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Notiziario Marketpress di Martedì 27 Novembre 2007
 
   
  UN PIEMONTE SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALIZZATO L’INDICE SOCIO-ECONOMICO DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL PIEMONTE REGISTRA ANCHE NEL 2007 UNA PERFORMANCE POSITIVA

 
   
   Torino, 27 novembre 2007 - È stato presentato ieri, presso il Centro Congressi Torino Incontra di via Nino Costa 8 a Torino, il quinto Rapporto sull’internazionalizzazione del Piemonte, vero e proprio monitoraggio dello sviluppo regionale sui mercati esteri, inteso come livello di proiezione commerciale, sociale e culturale, realizzato da Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte. Il volume è concepito come strumento per realizzare efficaci politiche locali a supporto dell’internazionalizzazione, nell’ottica di rispondere ad una forte esigenza conoscitiva e di sostegno alle policies. Accanto all’interscambio di merci e servizi, agli Investimenti diretti esteri in Piemonte e a quelli piemontesi all’estero, assumono un peso rilevante anche altri fattori, quali la dotazione di capitale umano, la conoscenza e le relazioni istituzionali, oggi più che mai fondamentali per lo sviluppo economico e sociale. Il Rapporto contiene, inoltre, un indice sintetico di internazionalizzazione, efficace misura del grado di apertura internazionale della regione. Dopo i saluti di Renato Viale, Presidente Unioncamere Piemonte, e di Mercedes Bresso, Presidente Regione Piemonte; Roberto Strocco, coordinatore Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, ha illustrato i principali dati del Rapporto. È poi seguita una tavola rotonda, moderata dal Direttore di Unioncamere Piemonte Massimo Deandreis, sul tema “Esperienze di internazionalizzazione in Piemonte”, alla quale hanno partecipato Camillo Venesio, Presidente Centro Estero per l’Internazionalizzazione; Ezio Pelizzetti, Rettore Università degli Studi di Torino; Francesco Profumo, Rettore Politecnico di Torino; e Michel Wichers, Direttore Generale Sanorice Italia. Ha preso infine la parola Andrea Bairati, Assessore all’Internazionalizzazione della Regione Piemonte. “Il grado di internazionalizzazione del Piemonte, che tiene conto sia di indicatori sociali che economici, aumenta rispetto all´anno scorso, progredendo rispetto alla media italiana. L’incremento è dovuto all’aumento degli Investimenti diretti esteri (Ide) in entrata, alla crescita della popolazione straniera e alla rinnovata propensione piemontese al commercio internazionale - ha commentato Renato Viale, presidente Unioncamere Piemonte -. Il Piemonte, nell’ultimo anno, ha aumentato il proprio grado di internazionalizzazione anche in termini relativi, in controtendenza rispetto alle principali regioni italiane, risultando vincente anche nel confronto con i principali competitors europei. Tutte queste sono indicazioni chiare, provenienti da una realtà economica e sociale che si dimostra dinamica e che chiede alle istituzioni locali di concentrare gli sforzi e di unire i mezzi per sostenere l´internazionalizzazione. Le Camere di commercio stanno facendo la loro parte, insieme alla Regione Piemonte, per favorire e guidare questo processo”. "Il contesto economico internazionale - ha dichiarato l´Assessore all´Internazionalizzazione della Regione Piemonte, Andrea Bairati - continua a registrare cambiamenti estremamente significativi: nuovi attori si affacciano sullo scenario politico, potenze emergenti spostano l’asse del confronto economico in diverse regioni del mondo, si sviluppano mutamenti che chiamano in causa la nostra capacità di adattamento al nuovo contesto geo-economico. La sfida dell’internazionalizzazione richiede quindi una crescente sofisticazione nell’approccio ai mercati, perché si gioca principalmente sui talenti e sulle competenze che le aziende devono costruire: dal dominio delle tecnologie informatiche, all’abilità nel creare alleanze, alla capacità di comunicazione in contesti culturali e linguistici diversi. È necessario rilanciare una robusta politica di attrazione degli investimenti esteri con finanziamenti mirati a una facilitazione complessiva per imprese esterne interessate a insediarsi in Piemonte". L’indice Di Internazionalizzazione Del Piemonte - L’indice sintetico di internazionalizzazione (Isei) si basa su due approcci: il primo affronta l’internazionalizzazione in un’ottica dinamica, con un calcolo “per punti”. Tale metodo, utilizzato anche nel mondo borsistico, consente di evidenziare in maniera puntuale l’avanzamento o l’arretramento internazionale del territorio nel corso degli anni. Il secondo approccio dell’indice affronta, invece, l’internazionalizzazione sotto un profilo di benchmarking territoriale, utilizzando il metodo dei numeri indice, con una media pari a 100 per il valore nazionale. Questo approccio evidenzia quindi il posizionamento strutturale del Piemonte nei confronti di altre regioni italiane competitors. Nel 2007, l’indice dell’internazionalizzazione del Piemonte è stato pari a 11. 635 punti, realizzando una variazione positiva del +18% rispetto all’indice calcolato per il 2006. L’incremento è dovuto essenzialmente a tre fattori propulsivi: in primo luogo, gli Investimenti diretti esteri, quindi la crescita della popolazione straniera residente in Piemonte e, infine, la rinnovata propensione piemontese al commercio internazionale. Per quanto riguarda gli Ide netti in entrata, sebbene il dato del 2006 mostri un significativo calo rispetto al 2005, anno in cui si era registrato un dato anomalo difficilmente interpretabile, il flusso si è comunque mantenuto ad una quota più elevata rispetto al triennio 2002-2004, consentendo al Piemonte di qualificarsi come la seconda regione italiana quanto a capacità di attrazione di Ide. Quanto al secondo motore di crescita dell’indice complessivo, l’ammontare degli stranieri residenti in Piemonte al 31 dicembre 2006 è pari a 252. 302, per un incremento dell’8,9% rispetto al 2005, a testimonianza della sempre maggiore peculiarità del fenomeno migratorio nel panorama regionale.
Terzo elemento di traino dell’indice complessivo è la propensione al commercio internazionale, al cui interno si evidenziano gli incrementi tanto dell’export di merci, quanto di quello di servizi. Analogamente agli scorsi anni, è stato poi costruito l’Indice di internazionalizzazione nell’ottica di benchmarking, ponendo i dati italiani uguale a 100 e ricalcolando con questo parametro i valori del Piemonte e di alcune delle principali regioni competitors. Si evidenzia in prima battuta che, a conferma di una tendenza pluriennale, il Piemonte sembra essere più internazionalizzato della media italiana di circa 24 punti percentuale. Un’analisi più dettagliata rivela, innanzitutto, una maggiore specificità del Piemonte nella componente economica dell’indice rispetto alla componente sociale. All’interno della componente economica, si segnalano la spiccata propensione piemontese verso l’attrattività degli Ide e, in secondo luogo, verso l’import-export mercantile e di servizi. Si evidenziano, invece, valori al di sotto della media nazionale per l’imprenditorialità straniera presente sul territorio piemontese e per l’utilizzo di lavoro dipendente extracomunitario. Sul fronte sociale, si registrano valori dell’indice al di sopra della media italiana tanto per il peso dei residenti stranieri sul totale, quanto per l’incidenza dei turisti da oltreconfine sulle presenze registrate complessivamente nella regione. Il Piemonte manifesta, infine, una maggiore capacità di attrarre studenti stranieri rispetto alla nazione considerata nel suo complesso. Il confronto tra l’indice calcolato per il Piemonte e quelli di altre regioni competitors evidenzia, in primo luogo, come questo presenti valori superiori solo per la Lombardia che, insieme al Veneto, manifesta da sempre un’elevata propensione al commercio internazionale. Tuttavia, mentre la Lombardia evidenzia valori degli indici superiori alla media nazionale in tutte le sottocategorie considerate, a testimonianza della competitività generale del suo territorio, il Veneto mostra una ridotta capacità di attrazione degli Ide, mentre appare competitivo in tutte le componenti sociali. L’indice di internazionalizzazione economica dell’Emilia Romagna, poi, è
al di sotto della media nazionale, esclusivamente a causa della debolezza mostrata dalla regione sul versante dell’attrazione di capitali dall’estero, mentre sul fronte sociale manifesta una profonda specificità nella formazione di studenti universitari provenienti da oltreconfine, grazie all’elevata partecipazione studentesca di origine straniera presso l’Università di Bologna. L’indice calcolato per punti ha evidenziato come l’internazionalizzazione del Piemonte sia aumentata in valori assoluti nell’ultimo anno (+18%), mentre l’indice di benchmarking dimostra come il Piemonte sia diventato una regione più internazionalizzata della media italiana. In un’ottica dinamica, rispetto allo scorso anno, il Piemonte ha guadagnato quasi 3 punti di internazionalizzazione relativa, passando da 121,1 a 124. Un ottimo risultato, specie se confrontato con quello della Lombardia (-9,4) e del Veneto (-4,1). In arretramento anche l’indice calcolato per l’Emilia Romagna (-2,7). Il Rapporto restituisce dunque la fotografia di un Piemonte che, nell’ultimo anno, aumenta il proprio grado di internazionalizzazione tanto in termini assoluti quanto in termini relativi, in controtendenza rispetto alle principali regioni italiane, risultando vincente anche nel confronto con i principali competitors europei (in particolare, con le vicine regioni francesi Rhône-alpes e Paca). Import-export Di Merci E Di Servizi - Nel 2006 le esportazioni piemontesi sono cresciute dell’8,4% rispetto all’anno precedente raggiungendo in termini di valore i 34,7 miliardi di euro. Nel periodo gennaio-giugno 2007 prosegue l’espansione dell’export piemontese, che aumenta del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2006. Il Piemonte si conferma la quarta regione in termini di quote di export (10,4%). La crescita delle vendite piemontesi oltreconfine è stata trainata, a livello settoriale, dal comparto dei metalli e prodotti in metallo (+21,3%), dalla meccanica (+6,2%), e, in minor misura, dalla filiera autoveicolare (+2,8). Per quanto riguarda il commercio di servizi, nel 2006 il Piemonte ha contribuito per il 5,9% all’export italiano, e per l’8,2% all’import, qualificandosi come quinta regione esportatrice e terza forza importatrice. I crediti verso l’estero per la vendita di servizi ammontano a 3. 720 milioni di euro, importo notevolmente superiore ai 2. 709 milioni registrati nel 2005. La crescita tendenziale di circa 37 punti percentuale può essere in larga parte attribuita all’aumento manifestato nella vendita di servizi informatici, finanziari ed assicurativi. Per quanto riguarda, invece, gli acquisti dall’estero si rileva uno sviluppo più contenuto: l’import passa, infatti, dai 4. 303 milioni di euro del 2005 ai 4. 727 del 2006. Il saldo appare ancora negativo per 1. 007 milioni di euro, pur manifestando una riduzione rispetto ai valori negativi degli anni precedenti. Ragionando in termini di saldi tra vendite ed acquisti emerge come nel 2006 i comparti in salute con un saldo positivo siano quelli dei servizi finanziari, le royalties e le licenze. Ancora in deficit le realtà di tutti gli altri comparti. La Bilancia Tecnologica Del Piemonte - Analogamente a quanto registrato per la Bilancia tecnologica italiana, e in linea con la tendenza tradizionalmente manifestata, nel 2006 il saldo della Bpt del Piemonte è positivo per un ammontare di circa 271 milioni di euro, anche se in flessione rispetto all’anno precedente. Il Piemonte ha contribuito per oltre un terzo all’avanzo totale nazionale, fornendo l’apporto più elevato tra le regioni italiane dopo la Lombardia.
Il saldo complessivo del 2006 è il frutto di surplus registrati nei servizi con contenuto tecnologico (242 milioni di euro), nel commercio in tecnologia (60 milioni di euro) e nei servizi di ricerca & sviluppo, solo parzialmente contrastati dai disavanzi registrati negli altri regolamenti per tecnologia e nelle transazioni in marchi di fabbrica e disegni industriali. Gli incassi per tecnologia sono ammontati ad oltre 520 milioni di euro (-4,9% rispetto al 2005), mentre i pagamenti sono stati pari a quasi 250 milioni di euro, in deciso aumento (+30,7%) sull’anno precedente. Investimenti Diretti Esteri - Il Piemonte mantiene la seconda posizione tra le regioni italiane per flusso di Ide in entrata: nel 2006, è stato pari a 17,4 miliardi di euro, che al netto dei disinvestimenti arriva a quota 4,8 miliardi di euro. Oltre il 98% degli Investimenti diretti esteri in ingresso nell’ultimo quinquennio proviene dall’Unione europea a 15 Paesi, in particolare dalla Francia a dai Paesi Bassi. Il Piemonte si colloca tra le aree più attive anche per quanto riguarda gli Ide in uscita, occupando il terzo posto per importanza degli investimenti netti (1,2 miliardi di euro), e tornando su valori positivi dopo il rallentamento dello scorso anno. È l’Europa l’area maggiormente interessata dai flussi di investimenti e disinvestimenti piemontesi all’estero. Imprenditori Stranieri - Nel 2006, il numero degli imprenditori stranieri presenti in Piemonte ammonta a 37. 812 unità, pari al 4,9% del totale degli imprenditori operativi nella regione: l’incremento rispetto all’anno precedente è stato del 10,2%, mentre se si confronta il dato con quello del 2000, la crescita raggiunge gli 88 punti percentuale. Tra le etnie più numerose si ritrovano anzitutto quelle marocchina e rumena, cui appartengono rispettivamente il 16,5% e il 10,9% degli imprenditori stranieri attivi in Piemonte. Seguono albanesi, svizzeri, cinesi e tedeschi. I settori privilegiati dall’imprenditoria straniera sono quelli del commercio e delle costruzioni. Incrociando i dati relativi ai settori di attività con quelli dei Paesi d’origine, emerge la forte propensione dei soggetti provenienti dell’est europeo e dai Balcani ad avviare attività nel ramo delle costruzioni, mentre le imprese commerciali costituiscono il principale sbocco per marocchini, asiatici e centro africani. Il Turismo Internazionale I turisti stranieri che, nel 2006, hanno raggiunto il Piemonte per trascorrervi almeno una notte sono stati 1. 325. 894, mentre le presenze straniere sono risultate pari a 4. 940. 383, per una durata media del viaggio pari a 3,3 giornate. Il Distretto turistico dei laghi si conferma, anche nell’anno delle Olimpiadi invernali, la meta preferita dai turisti stranieri, con il 41,3% degli arrivi e il 43,6% delle presenze, e con incrementi rispettivamente dell’8,3% e del 7,5% rispetto al 2005. L’area metropolitana di Torino ha accolto il 25,2% degli arrivi e il 22,8% delle presenze di visitatori da oltreconfine: le Olimpiadi hanno sortito, tra l’altro, l’effetto positivo di allungare in misura consistente il tempo medio di permanenza degli stranieri nel capoluogo regionale, per una media di 3,4 giorni, che sale a ben 12,4 se si considerano le sole sistemazioni extra-alberghiere. Le Valli olimpiche, corrispondenti all’Atl delle Valli di Susa e del Pinerolese, hanno convogliato nel 2006 il 5,7% degli arrivi e il 13,8% delle presenze, con incrementi consistenti rispetto al 2005. .
 
   
 

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