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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Febbraio 2008
 
   
  FUTURAGRA: IL MONDO AGRICOLO PRONTO A COLTIVARE OGM GLI AGRICOLTORI LOMBARDI SONO FAVOREVOLI ALLE COLTIVAZIONI OGM (DEMOSKOPEA), UN SENTIMENTO CHE LI ACCOMUNA A QUELLI FRIULANI DA ANNI IMPEGNATI A FAR SENTIRE LA LORO VOCE A SOSTEGNO DELLE BIOTECNOLOGIE APPLICATE ALL’AGRICOLTURA.

 
   
   Il sondaggio di Demoskopea, secondo il quale il 67% dei maiscoltori della Lombardia sono pronti a coltivare da subito mais Ogm, smentisce clamorosamente il luogo comune che vorrebbe gli agricoltori italiani contrari a questa tecnologia e pone con forza il tema della libertà di scelta degli agricoltori. “Questo sondaggio smaschera la gigantesca opera di disinformazione da parte dei detrattori di questa tecnologia che invece è sempre più indispensabile per i maiscoltori italiani", commenta Duilio Campagnolo, Presidente di Futuragra, l´associazione che si batte da anni per la libertà di coltivare Ogm, commentando i risultati del sondaggio presentato oggi a Cremona in occasione di Vegetalia. “Ho ragione di credere che se in Lombardia quasi 7 maiscoltori su 10 sono pronti a coltivare gli Ogm, la percentuale dei coltivatori favorevoli nella nostra Regione è persino più elevata: in Friuli, infatti, il problema della piralide è ancora più grave” ha aggiunto Campagnolo “e, dopo tutto il tempo perso, bisognerebbe intervenire senza ulteriori esitazioni: mi riferisco alla coltivazione di varietà geneticamente migliorate resistenti alla piralide da subito, sin dalla prossima semina. Un diritto per cui nel nostro paese, però, si va incontro a sanzioni di carattere penale". La comunione d’intenti tra agricoltori lombardi e friulani svelata dal sondaggio ha un suo peso. Lombardia e Friuli sono due regioni di punta per la produzione di mais in Italia: da sole sono responsabili di circa il 40% della produzione nazionale (valore medio: 10,4 mln di ton - dati Nomisma). Non è un caso, quindi, che gli operatori del settore siano in queste zone più sensibili ai problemi e meglio informati anche sulle soluzioni. "Rimaniamo, comunque, molto preoccupati perché le linee guida sulla coesistenza fra coltivazioni convenzionali, biologiche e geneticamente modificate, recentemente tracciate in ambito Conferenza Stato Regioni, sono state dichiaratamente concepite per impedire agli agricoltori la libertà di scelta”. Per Campagnolo “è stata molto infelice l´idea di lasciare il coordinamento dei lavori all´assessore delle Province Autonome di Trento e Bolzano Hans Berger che fin dalla sua nomina aveva dichiarato di lavorare per rendere la coltivazione degli Ogm impossibile. Ci batteremo in tutte le sedi affinché gli agricoltori possano esercitare realmente un diritto di scelta riconosciuto dall’Unione Europea, impiegando una tecnologia che garantirebbe un maggior reddito offrendo al tempo stesso alle filiere prodotti più salubri e rispettosi dell´ambiente" ha concluso Campagnolo. Secondo le anticipazioni sui dati di settore presentati proprio a Cremona, il mais è la coltivazione agricola più diffusa in Italia: ha addirittura superato il frumento duro. I problemi del settore maidicolo che genera un giro d’affari sopra i 2 miliardi di euro l’anno non possono, quindi, essere ignorati. Se, infatti, il trend è previsto in crescita anche nei prossimi anni - grazie anche a nuovi utilizzi come la produzione di bioenergie - la produzione interna arranca lasciando spazio all’import che è addirittura quadruplicato. Questi dati rendono ragione della preoccupazione dei maiscoltori che a gran voce chiedono di aver accesso alle nuove tecnologie, unico strumento per non lasciare la produzione nazionale ancorata al medioevo agricolo. “Futuragra si batte per un diritto fondamentale: il diritto alla libertà di impresa. Oggi gli agricoltori italiani sono discriminati rispetto a quanti in altri paesi, anche europei, possono usufruire dei vantaggi delle biotecnologie applicate all’agricoltura. E’ una lotta impari che ci vede perdere ogni giorno in competitività. E si arriva all’estremo di agricoltori italiani che, ad esempio dal Friuli, spostano le proprie aziende in Romania, dove la coltivazione di Ogm è consentita. ” Dal sondaggio Demoskopea emerge, infatti, un diffuso sentimento di insoddisfazione e frustrazione: il 76% degli agricoltori si ritiene ingiustamente penalizzato rispetto ai colleghi stranieri. “Da cosa? Dalle scelte operate dai nostri politici, su basi meramente ideologiche senza tener conto né di valutazioni scientifiche nè delle necessità del nostro sistema produttivo. Dimostrano una ‘non –conoscenza’ del settore, che speriamo venga superata da iniziative come questo sondaggio, che restituisce importanza a chi il settore lo vive. ” spiega Campagnolo. Ma ci sono anche segnali positivi a cui gli agricoltori guardano con interesse. "Salutiamo con favore il cambiamento di rotta da parte dell´Inran sugli Ogm. Nelle parole del Presidente Cannella ci è sembrato di cogliere una sostanziale apertura che mette la parola fine al brutto capitolo della gestione precedente” prosegue Campagnolo. “Secondo gli esperti del network di scienziati aderenti al coordinamento Sagri - di cui Futuragra fa parte - l’Inran aveva nascosto i dati che dimostravano il maggior profilo di sicurezza del mais transgenico rispetto al mais convenzionale grazie ad un ridotto contenuto di tossine dannose per la salute umana ed animale”. .  
   
 

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