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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Novembre 2007
 
   
  MOSTRA ANTOLOGICA ANTONIO VANGELLI “FORZA DEL SEGNO, MAGIA DEL COLORE”

 
   
  Roma, 21 novembre 2007 - “La pittura di Antonio Vangelli, recentemente scomparso dopo una lunga e operosa fedeltà all’arte durata molto oltre il mezzo secolo di attività, mi è sempre parsa toccata da questo particolare stato di grazia: una perenne ricerca dell’accordo visivo e musicale tra segno e colore, tra note squillanti e più riposanti tratti pacati, tra fremiti nervosi del gesto pittorico e grandi campiture quiete e serene. ” (E. De Albentiis). La prima mostra antologica retrospettiva a Roma dedicata ad “Antonio Vangelli. Forza del segno, magia del colore” ospitata al Complesso del Vittoriano dal 17 novembre al 9 dicembre 2007, attraverso circa sessanta dipinti del periodo 1940-1990 ed una ventina di disegni realizzati negli anni ‘50 vuole ripercorrere il cammino artistico ed umano di uno dei protagonisti della pittura italiana del secondo novecento, compagno di strada di Mafai, Purificato, Monachesi, Turcato, Donghi e di tanti altri grandi artisti. L’esposizione “Antonio Vangelli. Forza del segno, magia del colore”, con i Patrocini del Ministero dei Beni Culturali, del Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali –, Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche della Cultura, della Comunicazione e dei Sistemi Informativi -, Regione Lazio – Assessorato alle Politiche Culturali -, è a cura del critico d’arte Emidio De Albentiis e Maria Teresa Benedetti ed è realizzata e organizzata da Comunicare Organizzando, in collaborazione con la Galleria Il Gianicolo di Perugia. La mostra - Antonio Vangelli, nato a Roma il 23 febbraio 1917 da genitori romagnoli, è sempre vissuto nella sua casa di Trastevere dov’è morto il 14 dicembre 2004. Dopo l’esperienza della “scuola romana” il suo linguaggio pittorico è approdato, unico nel suo tempo, ad una sintesi fatta di segno, colore e musicalità. La mostra al Vittoriano dedicata ad “Antonio Vangelli. Forza del segno, magia del colore” permette di ripercorrere l’intero cammino artistico del pittore: le opere astratte ma anche i quadri dei mari dalle onde striate di bianco e argento, gli alberi dalle grandi chiome a cerchi quali nubi vaporose, le figure allungate a raggiungere l’altra metà del cielo. La pittura di questo maestro è passata attraverso numerosi cicli, come quello dei Ponti o dei Personaggi del Circo o delle Atomiche, ma l’artista ha attinto costantemente da un’unica grande fonte di ispirazione che non ha mai voluto tradire, identificabile con la libertà del proprio spirito e del proprio immaginario. “Ma proprio in questa apparente autoreferenzialità c’è tutto il segreto del grande valore, umano oltreché artistico, di un pittore di razza come Antonio Vangelli (…). Una lezione tutta centrata sull’idea di donare a se stesso e agli altri, attraverso la pittura, il prezioso tesoro di osservare il frammento che ci è vicino per essere capaci di guardare lontano, di evocare orizzonti incommensurabili che esistono anche se facciamo fatica a percepirli, di conservare lo stupore dello sguardo infantile anche se siamo consumati dagli anni…”(E. De Albentiis). Come scrive Vangelli stesso, “non posso ripetere un quadro, rinnovo un modulo: come un concerto che si ripete, come un direttore d´orchestra che deve dirigere Beethoven…”. L’opera di Vangelli è libera da rigidi schemi spaziali raggiungendo forme di espressione altamente liriche. L’artista ha sviluppato un potente linguaggio fatto di segni intrisi di luce. Energiche pennellate di colore, linee eleganti e sinuose, figure filiforme tese verso l’infinito, sottendono una magica struttura ricca di rimandi alla musica. Opere incantate fatte di armonie cromatiche e luce. Non a caso per Vangelli “L´opera d´arte è solare, ma non la fa il sole. L´artista preleva l´opera dalla sua esigenza solare e la riproietta nel sole all´infinito. Per questo, tutti gli uomini del tremila-quattromila ritorneranno a Dante, a Michelangelo…” E ancora “L´artista guarda con gli occhi di Dio. Guarda questo immenso come se potesse vedere, con gli occhi dell´artista, il paesaggio del suo creato di Dio. Dio guarda la sua attività anche con il dubbio, io penso; anche l´artista guardando la natura ha un fascino di estasi e di fuga, quasi come dire: ma è possibile che io amo …Anche Dio è nell´estasi come l´artista. È un po´ paradossale. Non è che io sia Dio, però anche quando vedo un mio quadro, ho il dubbio e dico: "Reggerà nel percorso dell´infinito?". Ho il dubbio, non concreto. Pur avvertendo che c´è un´entità di precisazione su quella opera, non sono sicuro. Posso anche essere lettore della mia opera, ma non posso sapere come la leggeranno nel futuro fra quattromila-cinquemila anni. ” L’artista - Vangelli de Cresci nasce il 24 febbraio a Roma, al centro di Trastevere, da genitori romagnoli. La sua famiglia aristocratica conta illustri personaggi. Il padre, Emidio, pittore e architetto, fu amico di Gabriele D´annunzio, Marcello Piacentini, Giulio Aristide Sartorio, Armando Spadini; in pittura sperimentò tecniche originali. Antonio Vangelli è ultimo di dieci figli. Tre fratelli muoiono alla nascita. Come i quattro fratelli e le due sorelle (la sua è famiglia di pittori, architetti, scultori e musicisti), è interessato all´arte, alla pittura in particolare, ed è proprio in seguito a una conversazione con il padre che Antonio decide d´intraprendere questa strada. Intanto, negli anni 1930-1936 a Roma operano due gruppi artistici: quello della Scuola di via Cavour (Scipione, Mario Mafai, Raphael) e quello della Scuola romana (Marino Mazzacurati, Roberto Melli, Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Pericle Fazzini, Fausto Pirandello, Alberto Ziveri). Negli anni 1936-1938 compiuti gli studi, sotto la guida del padre e dei fratelli - Pier Gabriele, scultore, e Alessandro, pittore - Antonio Vangelli incomincia il suo percorso nella pittura. Nel 1943 le opere di Antonio Vangelli, Emilio Vedova, Giulio Turcato vengono esposte nella mostra “La pittura cambia pelle”, alla Galleria La Campana di Roma. Frequenta "Casa Mazzullo" (dove, la domenica, si riunivano artisti e letterati, tra cui Giuseppe Ungaretti, Leonardo Sinisgalli, Cesare Zavattini, Renato Guttuso, Giovanni Stradone, Marcello Venturoli, Moroello Morellini, Giorgio Petrocchi, Toti Scialoja, Stefano D´arrigo) e il Circolo Artistico di via Margutta con Tito Balestra, Antonio Delfini, Emilio Vedova. Dopo l’esperienza della “scuola romana”, negli anni 1945-1950 è il secondo grande periodo della pittura di Vangelli: i ponti geometrici e, successivamente, i paesaggi industriali. Scrivono di lui i critici Marcello Venturoli, Giacomo Etna, Nicola Ciarletta, Enzo Nasso. Negli anni 1950-1952 le opere di Vangelli presentano campi, scene e personaggi del circo. Nel 1953 mostra dal titolo “Antonio Vangelli. Il circo”, alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis, Roma. Nel 1954 Antonio Vangelli incomincia a viaggiare, va in Belgio, Danimarca, Francia, dove soggiorna e dipinge per brevi periodi. Nel 1955-1965 è il periodo in cui Vangelli s’interessa particolarmente alla serie di opere sulla Torre di Babele, le galassie e l’atomica. Dal 1968 al 2007 moltissime le mostre, fra cui: Antonio Vangelli, Galleria La Barcaccia, Montecatini Terme (1968); Istituto del Nastro Azzurro, Cosenza (1968); Galleria La Barcaccia, Roma (1973); Galleria La Barcaccia, Firenze (1973) Fantasie del circo di Vangelli, Nuova Galleria Bateau Lavoir, Roma (1974); Galleria La Gradiva, Firenze (1974); “Antonio Vangelli- Diario per un Balletto a Biarritz” Galleria Il Gianicolo, Perugia (1977); Galleria La Gradiva, Roma (1978). “Circo e Balletto”, Antonello Trombadori, La Selva di Paliano. “Antonio Vangelli – Oppositori” Galleria Il Gianicolo, Perugia (1981); “Ipotesi di un Mondo Nuovo”, Il Gianicolo, Perugia (1982); “Vangelli”, Studio 10 Arte, Potenza (1985); “La Lucida Anarchia di Vangelli”, La Gradiva, Roma (1986); “Viaggio intorno all’Obelisco di Piazza del Popolo”, Galleria Il Gianicolo, Perugia (1987); “Vangelli Segno-colore”, Galleria Il Gianicolo, Perugia (1988); “Vangelli, Mondi Perduti, Diversi Universi”, Galleria La Gradiva, Roma (1988); “Vangelli, un Artista una Collezione”, Roma (1991); “Antonio Vangelli”, Galleria Il Gianicolo di Perugia (1991); “Vangelli, ovvero Dell’utopia Realizzata”, Galleria Il Gianicolo, Perugia (1994); “Vangelli” Mostra Antologica, Castello Malatestiano di Longiano (1997); “Vangelli”, Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno (1998); “Vangelli – L’orizzonte della Felicità”, Galleria Il Gianicolo, Perugia (1999); “La Festa della Vita”, Villa San Carlo Borromeo, Senago (Mi) (1999); “Vangelli, Atomiche e Arminie Sferiche”, Galleria Il Gianicolo, Perugia (2002); “Vangelli – Sottosopra”, Galleria Il Gianicolo, Perugia(2003); “Vangelli, un Maestro, un Caposcuola”, Palazzo Comunale di Paliano, Galleria Il Gianicolo, Paliano (2005); “Omaggio a Latina”, Galleria Il Gianicolo, Latina (2006); “Vangelli” Rocca Paolina di Perugia, Galleria Il Gianicolo, Perugia (2006). Hanno scritto di lui, tra gli altri: Vito Apuleio, Fortunato Bellonzi, Toni Bonavita, Renato Civello, Michele Calabrese, Nicola Ciarletta, Raffaele De Grada, Duilio Morosini, Giuseppe Marotta, Dario Micacchi, Robertomaria Siena, Antonello Trombadori, Emilio Villa, Marcello Venturoli. .  
   
 

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