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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Maggio 2006
 
   
  DA MARTEDI’ 23 MAGGIO AL TEATRO STUDIO URLO DI PIPPO DELBONO CON LA PARTECIPAZIONE DI UMBERTO ORSINI

 
   
  Milano, 15 maggio 2006 - Urlo ha debuttato al Festival di Avignone 2004, dove ha ricevuto un’accoglienza trionfale, per poi proseguire in una tournée internazionale che si chiude, per questa stagione, con le repliche milanesi. L’urlo di Pippo Delbono ha al suo centro il tema del potere, non solo quello politico e religioso, ma anche i meccanismi di dominio nascosti nei ricatti sentimentali e negli intrecci delle relazioni umane. “Uno spettacolo nasce sempre da domande, da interrogativi su cose che non capisco, da inquietudini, ombre che mi passano accanto, menzogne, aria di malattia”, dichiara Delbono. “I miei spettacoli passati - aggiunge - hanno quasi sempre parlato di malattie fisiche, di dolori, lotte, follia. Ora l’urgenza che avvertivo era sì verso una malattia, ma nuova, di diverso tipo. Esistono malattie che non sono più riconoscibili in quanto tali, ma per questo più mostruose, più terribili, nascoste, difficili da scoprire, anche in noi stessi. Come il potere. Un male che ci portiamo dentro e che si sviluppa in modo sottile. Quella tentazione di identificare la propria persona nel momento in cui ha qualcun altro da sottomettere. L’essere umano che ha bisogno, per affermarsi, di tenere in pugno un suo simile”. Grazie al suo lavoro, che come è ormai pratica consolidata, nasce dai corpi e dalle voci dei suoi compagni di viaggio, un “nucleo antico” formato da Pepe, Gustavo, e gli altri “non attori” la cui straordinarietà si è fatta esperienza, il regista ligure conferma la sua capacità di associare immagini e di toccare corde emozionali profonde con un linguaggio poetico e popolare, in cui l’espressività del corpo mantiene un ruolo di preminenza. Un linguaggio che si arricchisce della presenza di Giovanna Marini e Umberto Orsini, che per Delbono significano da un lato, la cifra del linguaggio popolare, della capacità di comunicazione della parola in musica, e, dall’altro, la presenza evocativa del “grande attore”, capace di scelte difficili. In scena Orsini distilla brani tratti dalla Ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde e dal Riccardo Ii di Shakespeare, rivelando il segno di una straordinaria presenza anche nei silenzi. Le marce popolari di una banda in scena e la voce di Giovanna Marini conferiscono allo spettacolo un’atmosfera di struggente innocenza, così come i ventidue attori della compagnia si offrono con una visceralità e una precisione non comuni. Www. Piccoloteatro. Org  .  
   
 

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