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Notiziario Marketpress di
Giovedì 08 Novembre 2007 |
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SPEDIZIONE SPAGNOLA SVAIS STUDIA L´OCEANO ARTICO
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Barcellona, 8 ottobre 2007 - L´università di Barcellona (Ub) ha recentemente inviato una spedizione sull´Oceano Artico per studiare il cambiamento naturale del clima e l´evoluzione del margine continentale artico. I ricercatori della spedizione Svais hanno trascorso l´estate boreale, dalla fine di luglio alla metà di agosto, a nord del Circolo polare artico, mappando più di 8 600 chilometri quadrati di fondo oceanico e raccogliendo campioni di sedimenti oceanici. «L´artico è l´area polare più vicina a noi ed è molto più sensibile al cambiamento climatico dell´Antartico, fatta eccezione per la penisola antartica», ha affermato il geologo Angelo Camerlenghi dell´Istituto nazionale italiano di oceanografia e di geofisica sperimentale. Il dottor Camerlenghi è stato il direttore scientifico della spedizione Svais. «I poli sono il motore della circolazione oceanica mondiale, riflettono le radiazioni solari e contribuiscono ad abbassare le temperature globali. Inoltre, le regioni polari forniscono informazioni uniche sulla storia del nostro pianeta e conservano dati climatici che risalgono a milioni di anni fa. L´artico è un sensore ambientale delicato che rileva gli effetti del cambiamento climatico». Una caratteristica particolarmente importante della spedizione è stata la volontà dei ricercatori di raccogliere informazioni approfondite sull´evoluzione dei margini continentali polari di questa regione dell´Artico e di studiare la topografia del fondo oceanico nello stretto di Fram, un´area in cui le acque fredde dell´Oceano Artico entrano in contatto con le acque più calde dell´Atlantico. «Vogliamo esaminare i sedimenti trasportati dalle grandi correnti ghiacciate che hanno attraversato l´Artico 20 000 anni fa durante l´ultimo massimo glaciale», ha dichiarato il professor Antoni Calafat dell´Ub, «per comprendere l´intensità e la durata dei processi climatici originati dai poli». Inoltre, la spedizione si è servita della batimetria multiraggio e della riflessione sismica per raccogliere informazioni sulla struttura del fondo oceanico. Soltanto il 10% del fondo oceanico mondiale è stato mappato nel dettaglio, quindi «sono ancora molte le regioni oceaniche del mondo che devono essere sottoposte a tale processo», ha affermato Miquel Canals, direttore del Gruppo di ricerca delle geoscienze marine presso l´Ub. Il progetto Svais è stato finanziato dal ministero spagnolo dell´Istruzione e della scienza. Oltre all´Università di Barcellona, sono stati coinvolti nello studio molti altri istituti, tra cui l´Istituto catalano per la ricerca e gli studi avanzati (Icrea), l´Istituto di Barcellona per la ricerca chimica e ambientale (Iiqab-csic), l´Università di Salamanca, l´Istituto nazionale italiano di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) di Trieste e le Università di Svalbard e Tromsø in Norvegia. Il gruppo di ricercatori che ha partecipato alla spedizione a bordo della nave per la ricerca della marina spagnola Bio Hespérides era costituito da 21 scienziati, quattro giornalisti, due insegnanti di scuola e cinque tecnici dell´Unità tecnologica marina del Consiglio nazionale spagnolo della ricerca (Csic). Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Ub. Edu/ . |
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