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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 23 Gennaio 2008 |
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PROGETTO CINA: PASSAGGIO DI TESTIMONE ALLE IMPRESE
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Pordenone, 23 gennaio 2008 – “Come comprendere la Cina” è il seminario, svoltosi il 21 gennaio in Camera di commercio a Pordenone, di chiusura del progetto di penetrazione del sistema economico regionale nella Repubblica Popolare Cinese, nato nel 2004 ad opera delle Camere di Commercio di Pordenone e di Udine, in collaborazione con quelle di Trieste e Gorizia, sulla base della Convenzione tra la Regione Friuli Venezia Giulia e l’Istituto per il Commercio Estero. Dal 2004 ad oggi sono state coinvolte nell’iniziativa diverse centinaia di imprese della regione Fvg: particolarmente l’attenzione è stata focalizzata sulle aziende medio piccole e sulle micro imprese. È da rilevare, però, come anche le grandi imprese, che vantano pluriennali attività in questo mercato, hanno visto le Camere di Commercio e il Progetto Cina come un utile punto di riferimento e confronto, beneficiando del servizio di orientamento e assistenza messo a disposizione dal Progetto. Le diverse iniziative sono state programmate e progettate con il prezioso supporto dell’Istituto nazionale del Commercio Estero, attivamente impegnato con le sue sedi in Italia e in particolare in Cina. “Nella nostra Regione l’interscambio commerciale con la Cina negli ultimi anni è cresciuto in maniera considerevole, per quanto riguarda l’import in settori come il tessile, i prodotti della siderurgia, i prodotti in metallo, le macchine per impieghi speciali, i componenti elettronici, i mobili – ha spiegato Adriano Luci, vice presidente Cciaa di Udine – per quanto riguarda l’export in settori come il cuoio, i prodotti chimici di base, i prodotti in metallo, le macchine per impieghi speciali”. Giovanni Pavan, presidente della Cciaa di Pordenone ha precisato che “gli enti camerali si impegneranno anche per quest’anno sul fronte Cina, per garantire alle imprese la possibilità di ottenere supporto e informazioni. Un nuovo progetto è infatti in fase di approvazione, sempre nell’ambito dell’Accordo di programma tra la Regione e il Ministero. Questo oltre ad attività rivolte ad altri paesi dell’area asiatica, in primis Giappone, permetterà di mantenere uno sguardo costante sulle evoluzioni della Cina”. “Nel cambiamento veloce della Cina risiede un’opportunità che le nostre imprese devono saper cogliere – ha esordito il direttore dell’ufficio Ice di Pechino, Antonino Laspina – un’impresa, attraverso una strategia cinese, verifica se è attrezzata all’internazionalizzazione. Il sistema cinese si presenta multipolare da un punto di vista geografico per lo sviluppo produttivo e multisettoriale; si assiste ad un imponente recupero delle tecnologie produttive sofisticate (lavorazione plastica, gomma, automotive) nell’ottica della competitività dei prodotti, non più destinati solamente al mercato interno ma orientati alla vendita fuori Paese. Altro aspetto, il sistema si razionalizza e si è sviluppata una nuova logica aziendalistica: mentre prima si operava con un bassissimo livello di produttività per addetto, oggi fare impresa in Cina significa rendere conto al sistema statale dei fattori produttivi. C’è, ad esempio, una maggiore consapevolezza sulla tutela ambientale. Con lo spappolamento delle imprese di Stato cresce il ruolo dei piccoli imprenditori, vantaggio per i nostri imprenditori che possono avere un rapporto più diretto con la loro controparte. In questi anni si è anche raggiunta una migliore qualità della struttura pubblica per gli investimenti. La Cina non è solo un territorio dove andare a produrre per portare poi in Italia ma oggi il mercato è la Cina, si produce in Cina per la Cina. La strategia da affrontare è quindi capire come il sistema Italia, nelle sue varie specifiche territoriali, può portare risorse economiche dalla Cina verso le nostre imprese: ad esempio, hanno i cinesi una cultura orientata a far sì che possano abbinare il vino italiano con cibo cinese? Nel fare questo si tenga presente che in Cina modernizzazione non è occidentalizzazione. Nel panorama delle modalità distributive del Paese, ad esempio, il negozio multibrand non ha fatto strada, perché non c’è la cultura della tutela della proprietà intellettuale. È quindi necessario che le imprese del Fvg sviluppino un format, preparino piattaforme di consumo ad hoc”. “Il progetto che si conclude oggi dovrà proseguire ma in termini diversi – è intervenuta la consulente del progetto Cina, Patrizia Tambosso –. L’obiettivo di questi 4 anni di attività è stato far comprendere alle imprese come sia necessario cercare informazioni sempre aggiornate sulla Cina, poiché esse sono molto dinamiche, e quanto sia fondamentale pensare non più al puro trade basato su vendo o acquisto, ma al più complesso business”. “Con questo parlo dei servizi legati alla produzione – ha proseguito la dottoressa Tambosso – quelli consulenziali, bancari, legati alla logistica. Si è preso atto che per le Pmi è difficile andare in Cina; per questo il progetto ha cercato di trovare punti comuni tra loro al fine di creare alleanze minime di risorse (umane, organizzative) per affrontare quel mercato. A fine progetto rimane la consapevolezza che mettendo in moto meccanismi di collaborazione tra Camere di commercio, Ice e altre istituzioni si ottengono buoni risultati e rimane un sistema di riferimento per il sostegno delle imprese, a partire dalla raccolta di informazioni”. Alle imprese stesse la scelte: o di crescere dimensionalmente o di mettersi insieme per ottenere la massa critica necessaria per affrontare il mercato cinese. “Il mio suggerimento per chi vuole andare in Cina – ha proseguito la consulente – è di “cinesizzarsi”: un esempio concreto, là il timbro dell’azienda vale più della vostra firma. Essenziale è anche la predisposizione di un business plan prima della partenza”. “Questo momento segna un passaggio di testimone – ha concluso – vi diamo un compito per casa: di fornire ora alle Camere di commercio gli imput sulle vostre esigenze, in modo che esse possano agire per favorirvi al massimo”. Alcuni dati import-export: La Regione Friuli Venezia Giulia vede con interesse il mercato cinese, confermato anche dal trend positivo dell’import-export: gli ultimi dati disponibili riferiti a ottobre 2007 mostrano che le esportazioni del Fvg verso la Cina sono aumentate di oltre il 10% rispetto all’analogo periodo del 2006 mentre le importazione di oltre il 50%. Se per la provincia di Pordenone il dato che emerge è relativo alle esportazioni, in aumento del 30%, nella provincia di Udine si rileva un imponente aumento delle importazioni quasi +80% riferito ai settori siderurgico e meccanico. Alcuni dati di riferimento delle attività svolte dalle Cciaa negli ultimi 18 mesi: assistenza mirata ed informazioni alle aziende regionali: Numero di aziende coinvolte a livello regionale 144; organizzazione missione economica in Rp Cina: Numero di aziende coinvolte nella missione 4; apertura punto di assistenza regionale c/o Ice Pechino: Numero di aziende coinvolte a livello regionale 46; formazione mirata al mercato cinese di business promoter: Numero di aziende coinvolte a livello regionale 17; incoming di esperti cinesi settore meccanica e agroalimentare: Numero di aziende/istituzioni/altro coinvolte a livello regionale 20. . |
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