|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Lunedì 03 Luglio 2006 |
|
|
  |
|
|
AGEVOLARE LE FUSIONI BANCARIE TRANSEUROPEE
|
|
|
 |
|
|
Bruxelles, 3 luglio 2006 - Una relazione d´iniziativa all´esame della Plenaria chiede che siano rimossi gli ostacoli ingiustificabili di natura finanziaria, fiscale e procedurale che intralciano le fusioni transeuropee di istituti finanziari. D´altra parte, i deputati chiedono che la concentrazione dei mercati e delle istituzioni finanziarie «sia scrupolosamente esaminata» dalla Commissione. E´ poi sottolineata l´importanza della cooperazione e della fiducia reciproca tra le autorità di vigilanza in caso di gravi crisi. La relazione di Joseph Muscat (Pse, Mt) ritiene che il consolidamento dei mercati finanziari «sia un´importante tendenza di mercato . Che risponde alla crescente concorrenza a livello Ue e mondiale». I deputati, inoltre, osservano che le fusioni e le acquisizioni rimangono la più frequente strategia di crescita per le istituzioni finanziarie. Ricordano, tuttavia, che il consolidamento «non dovrebbe costituire un obiettivo politico di per sé», ma dovrebbe comportare «chiari benefici per l´economia», in particolare, stimolando la crescita, incoraggiando l´innovazione, garantendo la competitività e migliorando l´accesso ai finanziamenti. Ma anche consentendo alle istituzioni finanziarie «di sfruttare le sinergie e l´efficienza dei costi» ed offrendo al consumatore una scelta più ampia e una migliore qualità e assicurando, nel contempo, un livello adeguato di tutela dei consumatori. D´altra parte, nel rilevare che le attività di fusione e acquisizione e di ristrutturazione, che possono avere effetti positivi sulla competitività, «sono spesso accompagnate da una percezione negativa legata al timore di perdere posti di lavoro», i deputati sottolineano che gli effetti del consolidamento possono essere conseguiti anche in diversi modi. Ad esempio, tramite alleanze commerciali tra istituzioni, outsourcing o in-sourcing di operazioni di back-office, cooperazione di back-office e creazione di infrastrutture comuni con i concorrenti (p. E. Sistemi di pagamento e compensazione). In proposito, chiedono di concentrare l’attenzione sugli effetti in termini di occupazione del consolidamento nel settore finanziario mediante la ristrutturazione della proprietà e delle attività e, in particolare, mediante le attività di outsourcing. Il settore, inoltre, è invitato a definire misure di accompagnamento volte alla formazione e alla riqualifica del personale. Per i deputati, poi, gli operatori del mercato «dovrebbero tenere conto della loro responsabilità sociale durante le attività di fusione e acquisizione e di ristrutturazione». Ritenendo poi che dovrebbe essere mantenuta la diversità delle istituzioni finanziarie - «che meglio riflette la varietà dei bisogni finanziari delle società, delle Pmi e dei consumatori» - i deputati sostengono che la legislazione comunitaria «non dovrebbe favorire un unico tipo di modello aziendale o di struttura societaria né un unico tipo di prodotto rispetto ad altri». L’architettura dei servizi finanziari a livello dell’Unione dovrebbe inoltre garantire la coesistenza di strutture e dimensioni diverse «in modo da disporre di soggetti efficienti e competitivi sia sul piano internazionale sia nelle reti di prossimità». Parimenti, occorre garantire la diversità dei prodotti finanziari «per far fronte ai bisogni diversi e mutevoli dei consumatori». Ostacoli al consolidamento transfrontaliero Per i deputati, in seno al mercato interno, le sinergie economiche e l´efficienza dei costi derivanti dal consolidamento «dovrebbero essere realizzabili e non dovrebbero essere impedite da ostacoli ingiustificabili», quali barriere fiscali e diversi sistemi di vigilanza. Anche perché, nel settore finanziario e in particolare in quello bancario, tali ostacoli hanno portato a un livello di consolidamento inferiore rispetto ad altri settori. Appoggiando quindi l´intenzione della Commissione di porvi rimedio, i deputati prendono atto delle difficoltà cui devono far fronte le istituzioni finanziarie che intendono conseguire l’efficienza in termini di costi ed economie di scala, vendendo gli stessi prodotti o prodotti identici in diversi paesi e chiedono alla Commissione di esaminare ulteriormente tali difficoltà. Più in particolare, la relazione deplora che vari ostacoli finanziari, in particolare l´Iva intragruppo e la mancanza di neutralità e di certezza giuridica nel trattamento Iva dei servizi finanziari, «diminuiscano e spesso impediscano sinergie ed efficienza dei costi». Pertanto, la Commissione è esortata a formulare proposte su come superare tali ostacoli. Inoltre, i deputati rilevano che, attualmente, costi Iva considerevoli non recuperabili, oltre agli oneri intersocietari, «limitano in ampia misura possibili risparmi derivanti dal consolidamento transfrontaliero», mentre l’attuale trattamento fiscale dei dividendi in taluni Stati membri «favorisce il pagamento dei dividendi nazionali rispetto a quelli comunitari». Inoltre, nel caso dei dividendi comunitari, la ritenuta fiscale estera «potrebbe restare definitivamente un onere per i singoli azionisti e determinare quindi una riduzione significativa del rendimento netto dei loro investimenti esteri nell’Ue». I deputati si dicono poi preoccupati per il fatto che le istituzioni finanziarie che mirano a sviluppare le loro strategie a livello Ue «devono spesso fare i conti con pratiche normative e di vigilanza costose e che richiedono molto tempo come pure con diversi requisiti in materia di informazione». D´altra parte, nel riconoscere «il ruolo importante» dei supervisori nazionali nell´attuazione della vigilanza prudenziale e nella tutela della solidità delle istituzioni e dei mercati finanziari nazionali, la relazione rileva che pratiche e norme nazionali divergenti in materia di vigilanza «potrebbero ridurre l´efficienza dei mercati, aumentare i costi operativi delle istituzioni finanziarie attive a livello transfrontaliero e ridurre di conseguenza i benefici del mercato unico finanziario e, in definitiva, comportarne la frammentazione». In proposito, ritengono che l´ulteriore convergenza delle pratiche e delle norme di vigilanza potrebbe ridurre taluni effetti negativi e migliorare l´efficienza del mercato. Concentrazione del mercato La relazione rileva che i livelli di concentrazione del mercato in alcuni Stati membri sono fonte di preoccupazione per quanto riguarda la struttura del mercato, la gestione e il comportamento delle banche europee e di altre istituzioni finanziarie. I deputati, pertanto, chiedono che la concentrazione dei mercati e delle istituzioni finanziarie «sia scrupolosamente esaminata» dalla Commissione e dalle autorità nazionali preposte alla concorrenza. L´esecutivo, inoltre, è esortato ad assicurare che la normativa pertinente sia applicata in modo coerente dagli Stati membri e dovrebbe analizzare le implicazioni del consolidamento nei principali centri finanziari regionali per quanto riguarda il finanziamento delle piccole regioni e delle Pmi. Vigilanza La relazione accoglie con favore le misure Ue recentemente adottate riguardanti la vigilanza prudenziale. In particolare, la proposta di una direttiva sui requisiti patrimoniali che favorisce il principio di controllo del paese d´origine e modifica considerevolmente l´attuale quadro di vigilanza che ora comprende nuove disposizioni sulla cooperazione tra le autorità nazionali competenti, requisiti di informazione delle autorità di vigilanza e poteri rafforzati per il supervisore per quanto riguarda la convalida dei modelli di misurazione del rischio. Per i deputati, nell´attuale legislazione, tale approccio dovrebbe essere accompagnato da «una chiara definizione e da un´equilibrata attribuzione dei poteri e delle responsabilità ai supervisori del paese d´origine e del paese ospitante». La Commissione è poi invitata a tenere debitamente conto nelle sue proposte delle difficoltà incontrate da alcuni regolatori nazionali nell’intervenire «su mercati caratterizzati da una presenza molto forte di capitali stranieri». Inoltre, ritenendo che le attuali reti di supervisori nazionali, le disposizioni di vigilanza e i memorandum d´intesa non giuridicamente vincolanti potrebbero non essere sufficienti per far fronte a una grave crisi causata da fallimenti di mercati o di importanti gruppi finanziari transnazionali, i deputati sottolineano come sia fondamentale la cooperazione e la fiducia reciproca tra le autorità di vigilanza. Invitano inoltre la Commissione e le autorità nazionali competenti a elaborare congiuntamente proposte adeguate per una gestione efficace delle crisi. Infine, la relazione sollecita la costituzione di un comitato di saggi per studiare e riferire, entro la fine del 2006, in merito alle implicazioni del consolidamento dei mercati e delle istituzioni finanziarie, la vigilanza prudenziale, la stabilità finanziaria e la gestione delle crisi. Il comitato dovrà proporre idee concrete concernenti la semplificazione dei molteplici requisiti di informazione, il miglioramento delle attuali strutture e, infine, dovrà esaminare i bisogni e le strutture dei supervisori finanziari europei. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|