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Notiziario Marketpress di Mercoledì 07 Novembre 2007
 
   
  DOMUS DI NOVEMBRE DUE GRANDI PROGETTI DI ARCHITETTURA EUROPEI: A MADRID IL RECUPERO DELL’EX MATTATOIO DI (A.FRANCO E F.VAN TESLAAR) E AD ALMERE IN OLANDA IL TEATRO/SCUOLA (SEJIMA E NISHIZAWA, SAANA)

 
   
  Milano, 7 novembre 2007 - Domus di novembre esce con due copertine: metà tiratura avrà un’immagine d’insieme e l’altra metà un’immagine di dettaglio. Entrambe sono ricavate da uno stesso progetto, il "Dressing Design" (il design dell´abito) del gruppo d´avanguardia degli anni ’60 Archizoom, una delle esperienze cruciali della cosiddetta architettura radicale, a cui è dedicata una retrospettiva attualmente in corso a Losanna. Archizoom proponeva un modo diverso di usare il vestito, una ‘struttura aperta’ che potesse tener conto dei diversi atteggiamenti verso l´abito e l´oggetto. Domus propone una rivista con due copertine per un numero (il 908) da collezione, nato da una ‘scelta di libertà’ della redazione. 1/ Madrid e Almere, due grandi progetti di architettura - Nel 2006 dalla Municipalità di Madrid ha avviato un’operazione di recupero del complesso dell’antico Mattatoio (148. 000 mq), che diventerà un centro per la creazione contemporanea. Il progetto della navata 17c, la prima ad essere stata completata, è stato realizzato da Arturo Franco e Fabrice van Teslaar. Franco racconta su domus come è stato pensato questo primo intervento di recupero. I progettisti hanno lavorato sul tema della ristrutturazione come rispetto della rovina, potenziandone i valori senza quasi intervenire e limitandosi a volte alla sola messa in sicurezza della struttura. A ovest di Amsterdam Almere fu pianificata negli anni Sessanta e costruita a partire dal 1976 su terreni di bonifica. Il progetto di Saana (Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa) per il Teatro/scuola è l’ultimo tassello del Master Plan della città redatto da Oma di Reem Khoolaas nel 1994, che organizza il centro della città in due poli: un complesso per affari e un centro civico. 2/ Il giardino: da Seattle a Bari - I progettisti dell’Olympic Sculpture Park di Seattle, Marion Weiss e Michael Manfredi, non hanno avuto paura di contaminare l’idea del ‘parco’ con materiali e strutture dal deciso taglio contemporaneo. L’area era originariamente occupata da un’industria petrolifera. Prima della realizzazione del parco sono state rimosse 120. 000 tonnellate di terreno contaminato. Il restante del suolo è stato ricoperto con 153. 000 mq di materiale di riporto e usato per ricreare tre microambienti naturali tipici del nord ovest americano: un bosco sempreverde, una foresta decidua, un giardino sulla costa. Nella periferia sud di Bari il gruppo romano Ma0 ha progettato, all’interno del quartiere Poggiofranco, un giardino ricavato in un piccolo lotto: allungato tra un complesso residenziale di costruzione recente e una distesa di campi d’ulivo. Il progetto si articola in una sequenza di paesaggi in transizione graduale tra la città e la campagna. 3/ Progettazione partecipata - Lo studio aaa (atelier d’architecture autogérée) fondato a Parigi nel 2001, è un’organizzazione interdisciplinare senza scopo di lucro formata da artisti, architetti, urbanisti, designer del paesaggio, sociologi, studenti e abitanti della capitale francese. Tra il 2002 e il 2004 aaa ha realizzato il giardino Ecobox nel quartiere La Chapelle di Parigi. Parte del materiale di costruzione (pellet, bottiglie di plastica, ghiaia, legno) è stato raccolto e riciclato sul posto. Buona parte dei moduli (cucina, banco attrezzi, stazione radio, biblioteca, serbatoi d’acqua) è stato costruito dallo studio aaa insieme ad artisti, studenti e agli abitanti. Nel 2005 il collettivo romano 2A+p ha risposto ad un bando indetto da Indesitat/manresa, un’associazione culturale spagnola che cerca di salvaguardare l’identità dei piccoli comuni della Catalogna con dei progetti di interazione sociale. A Calaf i 2A+p hanno lavorato su un giardino di stampo romantico nel centro storico donato da un’anziana signora. L’unico desiderio della signora è che il posto sia destinato agli anziani della città. Si è messo così in moto un meccanismo di partecipazione e un progetto nato dal dialogo tra gli architetti, i committenti e gli anziani del luogo. 4/ Arte: Hinoki, l’albero di Charles Ray - Charlkes Ray racconta come dieci anni fa, guidando lungo la costa della California centrale, in un prato ai margini della strada ha scorto un albero caduto. Rimosso l’albero Ray ha prodotto dei calchi di ogni singolo pezzo, poi dai calchi ha ottenuto delle copie in fibra di vetro dalle quali il maestro carpentiere giapponese Yaboku Mukoyoshi ha creato un versione scultorea reale, in cipresso giapponese, ‘Quando ho capito che quel legno, come il tronco originale, aveva una vita propria – conclude Ray – sono finalmente riuscito ad allentare i legami con il mio progetto e a lasciarlo andare, nella speranza che portasse un soffio di vita nel mondo circostante. ’ .  
   
 

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