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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Novembre 2007
 
   
  LA SCOPERTA DELL’ITALIA (1940-1950) RITRATTO DELLA REPUBBLICA ITALIANA. FORMAZIONE E SVILUPPO ROMA – COMPLESSO DEL VITTORIANO

 
   
  Roma, 21 novembre 2007 - Sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana e con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nasce dal 16 novembre 2007 al 6 gennaio 2008 la mostra “La scoperta dell’Italia (1940-1950)”. L’esposizione inaugura il più ampio progetto Ritratto Della Repubblica Italiana. Formazione E Sviluppo e si avvale della prestigiosa curatela del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, del Prof. Rosario Villari e del Prof. Giuseppe Talamo, con il coordinamento generale di Louis Godart. Il catalogo della Mostra “La scoperta dell’Italia (1940-1950)”, edito da Gangemi, si avvale dei contributi critici di Rosario Villari, Umberto Gentiloni, Cecilia Dau Novelli, Achille Tartaro, Francesco Rosi, Luciano Caramel. L’iniziativa Ritratto Della Repubblica Italiana. Formazione E Sviluppo attraverso una serie di mostre realizzate tra il 2007 e il 2010 collegate dallo stesso principio ispiratore, avrà come filo conduttore il voler mostrare immagini, documenti, testimonianze, fattori di novità che si sono formati in tutte le espressioni della vita collettiva italiana nel trentennio successivo alla fine della guerra, dalla letteratura al cinema, dall’arte all’attività politica, dalle diverse forme di associazione ai conflitti sociali e, non ultimo, nella vita quotidiana. “La mostra e il progetto mirano a rappresentare sinteticamente, con la scelta di significativi e spesso importanti documenti, le novità che si sono affermate allora nel nostro paese in tutti i campi della creatività collettiva e personale, dall´azione politica e di costruzione istituzionale all´associazionismo civile e religioso, alla produzione artistica, al cinema, ai mezzi di comunicazione, all´insegnamento scolastico, ai rapporti familiari, alla vita quotidiana. ” (G. Talamo e R. Villari). L’esposizione “La scoperta dell’Italia (1940-1950)” vuole focalizzare l’attenzione sulla nuova realtà che inizia a pervadere l’Italia intera a partire dagli anni ‘40. In quegli anni un diverso modo di sentire attraversa varie attività artistiche, dal cinema alla fotografia, dalla scrittura letteraria a quella giornalistica, e contribuisce a creare un nuovo senso di identità nazionale e un diverso impegno individuale e collettivo. Aspetti questi che prenderanno sempre più forza a partire dal dopoguerra. La mostra Punto di partenza della mostra, la considerazione che l’esperienza della seconda guerra mondiale e del dopoguerra hanno provocato una profonda trasformazione, oltre che negli assetti territoriali e nel sistema dei rapporti internazionali, anche nella coscienza civile, nella cultura, nella mentalità e nelle attitudini politiche delle popolazioni dell´Europa e del resto del mondo. Anche il popolo italiano ha realizzato, attraverso quella esperienza, un cambiamento profondo ed ha contribuito alla trasformazione generale dell’Europa e del mondo contemporaneo. “Il principale motivo ispiratore di questa mostra … è la convinzione che l´esperienza della seconda guerra mondiale e della liberazione dal fascismo e dal nazismo ha prodotto anche nel nostro paese, come in gran parte del mondo, una profonda e diffusa trasformazione della coscienza civile. ” (G. Talamo e R. Villari). La lezione del cinema neorealista e la produzione letteraria, insieme alle grandi inchieste giornalistiche, contribuiscono a far trasparire un’immagine reale e veritiera del paese. Questi orientamenti si accompagnano ad un nuovo senso di impegno sociale e morale che mira a conoscere e a documentare le reali esigenze di una nazione passata attraverso i conflitti laceranti della guerra e le profonde divisioni sociali. “E’ il “neorealismo”, il movimento creativo etico che coglie il senso profondo dei fatti e chiama a farne partecipi gli spettatori coinvolgendoli in un progetto di risorgimento materiale e morale della società … Il neorealismo è stato il modo di esprimersi con il cinema di chi desiderava fortemente riconquistare la libertà e la verità dopo venti anni di dittatura del regime fascista e di una cultura ufficiale che nascondeva la modestia e i problemi della vita quotidiana mascherandoli sotto la illusoria tranquillità e serenità dei “telefoni bianchi”. Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Cesare Zavattini, Sergio Amidi, Suso Cecchi D’amico, giusto per citare i padri del neorealismo, iniziatori di una tendenza nuova, specchio e annuncio di una nuova società, che si sviluppò e si affermò ben presto come una scuola. ” (F. Rosi). Anche nell’arte non mancano occasioni di dibattito e di scontro come quello che vede contrapposti, nelle arti figurative, chi propugna un’arte “nuova” pur sempre fedele ai temi figurativi, gli iconici, da quelli che invece propugnano una visione più sintetica ed astratta dell’arte in quanto tale, gli aniconici. “Fa spicco dal ’45 in poi l’esperienza del Neorealismo, caratterizzata dal progetto di un’arte impegnata, e quindi di una letteratura (oltre che di un cinema e di una pittura) militante, in grado di documentare i fatti recenti – la guerra e la sconfitta, la Resistenza armata al nazifascismo – alla luce di una poetica consapevole delle responsabilità dell’intellettuale verso la società e la politica; una poetica espressamente avversa all’edonismo dell’arte pura, di matrice rondista, e soprattutto sensibile all’urgenza del ritorno alla libertà e alla vita democratica, in vista di una più lunga aspettativa di emancipazione sociale” (A. Tartaro). Le opere esposte sono prestigiose ed in molti casi inedite. Nella sezione dedicata alle arti figurative, fondamentali sono le opere di Giulio Turcato, Mario Sironi, Lucio Fontana, Renato Guttuso e Giuseppe Capogrossi. Non possiamo non citare la selezione di immagini rare di Alberto Lattuada e gli originali dell’impaginato del Politecnico, realizzati da Albe Steiner con le annotazioni di Vittorini. Una particolare attenzione è riservata alla sezione bibliografica nella quale sarà possibile vedere le prime edizioni di alcuni tra i principali scrittori italiani del Novecento: Vittorini, Montale, Pavese, Pasolini, Malaparte. Sono inoltre esposte opere, letterarie e pittoriche di Carlo Levi. Una sezione è dedicata al Piccolo Teatro di Milano la cui attività è documentata da rare foto di scena, da programmi teatrali e da bozzetti originali. Il cinema neorealista è documentato in mostra da locandine e manifesti originali di alcuni tra i film più rappresentativi di questa stazione teatrale, Paisà, Ladri di biciclette, Sciuscià. Del film di Luchino Visconti La Terra trema sarà esposto il copione di scena originale. La stagione politica è inoltre ricreata attraverso una selezione di manifesti originali degli anni 1945 e 1950 proveniente dall’Istituto Sturzo e dalla Fondazione Gramsci. Mentre dall’Archivio di Stato provengono documenti autografi originali di Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Palmiro Togliatti. Fondamentale è il contributo della Discoteca di Stato che per l’occasione intende masterizzare un percorso sonoro con le voci storiche del periodo. Inoltre sono presenti una selezione di manifesti del cinema neorealista degli anni ’40-’50 e dei montaggi di filmati storici realizzati dall’Istituto Luce. Questa “scoperta” del paese costituisce un fenomeno nuovo ed è di fatto la premessa per l’Italia repubblicana che fin dai suoi primi passi si muove verso una ripresa dei rapporti con le democrazie del mondo occidentale nel difficile equilibrio creatosi con la politica dei blocchi contrapposti. .  
   
 

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