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Notiziario Marketpress di Venerdì 22 Febbraio 2008
 
   
  SERVONO NUOVE REGOLE CONDIVISE PER LA GESTIONE DEL LAGO DI GARDA

 
   
  Comunicato del Presidente Urbim (Unione Regionale Bonifiche Irrigazione e Miglioramenti Fondiari) Lombardia sulla gestione del lago di Garda: “Il dibattito che si è sviluppato attorno alla gestione del Garda non è molto costruttivo e fa presagire tempi difficili per tutti i soggetti interessati. Le problematiche del Garda sono complesse e sono state messe a nudo a partire dal 2003 con l’inizio della grave crisi idrica. Le precipitazioni sul bacino del Garda sono ridotte del 40% mentre le norme che lo regolano sono vecchie e non più attuali. In questi anni il Garda è stato gestito, per far fronte alla crisi idrica, fuori dalle regole in vigore, ma in accordo con tutti i soggetti interessati (Regione, Provincia, Consorzi di bonifica, Aipo e Parco Comunità del Garda), decidendo settimanalmente le manovre da fare. I problemi sono stati immensi per l’agricoltura, per il turismo e per l’ambiente: tutti, poco o tanto, ci hanno rimesso qualcosa. Oggi sembra che questo accordo si sia rotto. Nella riunione della Comunità del Garda dello scorso 3 febbraio l’intervento di alcuni sindaci è stato fuorviante e impreciso e hanno accusato i soggetti sub-lacuali, tra i quali i consorzi di bonifica, che, pur avendo negli ultimi anni risparmiato il 45% dell’acqua rispetto alle concessioni in atto, si sono trovati sul tavolo degli imputati. Per altro verso, alcuni soggetti utilizzatori, in quest’ultimo periodo, hanno messo in discussione l’operato degli enti preposti alla gestione e delle comunità gardesane facendo delle proposte, a loro dire, risolutive di ogni problema, ma in realtà troppo semplificative e senza i necessari approfondimenti. Non si tratta di prendere dei semplici provvedimenti, ma di cambiare profondamente, con nuove ed efficaci proposte, i vecchi equilibri dettati ancora da ordinanze ministeriali e protocolli di intesa che per raggiungerli sono occorsi decenni. Il bacino gardesano è molto complesso, hanno competenze tre province, due regioni, due autorità di bacino, una provincia autonoma (Trento), il parco del Mincio, i consorzi di bonifica tramite il Consorzio del Mincio, e la gestione è esercitata dall’AIPO. Oggi inoltre ha competenza anche il Commissario Governativo per la crisi idrica che si sta adoperando per trovare delle soluzioni possibilmente condivise. La soluzione dei problemi deve sicuramente passare attraverso una serie di interventi molto complessi; si dovrà ragionare in un ottica unitaria e coordinata come unico sistema Garda/Mincio/Adige; si dovrà tenere conto della questione ambientale anche per l’entrata in vigore del nuovo DMV (Deflusso Minimo Vitale); ci sono le esigenze turistiche, industriali e di produzione di energia e le esigenze agricole, ricordando che il decreto Legislativo 152, in caso di crisi idrica, stabilisce che, dopo il consumo umano, la priorità è l’uso agricolo. Bisognerà trovare un nuovo sistema di gestione dei bacini a monte del Garda, con dei rilasci non più finalizzati soltanto alla produzione di energia, ma anche con riferimento alle altre esigenze; investire a valle con il potenziamento e ammodernamento della rete e dei sistemi di irrigazione, il tutto finalizzato a un minor consumo di acqua; trovare nuovi sistemi di bacinizzazione delle acque piovane e provenienti anche da altri bacini per utilizzarle nei momenti di crisi; rivedere i deflussi nel periodo invernale e ridurli al minimo conteggiando nel bilancio idrico del Mincio anche tutti gli afflussi del Mincio a Sud del manufatto regolatore; orientare nel Garda nuovi afflussi di acqua proveniente da altri bacini, il tutto dopo le necessarie valutazioni tecnico-scientifiche del caso. Bisogna abbandonare l’atteggiamento di una critica poco costruttiva, pensando che basta alzare la voce per risolvere i problemi. Gli interventi da fare sono molti; prima di tutto vanno cambiate le regole di gestione rendendole più attuali e dando loro la flessibilità necessaria, a tal fine costituendo un tavolo a cui partecipino tutti gli enti interessati e nel quale, discutendo senza pregiudizi, si trovino soluzioni condivise. Solo in questo modo si può gestire con il concorso di tutti e in modo efficace i problemi sempre più gravi del lago di Garda, e l’Urbim è a disposizione per dare il suo contributo”. Carlo Anselmi, Presidente. .  
   
 

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