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Notiziario Marketpress di
Giovedì 17 Gennaio 2008 |
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OCCUPAZIONE: SPERIMENTAZIONE LAVORO ACCESSORIO
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Udine, 17 gennaio 2008 - "Il lavoro accessorio rappresenta il tentativo di applicare regole più flessibili, e perciò sostenibili, a rapporti di lavoro che sono per loro natura molto diversi da quelli a cui si applicano le norme di tipo generale: dobbiamo essere consapevoli che adottare regole più flessibili, e perciò più adatte, vuol dire favorire la regolarità e conseguentemente l´emersione e non andare in direzione opposta come magari qualcuno può temere". Lo ha dichiarato l´assessore regionale al Lavoro, Roberto Cosolini, intervenendo ieri al seminario "Prospettive per l´utilizzo del lavoro accessorio in Friuli Venezia Giulia", organizzato dall´Agenzia regionale del lavoro e della formazione professionale e da Italia Lavoro Spa per valutare l´apporto della normativa che riguarda le prestazioni di lavoro marginali e accessorie, limitate per settore - i principali sono i servizi alla famiglia e alla persona e le microprestazioni in agricoltura - e limitate anche per i soggetti che possono esserne interessati (pensionati, studenti, casalinghe, disoccupati da oltre un anno, disabili e soggetti in comunità di recupero, lavoratori extracomunitari, regolarmente soggiornanti in Italia, nei sei mesi successivi alla perdita del lavoro). "Noi proponiamo una sperimentazione più forte del lavoro accessorio - ha fatto sapere Cosolini - e riteniamo che in Friuli Venezia Giulia possano essere tre i settori interessati: il primo è quello dei servizi alla persona o delle assistenti familiari, settore in cui con il ricorso al lavoro accessorio si potrebbero favorire le sostituzioni per ferie, malattie, imprevisti nei rapporti di lavoro tra famiglia e badanti, incentivando le famiglie che hanno adottato rapporti regolari a mantenere questa regolarità anche nei casi di emergenza, che spesso invece costringono a dare immediate risposte di tipo irregolare". Il secondo settore è quello agricolo nel periodo delle vendemmie e la terza sperimentazione potrebbe infine riguardare, ha suggerito Cosolini, gli studenti universitari. "Per favorire - ha spiegato -, in particolare nelle città di Trieste e Udine, la creazione di una carta di servizi alla comunità, ad esempio per babysiteraggio e ripetizioni, che potrebbe essere fatta dagli studenti dei due atenei. L´università potrebbe così ospitare delle agenzie per il lavoro accessorio e mettere in collegamento la domanda delle famiglie e della città con un´istanza che è presente nella cooperazione studentesca. Questo - suggerisce l´assessore al Lavoro - favorirebbe da un lato l´autonomia degli studenti universitari anche dal punto di vista economico e, dall´altro, contribuirebbe ad aumentare la collaborazione e la compenetrazione di interessi tra la città e l´università". Al convegno sono inoltre intervenuti il direttore dell´Agenzia regionale del lavoro e della formazione professionale, Domenico Tranquilli; Natale Forlani, amministratore delegato Italia Lavoro spa, e Mario Conclave, dirigente area disabilità ed inclusione sociale Italia Lavoro spa. . |
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