiti sull´antipolitica che si sarebbero manifestati nei mesi a venire. Di fronte a un gruppo di giornalisti italiani, che la circondano in una saletta dell´Hotel Ambasciatori, la commissaria - responsabile della strategia di comunicazione - afferma di essere al corrente della situazione della politica italiana. "Ne ho discusso con il premier Romano Prodi", dice la Wallström. Ma il galateo istituzionale impone rigore nelle dichiarazioni pubbliche. "Vedete nei paesi del Nord Europa i cittadini controllano cosa fanno i propri politici. Vige la trasparenza nell´amministrazione della cosa pubblica. Il cittadino sa come viene speso ogni mezzo euro", afferma la commissaria europea, passando in rassegna le tante email che, nelle ultime 24 ore, hanno popolato il suo blog. Lei, pioniera del dialogo con i cittadini via internet, la prima dei commissari europei a dotarsi di un blog, confessa di essere abituata a ricevere anche lettere molto critiche verso il lavoro delle istituzioni comunitarie. Come quella pervenuta da un altro lettore italiano: "Se l´Europa è l´ultimo dei pensieri ci saranno anche dei buoni motivi. Si sente parlare dell´Ue tutte le volte che si decide qualcosa contro i cittadini europei. Non volete gli alimenti transgenici? Noi cerchiamo di darveli lo stesso. Non volete gli spaghetti fatti secondo le norme svedesi? Noi ve li diamo lo stesso… Volete un sistema sanitario? Noi diciamo che bisogna privatizzare i sistemi sanitari". La Wallström attribuisce questo disamore a diversi fattori: "in primo luogo – spiega – manca un dibattito pubblico sull’Europa, che è assente negli affari quotidiani della politica nazionale. Anche i media sono carenti nel fornire informazioni sulle attività delle istituzioni comunitarie. Penso che la stampa, soprattutto televisione e internet, debbano coprire di più le notizie sull’Europa”. A febbraio del 2008 – annuncia la commissaria – la Commissione europea lancerà una strategia audiovisiva con corsi di formazione per i giornalisti che si occupano di tematiche comunitarie. “L’europa è lontanissima perché è un soggetto politico imposto al popolo, senza un timone ed una politica linguistica equa e giusta” tuona un altro lettore italiano. Finalmente – dopo tante email sull’euroscetticismo degli italiani – la Wallström butta l’occhio su una lettera controcorrente. “Signora Wallstrom, come italiano, sono impressionato dalla sfiducia dei miei connazionali. Penso che l’Europa di oggi sia, per gli italiani, troppo poco. E’ un coordinamento di governi nazionali, in cui le burocrazie non elette godono di grande potere, e il parlamento eletto conta ben poco. Non esiste una politica estera comune, un vero governo continentale unitario. Perché gli italiani possano tornare ad essere entusiasti – conclude il lettore – è necessario che l’Europa diventi qualcosa di molto più significativo del trattato costituzionale bocciato dai francesi e olandesi”. Ci riuscirà con il nuovo trattato in gestazione ostaggio delle minacce polacche e dei diktat britannici? La Wallström azzarda scenari ottimistici. “Nell’ultimo incontro della Cig a Vienna si respirava una buona atmosfera. C’è la volontà politica di chiudere i lavori a metà ottobre per firmare il trattato sotto la presidenza portoghese. Penso che i polacchi non saranno più un problema, mentre gli inglesi non mollano su alcune politiche come la giustizia e gli affari interni”. . . |
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