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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Dicembre 2007 |
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DI GRUPPO ITALIANO VINI CASTELLO MONACI: UNA TENUTACIRCONDATA DA ULIVI MILLENARI E DA VIGOROSI VIGNETI.
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La Puglia vanta una storia vinicola che ebbe inizio tremila anni orsono . Questa magica regione sta attualmente vivendo una fase di grande rinnovamento enologico che passa attraverso la riscoperta e la valorizzazione dei suoi antichi vitigni, parte integrante del territorio, che riescono a produrre vini di altissimo profilo grazie all’equilibrio creatosi tra i tre elementi che compongono il classico triangolo virtuoso: vitigno, territorio e uomo. Castello Monaci, una tenuta i cui tratti si fondono con le linee del luogo in cui sorge: il Salento. Una terra tra due mari, dalle geometrie peculiari e dalle innumerevoli figure che rappresentano la natura. Ma le terre del sud hanno una loro personalità da rispettare e da interpretare, da capire e da valorizzare. Richiedono impegno e fatica, pazienza e dedizione ma i frutti che poi si mietono danno grandi soddisfazioni come quelle che il Gruppo Italiano Vini sta raccogliendo dopo un impegnativo lavoro iniziato cinque anni orsono. Castello Monaci si trova poco lontano da Lecce e a breve distanza dal mare, alle porte di Salice Salentino. La tenuta è circondata da ulivi millenari e da vigorosi vigneti. Il viale che porta al Castello è una linea che attraversa la tenuta, una meridiana, che separa i vigneti e che apre le porte alla bianca cantina di pietra leccese. Percorrere il viale che conduce al Castello normanno del 1400, lascia il tempo per riflettere e per comprendere che non si sta solo andando incontro al passato ma anche verso il futuro e verso l’innovazione che rispetta il territorio e che accoglie a braccia aperte l’eredità del passato, le memorie della tradizione. I vigneti I vigneti di Castello Monaci –150 ettari che circondano il castello e la cantina – rappresentano uno dei modelli più significativi dell’innovativa viticoltura del Salento. Vitantonio Seracca, Presidente della Tenuta, li segue personalmente e ha da vari anni intrapreso scelte volte alla valorizzazione dei vitigni autoctoni salentini. I sistemi di allevamento delle viti di Castello Monaci si ispirano alle peculiarità del terroir così come la gestione della struttura vegetativa in parete, moderna evoluzione del tradizionale sistema ad alberello, che permette di trarre il massimo vantaggio dalla grande quantità di sole messa a disposizione dalla natura. La roccia, caratteristica importante del territorio, è stata sapientemente trasformata, degradata e rimescolata al terreno per dotarlo di scheletro e di un apporto idrico ottimale. Il suo colore bianco luminoso, riportato in superficie, riflette la luce dal basso smorzando i raggi più forti del sole pur senza oscurarli. La natura crea, l’uomo riesce a trasformare e ad affinare i suoi frutti. I viTigni La viticoltura di Castello Monaci predilige le varietà autoctone quali Primitivo, Negroamaro e Malvasia Nera. Queste varietà, grazie alla struttura delle terre della tenuta e ad una gestione accurata della vigna, che ha reso possibile una rivoluzione qualitativa, donano ottimi frutti e vini di altissimo lignaggio. Nella tenuta, assieme alle varietà autoctone, convivono anche alcuni vitigni alloctoni: Merlot, Cabernet sauvignon e Syrah. Queste uve, unite a quelle tipiche del territorio, esaltano le caratteristiche peculiari dei vini di Castello Monaci. La Cantina Passato e innovazione sono il connubio virtuoso che accomuna le due distinte personalità di Castello Monaci. La storia che pervade l’atmosfera magica del quattrocentesco castello si coniuga alla perfezione con la bianca cantina di tufo leccese che riflette la sua candida ombra sulle vigne dalle quali è abbracciata e le ripara dai raggi del sole. L’innovazione e la tecnologia in cantina sono molto raffinate: un sistema di pigiatura tecnologicamente all’avanguardia, una tecnologia di vinificazione curata fino all’estremo dettaglio che vanta serbatoi termocondizionati in acciaio di dimensioni tali da permettere di vinificare separatamente le piccole masse di mosto e di metterne in risalto le peculiarità di ognuna. E poi la cantina, scavata nel tufo, un isolamento termico naturale con uno scenario di oltre 1000 barriques di quercia francese. Ombre e contorni disegnati dalla luce. I Vini Principalmente ottenuti da vitigni autoctoni quali Primitivo, Negroamaro e Malvasia Nera. I loro nomi: Artas e Aiace, che ricordano la storia del territorio; e ancora Medos, Emera, Kreos, Sule, Liante e Maru che richiamano alla mente le origini greche di quelle terre. I vigneti che circondano Castello Monaci sono stati idealmente divisi in due parti in funzione del terreno che li caratterizza. I vigneti a Nord hanno un terreno ricco di scheletro grazie al tufo sminuzzato. A Sud la terra molto fertile nutre le radici mentre la lastra di roccia ad un metro dalla superficie ne controlla lo sviluppo. Dalla vendemmia 2006 di queste vigne, nasceranno vini dalle caratteristiche uniche. Campure Meridio Meridio, il mezzogiorno inteso come sud e come momento della giornata in cui il sole è a picco e irradia la terra. Campure Meridio, la parte più a sud dei vigneti di Castello Monaci che poggiano sopra una grande lastra di roccia, un controllo naturale per le radici dei vitigni più rigogliosi. Primitivo e Cabernet Sauvignon trovano in questo terreno le condizioni per creare uve ottime e per dare origine ad un vino unico, come la terra da cui proviene. Campure Metrano Dal nome della famiglia di mezzadri che un tempo abitava la masseria, Campure Metrano è la parte più a nord dei vigneti di Castello Monaci. Il suo terreno argilloso ricco di tufo è stato mosso e le pietre di tufo sono state portate in superficie e rimescolate al terreno per donargli scheletro e apporto idrico ottimale. Il colore bianco delle pietre portate in superficie riflette la luce dal basso, ampliando gli effetti benefici del sole sull’uva. Qui si coltiva il Negroamaro, la Malvasia ed il Merlot che compongono questo prodotto di grande eleganza, come la terra da cui proviene. Le Persone Il Salento è un luogo dove il sole dona luce alle persone. I fondatori della tenuta, Vitantonio Seracca con la moglie Lina Memmo, che insieme a Emilio Pedron, Amministratore Delegato del Gruppo Italiano Vini, hanno creduto fin dal primo istante nel progetto Castello Monaci. Francesco Bardi, direttore ed enologo della tenuta. Romano, di origini salentine, che ha riscoperto la sua terra d’origine attraverso il Rinascimento di cui sta godendo Castello Monaci. Lo staff tecnico della tenuta lavora a stretto contatto con quello del Gruppo Italiano Vini: due esperienze diverse che traggono beneficio dalle rispettive conoscenze enologiche: una tipicamente salentina, l’altra che vanta una conoscenza diffusa a tutto il panorama vitivinicolo italiano. Un matrimonio d’eccezione. . |
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