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Notiziario Marketpress di
Martedì 12 Febbraio 2008 |
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A SCUOLA: PROVE TECNICHE DI AMMINISTRAZIONE I RAGAZZI HANNO COSTITUTO UNA “FINTA” AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE CON PROPRI RAPPRESENTANTI.
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Biella, 12 febbraio 2008 - Viaggio alla scoperta delle deliberazioni provinciali. È un progetto che una classe seconda dell’istituto Itis ha condiviso con la Provincia, simulando, con attività teoriche in classe e un incontro pratico in via Quintino Sella, i processi decisionali dell’amministrazione. Come si è svolto il progetto? In classe, i ragazzi hanno dapprima costituto una “finta” amministrazione eleggendo i propri rappresentanti: un presidente del consiglio, i gruppi consigliari di maggioranza e minoranza, un gruppo misto e i commissari permanenti. Hanno, insomma, riprodotto l’organo provinciale seguendone il regolamento. Ad esempio, con una votazione per alzata di mano è stato eletto il presidente (che deve ottenere la maggioranza qualificata dei 2/3 del consiglio al primo scrutinio e la maggioranza assoluta al secondo). Tocca poi al presidente nominare le commissioni: in questo caso si è scelto di costituirne una dedicata a turismo e sport. Una volta “creata” l’amministrazione, tutta la classe ha partecipato alla redazione di una proposta di deliberazione da sottoporre al consiglio. Così si è esaurita l’attività in aula. E gli studenti si sono spostati nel palazzo della Provincia per elaborare dal di dentro la loro proposta e concretizzarla. Il consiglio dei ragazzi, 14 membri, era così composto: 9 allievi per la maggioranza e 5 per la minoranza; con i relativi gruppi consiliari. La commissione permanente è formata da 6 allievi. Su questa fase di costruzione i ragazzi si sono poi esercitati con domande scritte. I ragazzi hanno scelto di intraprendere la strada per realizzare un centro sportivo, adducendo la volontà di avvicinare lo sport ai giovani. Hanno dunque dovuto decidere il dove, il come, hanno discusso sull’identità della struttura e sul modello di gestione. Ne è nata una proposta molto dettagliata, ultimo passo prima della vera seduta del consiglio, ospitata nella sala Maria Bonino del palazzo provinciale dove si riunisce il consiglio ufficiale. Anche qui tutto si è svolto secondo il regolamento. Il presidente ha verificato il numero legale e ha riferito brevemente sulla relazione della commissione. Poi ha preso la parola il relatore, vale a dire uno dei 4 consiglieri che hanno presentato la proposta, che ha indicato scopi, modalità di attuazione e mezzi finanziari per realizzarla. Dopo la replica dei consiglieri e la votazione degli emendamenti la proposta è stata approvata. Tutto pronto quindi per la pubblicazione sull’albo pretorio, dopo di che, trascorsi 10 giorni, la deliberazione diventa esecutiva. La simulazione fa parte di un corso di conoscenza generale della norma giuridica che il professor Roberto Fotia tiene all’Iti. Obiettivo è quello di far conoscere ai ragazzi le fonti del diritto e l’iter per la formazione di una legge ordinaria. «Il valore educativo di una simulazione come questa – commenta l’assessore provinciale all’istruzione Anna Fazzari – è elevato. Credo che per molti ragazzi non ci sia niente di così astratto come l’iter di approvazione di una legge o di una delibera. Invece, e lo testimonia l’entusiasmo degli allievi dell’Iti, l’attività amministrativa comprende fattori inaspettati come la creatività, l’arte di persuadere, il confronto e il dibattito e la possibilità di esporre e difendere le proprie idee. Oltre a questi aspetti, che sono i valori alti della politica intesa come servizio, c’è naturalmente una forte dose di tecnicismo che in una simulazione non è possibile riprodurre, ma sono certa che i ragazzi hanno apprezzato. E soprattutto la apprezziamo noi, che come amministratori abbiamo il dovere e il piacere di aprire le porte del palazzo ai giovani e mostrare che la conoscenza di certi meccanismi è importante per capire la realtà. In fondo, le decisioni di un’amministrazione riguardano la vita di tutti ed è per questo che sono della massima importanza sia per chi le prende sia per chi le vive». . |
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