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Notiziario Marketpress di
Martedì 23 Ottobre 2007 |
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8° CONGRESSO MONDIALE DEL BUFALO: FEDERICO ROMEIRO (ARGENTINA) NUOVO PRESIDENTE IBF UNA RICERCA ITALIANA SPIEGA IL PERCHÉ DELLA VARIABILITÀ DEL SAPORE TRA MOZZARELLE DI BUFALA.
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Caserta - Dopo la “Giornata dell’Allevatore” che ha riscosso un notevolissimo successo di pubblico, l’8° Congresso Mondiale del Bufalo si avvia a conclusione. Oggi è stato eletto il nuovo presidente dell’International Buffalo Federation: il professor Federico Romeiro, presidente dell’Associazione nazionale allevatori bufalini argentini, succede al professor Luigi Zicarelli, preside della facoltà di Veterinaria dell’Università Federico Ii di Napoli e membro dell’Associazione nazionale italiana allevatori specie bufalina, che era stato eletto tre anni or sono al settimo Congresso Mondiale, tenutosi nella capitale delle Filippine: Manila. Pertanto, il nono Congresso Mondiale del Bufalo, si terrà nel 2010 in Argentina. Ha preso il via oggi al Foro Boario di Eboli (Salerno), la Iii Mostra Nazionale della Bufala, che si concluderà domani, con la premiazione, per 12 diverse categorie, della “Bufala Ideale”. Saranno presenti tutte le migliori campionesse di Bufala Mediterranea Italiana, di varie età, capacità produttive, rese in caseificazione del latte e morfologia. La platea della Iii Intanto, continuano a scorrere i numerosi lavori di ricerca sulla specie bufalina. Notevolissimo il contributo della ricerca italiana, specie nel settore che studia il rapporto tra Nutrizione e qualità del latte. Un gruppo di lavoro coordinato da Simonetta Puppo dell’Istituto Sperimentale per la Zootecnia di Roma Tor Mancina ha messo in evidenza differenze significative nella flora lattica presente nel latte proveniente da mandrie allevate con diete alimentari diverse. La ricerca, titolata ”Comparazione tra due diete nella nutrizione delle bufale: caratteristiche microbiologiche di latte, cagliata e mozzarella” conclude che è possibile variare significativamente la flora batterica lattea, variando la razione alimentare. Addirittura alcuni foraggi, come il loietto, inducono la produzione di batteri lattici non presenti in latte proveniente da mandrie che non hanno assunto questo foraggio. Variazioni della flora lattea incidono poi sul sapore del latte e quindi del prodotto finito: la mozzarella. Secondo Francesca Paola Cuscunà, che ha partecipato al gruppo di ricerca: “Gli esiti del lavoro possono essere ulteriormente migliorati, ad esempio utilizzando sieroinnesto naturale proveniente da lavorazioni a latte crudo, riferite alla stessa mandria di provenienza del latte. ” In pratica, durante la ricerca, pur avendo usato lo stesso sieroinnesto per lavorazioni di latte di diversa provenienza, gli studiosi si sono ritrovati di fronte a due prodotti di diversa composizione dal punto di vista della flora batterica. “Tali conclusioni – sottolinea la Cuscunnà – offrono in termini di trasferimento tecnologico potenziale verso le aziende, nuovi elementi di valutazione ai fini della rintracciabilità del latte di bufala e di tutela del prodotto finito. ” . |
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