Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Febbraio 2008
 
   
  UNA RETE DI “FAMIGLIE ACCOGLIENTI” PER DARE RISPOSTA AI NUOVI BISOGNI RELAZIONALI DI BAMBINI, ADULTI E GENITORI

 
   
  Trento, 27 febbraio 2008 - Tra i compiti affidati dal Piano degli interventi in materia di politiche familiari 2007-2008 allo Sportello Famiglia, istituito nel maggio 2005 e gestito dal Servizio per le politiche sociali e abitative in collaborazione con il Forum trentino delle Associazioni familiari, c’è l’attivazione di uno “Sportello Accoglienza”, volto alla promozione di tutte le espressioni e forme di accoglienza familiare: dall’affidamento familiare in tutte le sue forme all’adozione di minori italiani e stranieri, dall’affiancamento agli adulti con problemi psicologici, di emarginazione, handicap o altro all’accoglienza degli anziani, a quella madre bambino, al sostegno delle famiglie in crisi di coppia. Se si riconosce che la famiglia è luogo dell’affetto reciproco, della relazionalità, della crescita e cura ma anche del disagio e della sofferenza – questo il presupposto sotteso all’iniziativa – occorre dedicare un grande sforzo culturale e operativo a favore del sostegno delle funzioni genitoriali. Uno sforzo che la Provincia autonoma di Trento intende ora produrre in collaborazione con l’Acfa, Associazione Comunità Famiglie Accoglienti tramite il progetto “Promozione accoglienza in famiglia”, iniziativa presentata stamane nel corso di un incontro con la stampa al quale è intervenuta l’assessore Marta Dalmaso. Ma chi sono le “famiglie accoglienti”? Sono quelle famiglie – spiega l’associazione Acfa - che, a prescindere dall’ambito entro il quale offrono la loro disponibilità, non esistono prima e al di là della richiesta di disponibilità e impegno; esse emergono grazie ad un’interazione attiva e complessa con i servizi pubblici o privati che siano e con i bisogni sociali emergenti. Esse quindi non devono essere semplicemente trovate, ma co-create realizzando delle specifiche strategie di coinvolgimento e reperimento in stretta sinergia con le realtà presenti in un territorio. L’idea che le famiglie vadano co-create rimanda al concetto di rete in cui la realtà familiare si sviluppa in termini intrecciati con quella dei servizi e di tutte le realtà formali e informali presenti e attive in un territorio. E’ nell’interazione sociale che si sviluppano quelle relazioni e quei processi da cui nascono poi le disponibilità concrete delle famiglie accoglienti. Se in questi anni, per quanto riguarda la promozione e la sensibilizzazione, si è lavorato prevalentemente sull’affido familiare o l’accoglienza familiare di bambini in difficoltà, rimangono molti altri ambiti specifici (basti pensare ad esempio ai recenti progetti per promuovere l’accoglienza di persone con disagio psichico, oppure ai percorsi di reperimento di famiglie disponibili a supportare altri nuclei famigliari in difficoltà) che hanno sempre più bisogno di un’ampia attività di promozione e di sensibilizzazione della cultura dell’accoglienza secondo una strategia organica, a livello provinciale, e una progettualità più ampia. Un aspetto, questo, sul quale ha insistito l’assessore Dalmaso: “Molte sono le esperienze di accoglienza familiare già in atto sul nostro territorio, ma ciò che manca è il loro coordinamento e messa in rete secondo un disegno organico. La promozione e la sensibilizzazione all’accoglienza familiare è uno dei pilastri importanti e indispensabili per il rilancio di tutte le varie forme di accoglienza familiare, dall’affido alle altre molteplici forme di accoglienza familiare di cui talvolta vediamo qualche interessante esempio nei nostri territori”. “L’accoglienza familiare – ha spiegato Maria Carla Grigolli, presidente dell’Acfa - è un concetto che può racchiudere molti significati e può far riferimento ad esperienze molto diverse. Il vero obiettivo del progetto è quello di suscitare nelle famiglie l’interesse e la voglia ad attivarsi in esperienze concrete di accoglienza familiare, anche valorizzando quelle realtà che già operano in questi ambiti. Il progetto si propone quindi di creare le basi affinché le famiglie qualora lo vogliano, possano cercare sul territorio quelle realtà e quegli strumenti che permettano loro di attivarsi in percorsi concreti di accoglienza”. A prescindere però dalle possibili esperienze concrete, un terzo importante obiettivo del progetto è comunque quello di promuovere e stimolare la riflessione e il confronto sui temi della responsabilità civile, dell’attenzione all’altro, della necessità di interessarsi ai nuovi bisogni emergenti di una società in evoluzione, non in un’ottica individualistica ma in un’ottica di comunità, di gruppo, di rete. L’obiettivo importante è quindi quello di promuovere processi che poi continuino nei territori, anche senza la presenza del progetto ma gestiti in loco da realtà associative o dalle stesse famiglie, con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione su queste tematiche sempre più importanti per il benessere generale della collettività. Oggi tutti guardano alla famiglia come possibile risorsa nella risposta ai bisogni sociali (dai minori agli anziani e a tutte le forme di difficoltà umana) proprio nel momento in cui la famiglia in generale è più debole, sovraccaricata di tanti problemi e emergenze. Quindi la promozione e la valorizzazione della risorsa famiglia non può prescindere dallo sviluppo e attivazione di risorse adeguate di supporto e di sostegno, affinché le famiglie possano esprimere le proprie potenzialità riducendo al minimo i rischi di sovraffaticamento, burn-out e altro. Ciò significa tener presente fin da subito che l’intervento di promozione e sensibilizzazione va pensato in riferimento anche ad adeguati strumenti di supporto e sostegno successivi. Le reti di famiglie accoglienti che interagiscono fra loro in percorsi di autoformazione, supervisione, eccetera, possono essere una risposta, anche se non l’unica. A chi si rivolge, in particolare, il progetto? Principalmente a Comprensori, Comuni, scuole, associazioni, realtà del privato sociale e a tutte le realtà di un territorio interessate a lavorare in rete su questo tema. Il target finale del progetto sono tutte le famiglie e i singoli che vivono in provincia di Trento interessate all’accoglienza familiare. Il progetto non mira però ad attivare iniziative promozionali gestite principalmente in forma diretta ma attraverso le realtà presenti e radicate sul territorio. La logica è quella del sostegno e del supporto progettuale e organizzativo alle realtà del territorio supportando in particolare la capacità delle varie realtà a fare rete sul territorio e a valorizzare le potenzialità e le risorse presenti. Obiettivi specifici del progetto sono promuovere un monitoraggio dei percorsi di sensibilizzazione svolti in questi ultimi anni e attualmente in atto, facendo un monitoraggio delle potenziali risorse familiari e delle realtà associative o del privato sociale presenti sul territorio trentino che manifestino disponibilità e interesse ad essere coinvolte in percorsi di sensibilizzazione e di promozione dell’accoglienza famigliare. Offrire ai Comprensori, ai Comuni, alle scuole e a tutte le realtà interessate la possibilità e l’opportunità di progettare e promuovere percorsi individualizzati e personalizzati per la singola realtà con il supporto organizzativo e gestionale di personale professionalmente preparato; creare e mantenere una rete relazionale e progettuale fra gli enti locali e il mondo associazionistico coinvolti in percorsi di promozione e favorire il lavoro in rete fra le realtà e i progetti che si occupano di accoglienza familiare; aumentare il numero di persone e famiglie potenzialmente disponibili ad attivarsi in esperienze di accoglienza familiare concrete all’interno di percorsi già presenti (servizi sociali territoriali, sportello accoglienza, equipe multidisciplinare per l’affido, progetto “Il filo e il nodo”, eccetera); promuovere percorsi per sviluppare e attivare reti di famiglie disponibili in nuovi progetti di accoglienza; svolgere un ruolo informativo nei confronti delle famiglie, dei singoli e di tutte le realtà interessate alla tematica rispetto all´accoglienza famigliare; favorire l’attivazione di una prassi condivisa di promozione dell’accoglienza che diventi stabile e continuativa nel tempo nei vari territori; facilitare e promuovere una maggior relazione e vicinanza fra i bisogni reali delle famiglie e le scelte dell´amministrazione pubblica; stimolare e promuovere una riflessione complessiva in merito alla tematica della conciliazione fra famiglia e lavoro nell´ambito dell´accoglienza famigliare, ricercando tutte le possibile forme in tale ambito a supporto delle scelte delle famiglie. L’acfa è un’associazione di famiglie che opera a livello di volontariato ma che si avvale della collaborazione e della sinergia della Comunità Murialdo (ente fondatore dell’associazione assieme alla Caritas Diocesana e al Centro Famiglia della Diocesi) per la gestione di eventuali servizi che richiedano l’investimento di risorse non volontarie. Per la realizzazione del progetto sarà attivata una specifica convenzione fra l´Acfa e la Provincia autonoma di Trento. L´acfa si affiderà poi alla Comunità Murialdo per la parte inerente la gestione del personale non volontario. I responsabili dell´Acfa e della Comunità Murialdo e gli operatori del progetto si confronteranno costantemente con i responsabili del Settore famiglia del Servizio politiche sociali ed abitative della Provincia Autonoma di Trento per quanto riguarda le linee d´indirizzo sulle quali organizzare e programmare l´attività ordinaria. In particolare si prevedono almeno tre momenti di confronto all´anno (e comunque in qualunque momento si renda necessario) con l´obiettivo di valutare gli sviluppi del progetto e condividere le linee e la programmazione futura. Tra le attività previste nel triennio 2008-2010, vi sono il monitoraggio delle esperienze di sensibilizzazione svolte, delle risorse presenti in questo ambito e dei bisogni emergenti; la programmazione e organizzazione concordata degli interventi di promozione e sensibilizzazione attraverso la definizione di uno specifico progetto d´intervento pluriennale; l’attivazione dei percorsi di promozione, sensibilizzazione e informazione ai cittadini. . .  
   
 

<<BACK