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Notiziario Marketpress di
Giovedì 21 Febbraio 2008 |
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SOTTOPRODOTTI TESSILI E CASCAMI NON SONO RIFIUTI RIPROPOSTO IL TEMA IN UNA LETTERA AL MINISTRO DELL´AMBIENTE.
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I cascami e i sottoprodotti tessili non sono rifiuti ma “vengono di fatto utilizzati da tempo in impianti e con procedimenti analoghi a quelli impiegati per la lavorazione della materia prima vergine”. Con una lettera al Ministero dell’ambiente e tutela del territorio gli assessori all’ambiente di Regione e Provincia di Biella Nicola de Ruggiero e Davide Bazzini hanno riproposto il tema delle disposizioni di legge in materia di rifiuti che considerano appunto rifiuti anche alcuni sottoprodotti tessili, anche di elevato pregio, attualmente largamente commercializzati e riutilizzati. “Infatti se tali sottoprodotti fossero ascritti alla categoria dei rifiuti – scrivono i due assessori – andrebbero gestiti secondo procedure complesse ed esclusivamente presso impianti opportunamente autorizzati; con aggravi burocratici ed economici, senza apportare alcun beneficio all’ambiente”. La lettera è stata firmata il 20 febbraio al termine di una conferenza stampa in cui hanno partecipato anche il presidente della Provincia di Biella Sergio Scaramal, il vicepresidente dell’Unione Industriale Biellese Federico Hary, il presidente dell’Associazione nazionale del commercio laniero Piercarlo Zedda, la responsabile area ambiente e sicurezza dell’Unione Industriale Silvia Berra, il direttore della Cna Luca Guzzo e il vicedirettore di Confartigianato Franco Volpe. L’iniziativa scaturisce dalla nota trasmessa dall’Unione Industriale Biellese a Regione Piemonte e Provincia di Biella e sottoscritta anche da Associazione commercio laniero, Cna e Confartigiato riguardante i sottoprodotti tessili e l’importazione di lane. Nella nota si evidenziavano alcune difficoltà del comparto tessile derivanti da un apparato normativo poco attento alle peculiarità del settore ed alle esigenze produttive. Tali problematiche sono accentuate dal decreto legislativo del 16 gennaio 2008 tanto da sollevare preoccupazioni circa le possibili ripercussioni sul sistema produttivo biellese. Per entrare nel dettaglio delle problematiche rilevate, una restrittiva lettura del punto 2 dei requisiti ai quali la lettera p) dell’art. 183 condiziona l’attribuzione della qualifica di sottoprodotto, parrebbe imporre l’individuazione sin dalla fase di produzione sia del processo produttivo sia dell’utilizzatore presso il quale il sottoprodotto andrebbe collocato, impedendo di fatto la commercializzazione del medesimo secondo le logiche di mercato. “Già nei mesi scorsi il confronto con il Governo si era rivelato utile e costruttivo per correggere il testo del decreto ambientale” dice l’assessore regionale all’ambiente Nicola de Ruggiero. “La Regione Piemonte – aggiunge – porterà nuovamente all’attenzione del Ministero per l’Ambiente l’allarme che si è diffuso nel comparto produttivo del distretto tessile di Biella, fonte di preoccupazione per enti locali, sindacati ed imprese per le ricadute che possono derivare dall’applicazione della nuova normativa. Eravamo e siamo tuttora convinti che il comparto tessile possa soffrire un considerevole aumento di costi di sistema e di adempimenti burocratici a scapito della semplificazione, con il rischio di una crisi occupazionale”. “Con il Ministero – dice ancora l’assessore de Ruggiero – cercheremo di trovare una soluzione coerente con la normativa europea, rispettosa dell’ambiente e delle legittime esigenze di competitività dei settori imprenditoriali coinvolti, al fine di garantire all’area biellese la sicurezza del mantenimento dei livelli occupazionali esistenti, come chiedono imprese, sindacato e comunità locale”. . |
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