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Notiziario Marketpress di Giovedì 31 Gennaio 2008
 
   
  PARALMENTEO EUROPEO, SITUAZIONE IN IRAN: DARE SPAZIO AL DIALOGO

 
   
   Bruxelles, 31 gennaio 2008 - L´intervento di Javier Solana ha aperto un ampio dibattito in Aula sulla situazione in Iran. Molto dubbi sono stati sollevati sugli scopi civili del programma nucleare e numerose critiche si sono levate contro le repressioni, ma la maggioranza dei deputati si è detta favorevole a proseguire il dialogo, escludendo qualsiasi azione militare. Alcuni hanno sostenuto l´idea dell´Alto rappresentante per la politica estera dell´Ue di istituire una "banca mondiale del combustibile nucleare". Dichiarazione dell´Alto rappresentate per la politica estera e di sicurezza comune Javier Solana, sottolineando che quella iraniana è una delle più importanti questioni nell´attuale agenda internazionale, ha affermato che l´Ue intende intrattenere «relazioni costruttive» con l´Iran, «anche se ciò è difficile». Ha peraltro osservato che in Iran vi sono elementi di democrazia assenti in altri paesi del Medio oriente e, nonostante permangano importanti lacune, «è meglio che niente». In proposito, ha sottolineato che il paese è «in fondo alla classifica mondiale delle libertà fondamentali», avendo un elevato numero di esecuzioni capitali, denunce di torture e restrizioni alla libertà di stampa. Ha poi insistito sul fatto che l´Iran non ha più partecipato al dialogo con l´Ue sui diritti umani dal 2004. Ciò nonostante, ha notato l´Alto Rappresentante, vi sono aree in cui l´Ue vorrebbe cooperare con l´Iran, come quelle dell´energia, della lotta al traffico di droga e al terrorismo, ma è difficile considerarlo un partner costruttivo. Ad esempio, ha spiegato, nell´ambito del conflitto israelo-palestinese, l´Iran è l´unico paese che non accetta l´idea di due Stati. Inoltre, fornisce armi ad Hamas e nega - in modo «inaccettabile» - l´Olocausto. L´iran, ha aggiunto, è un fattore di destabilizzazione in Libano, sostenendo Hezbollah, e in Iraq. Affrontando poi la questione nucleare, Solana ha affermato che se l´Iran costruisce la bomba atomica, ne risulterebbe un´importante instabilità in tutto il Medio oriente, danneggiando tutto il sistema di non proliferazione. L´obiettivo dell´Ue, ha però aggiunto, è di «dirimere i sospetti» e, pertanto, l´Iran deve collaborare con l´Aiea fornendo risposte chiare e garantendo la trasparenza sulle sue attuali attività in campo nucleare. Lamentando di non aver ricevuto risposte in merito al programma di arricchimento dell´uranio, l´Alto rappresentante ha sostenuto che l´Ue non ha obiezioni a un programma con scopi civili, tanto è che ha anche offerto la sua collaborazione in questo campo. D´altra parte, ha sostenuto che non è possibile «chiudere gli occhi» mentre l´Iran ignora le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell´Onu ed è per tale ragione che se ne sta studiando una nuova che, ha precisato, non in tende punire l´Iran ma convincerlo al negoziato. Più in generale, Solana ha sottolineato la necessità di trovare il modo di garantire l´approvvigionamento di combustibile nucleare senza dover sviluppare proprie capacità di arricchimento. In tale contesto, ha quindi proposto l´istituzione di una «banca mondiale del combustibile nucleare». Sottolineando, infine, l´importanza che l´Iran riveste nella regione, Solana ha affermato che occorre normalizzare le nostre relazioni con tale paese, a beneficio suo e dell´Ue. Interventi in nome dei gruppi politici Michael Gahler (Ppe/de, De) ha evidenziato che il Parlamento europeo si occupa da molti anni dei diritti umani in Iran, denunciando le esecuzioni capitali e le torture. E, in proposito, ha voluto ricordare i nomi di numerosi attivisti e giornalisti condannati a morte. Sulla questione nucleare ha invece criticato il fatto che Jalili non abbia risposto alle domande poste dai deputati nel corso di una recente audizione alla commissione per gli affari esteri. Il suo intervento, ha insistito, non è stato sufficiente a eliminare le diffidenze. Dicendosi quindi d´accordo sulla proposta di una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza dell´Onu, ha sottolineato che occorre dialogare con l´Iran, ma è anche necessario riaffermare i nostri valori e intensificare la cooperazione solo quando sarà ristabilita la fiducia. Per Hannes Swoboda (Pse, At) le principali questioni riguardano i diritti umani, le armi nucleari e le elezioni di marzo prossimo. Dicendosi convinto che non bisogna permettere la presenza di armi nucleari nella regione, ha criticato l´atteggiamento Usa che ha chiuso gli occhi sulle armi nucleari di cui si è dotato il Pakistan, permettendo il trasferimento della tecnologia in altri paesi. Ha quindi esortato controlli rigorosi. In merito alla consultazione elettorale, il deputato ha sottolineato che in una vera democrazia le elezioni devono essere realmente libere. Annemie Neyts-uyttebroeck (Alde/adle, Be) ha affermato che il modo in cui l´Iran ha trattato i suoi cittadini negli ultimi anni «non rende giustizia alla propria storia». Occorre poi sviluppare il dialogo con la società civile, ma anche con le autorità politiche. Nonostante l´incontro con Jalili non abbia fornito risposte sufficienti, ha aggiunto, avrà sicuramente capito che il Parlamento europeo è contro la militarizzazione dell´Iran. La deputata si è detta infine d´accordo sull´idea di creare una banca dei combustibili nucleari per usi civili. Secondo Konrad SzymaŃski (Uen, Pl), la cosa più importante è ottenere la garanzia che l´Iran non stia sviluppando armi nucleari. Sarebbe ingenuo, ha però aggiunto, credere che il programma abbia solo obiettivi civili, vista la politica aggressiva del presidente iraniano. Occorre quindi continuare a fare pressioni sull´Iran, «senza escludere una soluzione militare». Angelika Beer (Verdi/ale, De) ha sottolineato che il dibattito in corso è seguito in Iran poiché vi è una società civile attenta. Occorre quindi mandare un messaggio al presidente iraniano affermando la solidarietà dell´Ue nei confronti delle organizzazioni, delle donne e dei sindacati che subiscono la repressione. Chiedendosi poi se l´Ue abbia fatto ricorso a tutto il margine di manovra disponibile, ha quindi evidenziato la necessità di trovare un modo per affrontare il negoziato senza pre-condizioni. Ha poi concluso osservando che eventuali sanzioni indebolirebbero unicamente la popolazione. Per Tobias Pflüger (Gue/ngl, De) occorre una moratoria sul nucleare e il caso deve essere trattato dall´Aiea e non dal Consiglio di sicurezza. Deplorando la repressione inflitta alla popolazione iraniana, si è detto contrario a sanzioni contro l´Iran e a «minacce di guerra»; auspicando invece dei negoziati. Bastiaan Belder (Ind/dem, Nl) ha sostenuto che «la buona notizia» è che a dicembre l´opposizione iraniana si è opposta alla negazionismo dell´Olocausto propugnato dal presidente. La «brutta notizia» è invece che l´Iran ha minacciato una reazione seria e conseguente nel caso in cui il Consiglio di sicurezza adotti una nuova risoluzione. Interventi dei deputati italiani Lilli Gruber (Pse, It) ha sottolineato che il Presidente iraniano Ahmadinejad ha detto oggi che Israele «è una sporca entità sionista che prima o poi cadrà». Un´affermazione, per la deputata, «naturalmente inaccettabile e chiaramente propagandistica». Ha poi ricordato che il 14 marzo ci saranno le elezioni politiche in Iran, «in cui conteranno più le sue promesse mancate che non i proclami». Del resto, ha aggiunto, «anche l´America è in piena campagna elettorale e dunque è necessario stare ai fatti»: «l´Iran è la potenza emergente nel Golfo e con essa Washington sta cercando di negoziare un accordo; a dicembre i servizi segreti americani hanno stabilito che l´Iran non rappresenta una minaccia immediata; il 12 gennaio scorso il direttore dell´Aiea, El Baradei, ha avuto assicurazione dagli iraniani sulla risposta a tutti gli interrogativi ancora aperti». La pressione sull´Iran, per la deputata, «va mantenuta» per «raggiungere un accordo utile a tutti e alla stabilità della regione, evitando misure radicali e spesso inefficaci». In proposito ha ricordato l´inefficacia delle sanzioni contro l´Iraq. A suo parere, occorre inoltre riconoscere «il ruolo dell´Iran nei nuovi equilibri dello scacchiere», offrendo al paese «delle garanzie di sicurezza credibili in un contesto regionale così turbolento». Al riguardo, ha affermato che «un coinvolgimento americano diretto è essenziale per il successo di trattative che devono a questo punto essere onnicomprensive». Dall´altro lato, ha proseguito, «è assolutamente chiaro che l´Iran deve assumersi responsabilità adeguate: abbandono delle ambizioni nucleari e militari con stringenti verifiche, ruolo costruttivo per la soluzione dei conflitti ancora aperti, rispetto dei diritti umani e delle donne e, più in generale, delle regole democratiche». Ha infine concluso citando una mail ricevuta dal premio Nobel per la pace Shirin Ebadi in cui denuncia le gravi e sempre più frequenti violazioni dei diritti umani: «è questo, più di quello nucleare, il fronte più drammatico oggi in Iran». Ha quindi esortato ad ascoltare questo monito. Per Romano La Russa (Uen, It), «l´unica via da perseguire» è quella del dialogo, «anche se risulta tuttavia difficile capire su che basi questo dialogo si possa poi sviluppare». In proposito si è infatti chiesto: «Come dialogare con un paese che non rispetta i diritti dell´infanzia ed estende la pena di morte ai minori? Con il regime, delle impiccagioni in piazza, un regime che minaccia di voler cancellare lo Stato di Israele? E sulla questione nucleare dovremmo forse soprassedere o non quantomeno dubitare dell´utilizzo pacifico del nucleare? Fino a che punto dovremmo credere ai piani militari di difesa nazionale? E ancora, possiamo ritenere affidabile un regime che finanzia la guerriglia nei paesi limitrofi?». Con riferimento poi al rapporto della Cia, ha invitato «a non farsi troppe illusioni» sulla sua attendibilità. Non è la prima volta, ha spiegato, «che questi rapporti vengono poi clamorosamente smentiti». Ha poi aggiunto che non è possibile negare la possibilità di sperimentare il nucleare a fini civili e non militari, «ma il Presidente Ahmadinejad non solo non dà alcuna garanzia, ma di fatto fa temere il peggio». Escludendo l´opzione di un intervento militare, ha sottolineato che l´opzione delle sanzioni sarebbe «una sconfitta per tutti e penalizzerebbe l´economia e un popolo inerme, ignaro e innocente». Ha quindi invitato a ricorrere alla diplomazia, poiché «le sanzioni non hanno mai sortito nulla di buono, servono soltanto ad alimentare ulteriore odio verso l´Occidente e gli Stati Uniti in particolare». Nel ribadire il diritto all´autodeterminazione energetica dei popoli, Luca Romagnoli (Ni, It) ha detto di apprezzare il tentativo negoziale dell´Unione e di sostenere «la sinergesi del piano di lavoro Aiea-iran». A suo parere, è lodevole e utile per fugare preoccupazioni, «anche al fine di depotenziare speculazioni politiche e strategiche basate sull´ipotetica minaccia alla pace». Del resto, ha sottolineato, anche la risoluzione ammette la necessità di rinunciare a retoriche speculazioni politiche sull´Iran. Ha poi sostenuto di condividere tutta la prima parte della risoluzione e l´esortazione alla creazione di un nuovo quadro multilaterale per l´utilizzazione dell´energia nucleare. Viceversa, «appare demagogica la seconda parte», visto che le violazioni dei diritti umani in tantissima parte del mondo «non registrano altrettante e solerti condanne». A titolo di esempio, ha quindi citato le recenti risoluzioni su Pakistan e Cina «che non hanno avuto altrettanta energia, né palese sostegno all´opposizione interna». Ha quindi concluso annunciando la propria contrarietà alla risoluzione, «perché diritti umani e libertà sono valori assoluti che non conoscono diversità di applicazione, né si prestano alla sperequazione tra il chiede e il condanna». .  
   
 

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