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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Dicembre 2007 |
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PARLAMENTO EUROPEO; VERSO UN MONDO SENZA MINE
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Strasburgo, 18 dicembre 2007 - Sono ancora troppe nel mondo le vittime delle mine antipersona. Il Parlamento chiede quindi il pieno rispetto della Convenzione sulla messa al bando di questi ordigni e di iniziare subito i preparativi per la sua revisione. Sollecita poi l´Ue a finanziare lo sminamento e l´assistenza alle vittime e a vietare per legge ogni sostegno da parte di istituzioni finanziarie a favore di imprese attive nella produzione, nello stoccaggio o nel trasferimento di mine terrestri antipersona. Il Parlamento ha approvato una risoluzione comune sostenuta da tutti i gruppi politici (eccetto Ind/dem) che invita tutti gli Stati a firmare e a ratificare la Convenzione di Ottawa al fine di universalizzarla «per raggiungere l´obiettivo comune di un mondo senza mine». Nota infatti che sono 78 i paesi ancora in possesso di arsenali contenenti circa 250 milioni di mine terrestri, tre gli Stati non firmatari della convenzione producono ancora o mantengono il diritto di produrre mine antipersona e nove gli Stati firmatari che devono ancora distruggere i loro arsenali entro quattro anni dall´adesione alla Convenzione. In proposito, sottolinea l´importanza che gli Stati Uniti, la Russia, la Cina, il Pakistan e l´India aderiscano alla Convenzione di Ottawa. Invita inoltre i due Stati membri (Finlandia e Polonia, ndr) che non hanno ancora aderito alla Convenzione o terminato il processo di ratifica a procedere in tal senso prima della prossima Conferenza di revisione della Convenzione di Ottawa che si terrà nel 2009. Gli Stati firmatari dovrebbero poi attuare «integralmente e rapidamente» tutti gli obblighi previsti dalla Convenzione di Ottawa. Il Consiglio, gli Stati membri dell´Unione europea e i paesi candidati sono poi invitati ad avviare «immediatamente» i preparativi per la Conferenza di revisione della Convenzione e a presentare, in tale contesto, una proposta relativa alla prevista "azione congiunta". In proposito, ricorda l´interpretazione della Croce rossa internazionale secondo cui fili di inciampo, fili a strappo, asticelle inclinate, spolette a bassa pressione, dispositivi antimanipolazione e congegni simili «sarebbero vietati nei paesi firmatari della Convenzione». Rivolge inoltre l´invito a adottare senza indugio misure per garantire che le mine anticarro che potrebbero essere fatte detonare dalla presenza, dalla prossimità o dal contatto di una persona vengano distrutte. Tra il 1999 e il 2004, si è proceduto allo sminamento di 4 milioni di mine antipersona (Apm) e di 1 milione di mine anticarro (Avm) e sono stati bonificati 2. 000 km2 (pari alla superficie del Lussemburgo) di aree contaminate. Tuttavia si stima che più di 200. 000 km2 a livello mondiale (pari alla superficie del Senegal) sono ancora contaminati da mine e ordigni inesplosi. Ciò significa che in più di 90 paesi si trovano ancora mine e ordigni inesplosi. Il Parlamento invita quindi la Commissione a garantire pienamente «la propria determinazione e continuità negli sforzi volti ad assistere finanziariamente le comunità e gli individui interessati dal problema delle mine antipersona con tutti gli strumenti disponibili», anche nei territori sotto il controllo o l´influenza di attori armati non governativi. In proposito, chiede il ripristino di una linea di bilancio specifica in materia di mine antipersona per il finanziamento delle azioni antimine, dell´assistenza alle vittime e della distruzione degli arsenali, e di garantire la disponibilità di risorse sufficienti dopo il 2007. Sottolineando che nel 2007 la Commissione ha impegnato un totale di 33 milioni di euro per azioni antimine in 10 paesi (Bielorussia, Bosnia-erzegovina, Cambogia, Cipro, Etiopia, Guinea-bissau, Giordania, Libano, Senegal e Sudan), ricorda peraltro che dagli inizi degli anni Novanta, la comunità internazionale ha destinato più di 3,4 miliardi di dollari ai programmi di azione antimine (sminamento e aiuti alle vittime), e che l´Unione europea ha speso circa 335 milioni di euro. Invita poi gli Stati membri dell´Unione europea e i paesi candidati, a garantire che i finanziamenti da essi destinati alle operazioni di sminamento «contribuiscano allo sviluppo di una capacità nazionale in materia», per garantire che le operazioni proseguano fino alla «bonifica totale di tutte le aree minate, note o presunte». Il numero di vittime segnalate è passato da 11. 700 nel 2002 a 5. 751 nel 2006, ma dati ufficiosi stimano a 15. 000-20. 000 l´anno il numero ufficioso di vittime di mine terrestri e ordigni inesplosi. Al mondo vi sono circa 450. 000 - 500. 000 sopravvissuti che necessitano di assistenza e riabilitazione e tre quarti delle vittime ufficiali sono civili di cui il 34% sono bambini. Il Parlamento invita quindi i paesi interessati dal problema delle mine e i donatori internazionali «a conferire maggiore priorità alla riabilitazione fisica ed economica dei sopravvissuti, poiché non si tiene adeguatamente conto delle loro esigenze». Il Parlamento ricorda poi che ogni paese firmatario della Convenzione di Ottawa si impegna ad astenersi «sempre e in qualsiasi circostanza» dall´assistere, incoraggiare o indurre, in qualunque modo, chiunque ad impegnarsi in attività proibite in virtù della Convenzione. Invita gli Stati contraenti a garantire che le istituzioni finanziarie presenti sul loro territorio e/o che rientrano nella loro giurisdizione effettuino investimenti in imprese coinvolte nella produzione, nello stoccaggio o nel trasferimento di mine terrestri antipersona. Di più, ritiene che nelle legislazioni europea e nazionale debba essere inserito il divieto di ogni tipo di sostegno finanziario diretto e indiretto da parte di istituzioni finanziarie pubbliche o private a favore di imprese coinvolte nella produzione, nello stoccaggio o nel trasferimento di mine terrestri antipersona». . |
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