Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Novembre 2007
 
   
  UN RISTORANTE CON LA S MAIUSCOLA LA SFIDA È QUELLA DI RILANCIARE UNO DEI PEZZI DA NOVANTA DELLA GASTRONOMIA MILANESE, IL SAVINI. E A RACCOGLIERLA, INSIEME AL PADRE, È STATO IL 25ENNE BOCCONIANO SEBASTIAN GATTO

 
   
  A Milano quando si parla di alta ristorazione il nome che per primo viene alla mente è sempre lo stesso: Savini. A riportare questo ristorante-istituzione ai fasti di un tempo sarà un giovane bocconiano, Sebastian Gatto, 25 anni e una laurea in economia aziendale. Simbolo di lusso ed eleganza oltre che di alta cucina, al Savini hanno pranzato o cenato i grandi nomi dell’arte, della letteratura, della politica e della storia che dagli ultimi anni dell’Ottocento in avanti hanno vissuto o sono transitati a Milano: da Verdi a Mascagni, da Marinetti a D’annunzio, Toscanini e Boccioni. E l’elenco potrebbe continuare quasi all’infinito, grazie anche alla sua collocazione nel salotto buono di Milano, la Galleria, a due passi dal Duomo e dalla Scala e non lontano dal Castello Sforzesco. Però, a partire dagli anni ’90 del Xx secolo, il ristorante Savini ha iniziato un lento ma continuo declino, un invisibile velo di polvere si è come depositato sugli arredi lussuosi, i cristalli e le posate d’argento, fino alla chiusura. Un pezzo della storia di Milano che rischiava di scomparire per sempre, ma anche un’opportunità da cogliere per rilanciare un mito in crisi ma dalle enormi potenzialità. Sebastian, già titolare con il padre di tre avviate “caffetterie” nel centro storico di Milano, ha raccolto la sfida, consapevole che con l’operazione avrà l’onore e l’onere di essere sempre sotto i riflettori: “E’ un’operazione nata quasi per caso mentre stavamo vagliando l’opportunità di espandere la nostra attività a Roma”, spiega Sebastian con piglio da imprenditore navigato nonostante la giovane età, “ma non si poteva rifiutare. Io, per ragioni anagrafiche, non ho vissuto il mito di questo locale, ma da quando l’abbiamo acquistato ne ho studiato la storia, ho incontrato i nipoti del fondatore Virgilio Savini e ho scoperto, per esempio, che agli inizi era un caffè ristorante, quello che tornerà a essere, con una zona dedicata alla pasticceria e a chi vorrà pranzare in modo ‘veloce’ e un’altra al ristorante vero e proprio, sempre comunque all’insegna del lusso e della qualità oltreché della tradizione milanese”. Spazio quindi alle posate d’argento e ai bicchieri di cristallo pregiato, ma anche lo chef e i sommelier saranno scelti tra il meglio che la ristorazione italiana può offrire. “Abbiamo rispetto per la storia di questo locale e inoltre sappiamo che anche le autorità milanesi seguono con interesse l’operazione. Ma non c’è solo la storia passata, c’è anche il futuro che va costruito giorno per giorno, c’è l’importanza di un marchio che va valorizzato. Ho qualche progetto in mente che non voglio anticipare, ma tra i miei obiettivi c’è anche un’espansione all’estero”. Ma, prima, va consolidata la posizione in Italia. “Siamo una piccola-media azienda con una cinquantina di dipendenti”, spiega Sebastian, “nella quale io e mio padre ci completiamo, lui ha intuito ed esperienza, io porto in dote le nozioni manageriali apprese in università. Che da sole non bastano, ma aiutano molto. E pensare”, ride, “che mio padre ha voluto che mi laureassi alla Bocconi per poi farmi prendere un’altra strada, non voleva assolutamente che proseguissi in questa attività che secondo lui è molto sacrificante. Mi ha ostacolato ma alla fine ha dovuto cedere…”. Milano, adesso, aspetta il nuovo Savini. Se i risultati saranno all’altezza dell’entusiasmo di Sebastian Gatto, i milanesi ritroveranno uno dei simboli della città. .  
   
 

<<BACK