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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Novembre 2007
 
   
  SICUREZZA NELLE CITTÀ, LE PROPOSTE DELLA REGIONE TOSCANA AL LAVORO SULLA NUOVA LEGGE, CONFRONTO SUGLI UFFICI PER LA MEDIAZIONE

 
   
  Firenze, 21 novembre 2007 - Il governo regionale ha già predisposto l’articolato di una nuova legge che consentirà di affrontare le varie tematiche relative alla sicurezza, alla convivenza civile e alla vivibilità delle città, alla pubblica quiete e alla tranquillità delle persone e che conterrà tutta una serie di indicazioni concrete sia sulle possibili sanzioni che su altri tipi di strumenti, come gli uffici per la mediazione. È questa la principale novità annunciata questa mattina dal vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli, con il suo intervento introduttivo alla conferenza regionale sulla sicurezza che si è aperta al Palaffari di Firenze. «Una legge – ha spiegato Gelli – con cui in primo luogo intendiamo esercitare quel ruolo di coordinamento cui la Regione è senz’altro chiamata, dato che la Costituzione riconosce una competenza regionale esclusiva in materia di polizia amministrativa locale. Per questo vogliamo individuare in modo omogeneo per tutta la Toscana i comportamenti rilevanti per le loro conseguenze sul disordine e il degrado, anche se di per sé non necessariamente criminali, e quindi definire le azioni più opportune per farvi fronte, nella consapevolezza che le ordinanze di singoli comuni possono avere una efficacia limitata. Ma puntiamo anche a un percorso condiviso con gli enti locali, e forte anche della partecipazione attiva delle polizie, in modo da rendere più vivibili le nostre città senza nulla togliere ai diritti delle persone più deboli». Per questo nella parte dedicata alla disciplina sanzionatoria è stata introdotta anche l’ipotesi di indirizzare a “uffici per la mediazione” le persone eventualmente coinvolte nei comportamenti oggetto di sanzione, così da affrontare le situazioni di conflitto in modo non esclusivamente repressivo. Per Gelli la conferenza regionale è stata l’occasione per illustrare anche altre iniziative. Su questo terreno, infatti, la Regione Toscana è impegnata in un percorso di semplificazione dei procedimenti sanzionatori contenuti nelle normative regionali, attraverso anche una ricognizione e individuazione delle priorità in collaborazione con le polizie locali: un esempio per tutti riguarda l’impegno a velocizzare i tempi necessari per la distruzione della merce posta in vendita abusivamente. La Regione Toscana guarda anche con estrema attenzione a tutto quanto può essere fatto per valorizzare il ruolo delle polizie locali. «Il nostro obiettivo – spiega Gelli – è il completo riconoscimento della presenza a pieno titolo delle polizie locali nel complessivo sistema di polizia a livello nazionale. In questo senso, per inciso, riteniamo insufficiente la previsione delle modifiche normative introdotte dal Pacchetto sicurezza del governo nazionale, governo con cui intendiamo confrontarci anche su alcune nostre proposte, per esempio la possibilità di assegnare alle polizie locali la competenza delle indagini di polizia giudiziaria in relazione ai reati assegnati al Giudice di pace in sede penale, reati meno gravi e soprattutto più diffusi nel contesto urbano». Obiettivo sicurezza, questa la situazione in Toscana I dati della relazione annuale: meno omicidi ma cresce l’illegalità di strada. Crescono ancora i reati, anche se in modo molto differenziato tra le varie tipologie, tanto che se aumenta notevolmente l’illegalità di strada, se aumentano sensibilmente le truffe informatiche, diminuiscono però gli omicidi volontari e i delitti legati alla criminalità organizzata. E in ogni caso, se i reati crescono in percentuale superiore alla media nazionale, la Toscana continua a essere percepita come una regione più sicura rispetto alla grande maggioranza delle regioni italiane. Questo, in estrema sintesi, quanto si ricava dalla relazione annuale sullo stato della sicurezza in Toscana che, presentata nelle scorse settimane, è stata al centro del confronto di oggi alla conferenza regionale. Questi i dati principali che si ricavano da essa. I reati. Nel 2005 – anno a cui si riferisce la relazione – in Toscana sono stati denunciati oltre 172 mila reati. Un incremento rispetto all’anno precedente, pari all’8,7 % a fronte del 6,7% registrato a livello nazionale. Anche il quoziente di criminalità (il rapporto tra numero di reati denunciati e la popolazione residente) è superiore alla media nazionale, ma questo appunto si spiega con la maggiore propensione alla denuncia. In base a questo quoziente, la Toscana è al sesto posto dietro a Liguria, Emilia, Lazio, Piemonte e Lombardia. La tipologia dei reati. L’andamento è comunque marcatamente diverso in relazione alle varie tipologie. Nell’ambito della cosiddetta “criminalità violenta” aumentano dell’7,6% le lesioni volontarie e dell’8,6% le violenze sessuali, diminuiscono del 13,8% gli omicidi volontari. Aumentano ancora (+6%) le denunce per furto, che superano la cifra assoluta di 100 mila e che da sole rappresentano il 60% dei reati denunciati. Aumentano anche le denunce per estorsione (+8,4%), ma il vero boom è quello delle truffe e delle frodi informatiche (+32,9%). Per le cosiddette “illegalità di strada” aumentano lievemente le denunce per droga (+1,1%) e assai più sensibilmente i reati connessi alla prostituzione (+25%). Rispetto alle medie nazionali la Toscana ha un quoziente di criminalità superiore per i furti, ma inferiore per le estorsioni e inferiore di quasi la metà per le rapine. È allineato al dato nazionale per le truffe e superiore per le lesioni, le minacce, le ingiurie e le violenze sessuali. Inferiore e in discesa anche rispetto agli anni passati il dato sulla criminalità organizzata. Chi commette reati. Sempre più giovani, sempre meno donne, un po’ più stranieri che nella media nazionale. È questo l’identikit degli autori di reati che emerge dalla relazione sulla base dei dati sulle condanne, che si riferiscono al 2004. In un anno sono state più di 14 mila – per la precisione 14. 359 – le persone condannate, con un trend in leggera diminuzione che risulta in controtendenza rispetto ai dati nazionali ( meno 2,6% contro il più 9%). La classe di età in cui si concentra la quota di condannati più consistente è quella compresa tra i 25-34 anni (34,2%) seguita da quella compresa tra i 18-24 anni (22,9%). Questa non è una novità rispetto al passato, ma si registra comunque uno spostamento verso le classi più giovani d’età, con un incremento degli under 35 fra gli autori dei reati. I minorenni condannati, comunque, rappresentano solo l’0,5% del totale. Per quanto riguarda il sesso, la percentuale delle donne condannate continua a scendere, seguendo un trend che dal 1998 al 2004 è passato dal 18,3% al 14,3%. La percentuale resta comunque superiore al dato nazionale, che è del 13,6%. Per quanto riguarda la nazionalità, in Toscana la componente straniera tra gli autori dei reati risulta più consistente che a livello nazionale: sono il 31% contro il 26% dell’Italia. Due sono le principali aree di provenienza, l’Africa (45%) e i paesi europei non Ue (36%). Sono inoltre stranieri il 46% dei minori denunciati. La percezione del rischio. Crescono i reati commessi, o perlomeno quelli denunciati, in Toscana, ma l’esposizione al rischio percepita dai toscani è ancora più bassa della media nazionale e comunque nella valutazione dei disagi e delle difficoltà della realtà in cui si abita la criminalità è sopravanzata dal traffico. Non solo, anche la sporcizia e il degrado sono segnalati dai toscani come fenomeni che segnano la qualità della loro vita più che il pericolo criminalità. Il rischio criminalità percepito in Toscana nel 2005 si attesta al 25,6% di risposte, a fronte del 29,2 denunciato a livello nazionale. Un valore inferiore alla media italiana, dunque, anche se dal 2003 l’incremento è stato decisamente marcato (in quell’anno l’allarme criminalità riguardava il 17,6% dei cittadini). Nella graduatoria del rischio percepito la Toscana risulta all’ottavo posto dopo Campania, Veneto, Umbria, Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia. .  
   
 

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