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Notiziario Marketpress di
Lunedì 12 Novembre 2007 |
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UE: PREVISIONI ECONOMICHE DI AUTUNNO PER IL 2007-2009 RIVISTE AL RIBASSO LE PROSPETTIVE DI CRESCITA
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Bruxelles, 12 ottobre 2007 - Secondo le previsioni economiche d’autunno della Commissione, la crescita dell’economia dell’Unione europea dovrebbe rallentare dal 2,9% nel 2007 al 2,4% nel 2008 e nel 2009 (dal 2,6% al 2,2% nel 2008 e al 2,1% nel 2009 nella zona euro). Il rallentamento è dovuto agli effetti delle turbolenze sui mercati finanziari che hanno provocato un inasprimento delle condizioni di finanziamento e un aumento dell’incertezza. Tuttavia, grazie ad un quadro mondiale tuttora favorevole e a fondamentali solidi, la revisione al ribasso rispetto alle previsioni di primavera è limitata a 0,3 punti percentuali (pp) nel 2008 per entrambe le aree. In particolare il consumo privato, che è diventato il motore principale della crescita nella prima parte di quest’anno, dovrebbe crescere ad un ritmo vigoroso grazie ad una crescita dell’occupazione relativamente sostenuta. L’ue nel suo insieme dovrebbe creare 8 milioni di nuovi posti di lavoro nel periodo 2007-2009, che si aggiungono ai 3,5 milioni già creati nel 2006. Ciò contribuirà a ridurre la disoccupazione nell’Ue al 6,6% nel 2009. Anche grazie a quest’attività economica solida, si prevede che tanto nell’Ue quanto nella zona euro il disavanzo di bilancio per il 2007 scenderà al livello più basso da molti anni a questa parte, facendo registrare una media dell’1,1% del Pil nell’Ue e dello 0,8% del Pil nella zona euro. Quest’anno dovrebbe migliorare, seppure in misura inferiore, anche il disavanzo strutturale, ma successivamente il riequilibrio dei bilanci pubblici avrà una battuta d’arresto. L’inflazione dovrebbe crescere nei prossimi trimestri a seguito dell’aumento dei prezzi dei prodotti di base, ma nella zona euro dovrebbe ridiscendere a circa il 2% entro la metà del 2008. Joaquín Almunia, commissario europeo per gli affari economici e monetari, ha affermato: “È chiaro che si sono addensate nubi all’orizzonte in seguito alle turbolenze di quest’estate sui mercati finanziari, al rallentamento dell’economia statunitense ed alla continua ascesa dei prezzi del petrolio. Di conseguenza, la crescita economica sta rallentando e i rischi di una crescita più modesta sono chiaramente aumentati. Ma grazie alla forte crescita mondiale e ai fondamentali economici solidi, gli effetti negativi dovrebbero essere limitati. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione dovrebbe restare moderata, ma i rischi sono al rialzo”. Prospettive di una crescita solida nonostante il rallentamento dell’economia statunitense - Le previsioni economiche pubblicate oggi dalla Commissione prevedono che la crescita economica rallenti lungo il periodo oggetto di previsione, passando dal 2,9% nell’Ue nel 2007 al 2,4% sia nel 2008 che nel 2009 (e, nella zona euro, dal 2,6% nel 2007 al 2,2% nel 2008 e al 2,1% nel 2009). Le previsioni per la crescita nel 2008 per entrambe le aree sono state ribassate di 0,3 pp rispetto a sei mesi fa. Dopo una crescita solida nel primo semestre del 2007, il rallentamento nella seconda parte dell’anno si spiegato in pare con l’impatto delle turbolenze sui mercati finanziari, quantunque la fase ascendente del ciclo potrebbe essersi conclusa già prima dell’inizio di tali turbolenze quest’estate. La previsione centrale della Commissione presuppone che le tensioni finanziarie si esauriranno gradualmente. Nel frattempo esse hanno chiaramente ridotto l’appetito di rischio degli investitori e hanno determinato un inasprimento delle condizioni di finanziamento. Finora gli investimenti si sono dimostrati dinamici, ma in questa fase del ciclo dovrebbero attenuarsi, non da ultimo a causa del forte rallentamento nel settore delle costruzioni verificatosi in alcuni Stati membri. Il consumo privato ha registrato una ripresa e sta diventando il motore principale della crescita grazie a prospettive favorevoli in materia di occupazione, purché la fiducia dei consumatori resti buona. Sul lato esterno, la crescita dell’Ue continua ad essere sostenuta dalle prospettive favorevoli dell’economia mondiale, specialmente delle economie emergenti, che compensano ampiamente il rallentamento negli Usa. Pertanto, secondo la Commissione, l’economia dell’Ue crescerà in linea con il proprio potenziale nei due anni oggetto di previsione. Tuttavia, nella zona euro l’inflazione dovrebbe salire al 2,4% nei prossimi trimestri in seguito all’aumento dei prezzi dei prodotti di base, per poi ridiscendere a circa il 2% la prossima estate. Disoccupazione sempre in calo; interruzione del riequilibrio dei bilanci pubblici - Una crescita vigorosa dell’occupazione, pari a circa l’1,5% sia nell’Ue che nella zona euro, dovrebbe aver portato quest’anno alla creazione di 3,6 milioni di nuovi posti di lavoro nell’Ue (2,3 milioni nella zona euro). Questo miglioramento ha riguardato un gran numero di settori, tipi di rapporti di lavoro e Stati membri. In futuro la crescita dell’occupazione dovrebbe decelerare a circa l’1% in media nel 2008-2009 sia nell’Ue che nella zona euro, di pari passo con la maturazione del ciclo economico. Ciononostante, nel 2008-2009 dovrebbero essere creati 4,5 milioni di nuovi posti di lavoro nell’Ue (3,2 milioni nella zona euro), il che dovrebbe portare il tasso di occupazione globale ad oltre il 66% entro il 2009. Il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 6,6% nell’Ue e al 7,1% nella zona euro entro il 2009, livelli mai registrati negli ultimi quindici anni. Le carenze di manodopera stanno diventando più comuni e pertanto i salari dovrebbero crescere un po’ più rapidamente nel periodo oggetto delle previsioni, in particolare nel 2008, quando l’andamento sarà in parte influenzato da misure una tantum e di recupero rispetto ai precedenti anni di moderazione salariale. Ma la crescita sostenuta della produttività del lavoro dovrebbe limitare l’aumento dei costi unitari del lavoro e contribuire a contenere le pressioni inflazionistiche. A seguito sia di entrate inattese che degli sforzi di risanamento, il disavanzo pubblico scenderà dall’1,6% del Pil nel 2006 all’1,1% nel 2007 nell’Ue (dall’1,5% allo 0,8% nella zona euro). Tuttavia, per il 2008 è previsto un peggioramento in alcuni paesi a causa del rallentamento della crescita economica e dell’uso delle entrate impreviste per spese aggiuntive. Il disavanzo globale per il 2008 dovrebbe salire all’1,2% del Pil nell’Ue e allo 0,9% nella zona euro, per poi stabilizzarsi nel 2009, in caso di politiche invariate. In termini strutturali, anche il riequilibrio dei bilanci pubblici dovrebbe avere una battuta d’arresto nel 2008 e nel 2009. Il debito pubblico è in calo e dovrebbe arrivare al 63,4% del Pil nella zona euro entro il 2009 e scendere al di sotto del 60% nell’Ue già nel 2007. Chiari rischi di un peggioramento - I principali rischi di un peggioramento delle prospettive di crescita sono collegati ad eventi verificatisi nei mercati finanziari e alla possibilità di un rallentamento più marcato o più protratto del previsto negli Usa. In alcuni segmenti dei mercati finanziari continuano a registrarsi disfunzioni e non si può escludere un periodo più lungo di incertezza, il che influenzerebbe più gravemente del previsto le condizioni del credito e, conseguentemente, i mercati immobiliari. D’altro canto, il mercato del lavoro potrebbe registrare risultati migliori del previsto, il che rafforzerebbe i redditi da lavoro e la fiducia dei consumatori. Per quanto riguarda l’inflazione, ulteriori aumenti del prezzo del petrolio e incrementi dei prezzi degli alimentari e delle materie prime comportano rischi di un’inflazione più elevata rispetto alle previsioni dello scenario di base. . . . . . |
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