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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Luglio 2006
 
   
  TURBOCAPITALISMO: MORS TUA, VITA DA MANAGER MEA UNA VICENDA ASSURDA, MA NON TROPPO PUBBLICO DELLE GRANDI OCCASIONI A PRATO PER IL DIBATTITO DI MOVIE & MANAGEMENT SUL FILM DI COSTA GAVRAS “CACCIATORE DI TESTE”

 
   
  Prato, 3 luglio 2006 - Si può uccidere per un posto di lavoro? Si può eccome. Si può perfino fare strage, racconta il regista Costa Gavras nel bel film Cacciatore di teste presentato il 28 giugno al Castello dell’Imperatore dalla rassegna Movie & Management, con un pubblico delle grande occasioni per un tema assai sentito a Prato, da anni nella morsa della competizione globale, dunque costretta a chiusure, ristrutturazioni, delocalizzazioni e quant’altro, con costi anche ingentissimi in termini di coesione sociale e dispersione di capitale umano. Cacciatore di Teste narra, come noto, la vicenda di un giovane manager, marito e padre esemplare, che d’un tratto si trova sulla strada e che, per recuperare la dimensione professionale perduta e insieme la quiete familiare e la voglia di vivere, non trova di meglio che sterminare ogni possibile rivale. “Vicenda assurda, ma non troppo”, ha ricordato nel dibattito post film Stefano Ferro, amministratore delegato di Malo Spa, “La nostra realtà industriale è ormai costellata di personale rottamato che non riesce a reinserirsi. E’ un fenomeno che si vede poco, ma sempre più vasto. C’è che finora riguardava i cinquantenni. Oggi si può diventare obsoleti anche a 40 anni se non addirittura a 30”. Colpa del turbocapitalismo, della competizione globalizzata? I molti del pubblico che hanno animato il dibattito e lo stesso moderatore Severino Salvemini, docente di Economia e di Organizzazione Aziendale alla Bocconi, hanno messo in evidenza i non pochi paradossi segnalati da Costa Gavras: il prevalere della sfera finanziaria sul prodotto e sull’uomo; la vita identificata col lavoro; le delocalizzazioni che impoveriscono i mercati ai quali la produzione si rivolge; lo spreco immane di giovani energie in una società sempre più decrepita; l’individualismo cieco delle vittime del sistema. Di certo, Cacciatore di teste ci consegna una morale in linea con l’assurdità della vicenda: dopo cinque o sei morti ammazzati, il bravo protagonista ritrova la sospirata dimensione aziendale e la serenità in famiglia, salvo accorgersi di essere forse diventato bersaglio di un altro cacciatore. “E’ lo spirito del tempo”, ha commentato Salvemini; “Oggi i registi non amano il lieto fine”. Movie & Management è come noto organizzato dall’associazione culturale Pratofutura e dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale in collaborazione con varie istituzioni pratesi: Comune, Provincia, Camera di Commercio, Fondazione Cassa di Risparmio, Scuola di Cinema Anna Magnani e Associazione fioristi dell´Unione Commercianti. Prossimo appuntamento il 13 luglio (Museo Pecci, ore 21,30) con un blob di film (sequenze, tra l’altro, da Terminal di Steven Spielberg, La venticinquesima ora di Spike Lee, Lost in Translation di Sofia Coppola). Anche stavolta un tema caro a Prato: l’approccio alla diversità nella società multi etnica. Coordina la serata Brunella Librandi, di Aif Toscana, la prestigiosa Associazione Italiana Formatori. Partecipano al dibattito il consulente di direzione Mauro Stolfi e Sergio Di Giorgi, formatore Aif e critico cinematografico, che cura, tra l’altro, la selezione dei film. .  
   
 

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