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Notiziario Marketpress di Mercoledì 02 Aprile 2008
 
   
  UNA CRESCITA PRODUTTIVA ANNUA DEL 70% E UNA QUALITA’ LEVATISSIMA COLLOCANO IL PAESE ANDINO TRA LE PIU’ INTERESSANTI REALTA’ DEL MONDO OLIVICOLO INTERNAZIONALE- CILE, LA NUOVA FRONTIERA DELL’EXTRAVERGINE AL SOL DI VERONA, DAL 3 AL 7 APRILE UNA SELEZIONE DI ALCUNE DELLE MIGLIORI ETICHETTE CILENE

 
   
  Situazione microclimatica ideale, piante sane, prezzi controllati: sono questi gli elementi che fanno del Cile un fondamentale punto di riferimento sul mercato dell’olio extravergine Era il 1946 quando José Canepa, immigrante ligure, piantava 86 ettari di olivo in una sua proprietà a sud di Santiago. Solo 60 anni dopo, il comparto olivicolo cileno entra di diritto nel gotha della produzione mondiale. Per ora essenzialmente dal punto di vista qualitativo, con diverse etichette che rastrellano premi e riconoscimenti importanti nei vari concorsi mondiali. Ma anche l’aspetto quantitativo sta conoscendo un periodo d’oro e i prossimi anni promettono di essere assai interessanti. “Il consumo mondiale è in crescita – spiega Arturo Leiva, presidente esecutivo di Chileoliva - Proprio per questo nuove realtà come la nostra assumono una rilevanza fondamentale sullo scacchiere produttivo internazionale”. In effetti i dati offerti dal Coi (Consiglio Olivicolo Internazionale) parlano chiaro. L’ultima stagione in Europa ha visto una raccolta quantificata intorno ai 2 milioni di tonnellate, in linea con le precedenti annate; mentre la richiesta mondiale, nello stesso periodo, è in crescita. E tutto questo mentre la Fda (Food and Drug Administration) consiglia agli Statunitensi di inserire l’olio extravergine di oliva nella propria dieta, lasciando intuire una nuova impennata nei consumi di questo prodotto. Non è quindi un caso che il Cile si stia muovendo con perizia e intelligenza per far fronte a quella che sarà la richiesta dei mercati. Attualmente sono 12. 000 gli ettari olivetati ma si sta lavorando per portarli a 100. 000 già entro il 2030. Una crescita esponenziale figlia del boom che l’extravergine cileno ha conosciuto negli ultimi anni. “Basti pensare – ribadisce Leiva – che si è passati da un export di 1 milione di dollari nel 2005 agli oltre 3 milioni del 2007. E per il 2008 le proiezioni parlano di una cifra intorno ai 7 milioni di dollari, che supereranno i 10 milioni entro il 2010. In termini assoluti non è tantissimo ma stiamo comunque parlando di un incremento pari al 70% annuo”. Una crescita dovuta a una serie di elementi essenziali: le condizioni microclimatiche, piante sempre sane anche per la totale assenza della mosca olearia, coltivazione intensiva con un potenziale vicino ai 2500 litri per ettaro (5 volte più che in Europa). E inoltre un controllo dei costi straordinario (piantare un olivo costa in Cile 7 volte meno che in Europa) che permette agli extravergine cileni di essere competitivi su tutti i mercati. Logico quindi che anche i maggiori Paesi produttori di olio abbiano puntato le loro attenzioni sul Cile. Spagna ad esempio sta già acquistando terreni dove impiantare uliveti. Ettari ed ettari di buona terra che, secondo le previsioni, dovrebbero regalare nei prossimi anni degli extravergine di altissima qualità e dai prezzi contenuti. E con in più un ulteriore valore aggiunto, quello della controstagionalità. Rispetto a realtà come Italia, Spagna, Grecia e altri produttori del bacino mediterraneo, infatti, le olive cilene vengono raccolte e lavorate in aprile. Il che significa che gli extravergine andini raggiungono il loro top qualitativo proprio nel periodo in cui quelli mediterranei sono in fase calante. “Di questo e altro si parlerà a Verona durante il Sol – sottolinea Marco Oreggia, giornalista autore dell’unica guida internazionale sugli extravergine – Durante la manifestazione scaligerà sarà possibile degustare alcune straordinarie etichette cilene ma, soprattutto, confrontarsi con una realtà che ritengo debba essere presa in massima considerazione anche dagli imprenditori italiani”. E la presenza di 5 produttori cileni al Sol di Verona è volta proprio ad aprire dei contatti con l’Italia. “Il rapporto tra il Cile e il vostro Paese – conferma Leiva – è da sempre molto buono come dimostra anche lo scambio di visite tra i rispettivi Presidenti della Repubblica avvenuto di recente. A nostro parere, visto anche il fatto che le origini dell’extravergine cileno ha forti radici italiane e che tuttora la tecnologia che i nostri produttori utilizzano è essenzialmente italiana, esistono tutte le premesse per creare un forte legame che duri nel tempo e che offra ad entrambi dei risultati importanti”. Proprio per questo le giornate veronesi dal 3 al 7, con gli incontri organizzati e i seminari, rappresentano un’ottima occasione per conoscere e avvicinare questa nuova frontiera dell’extravergine. . .  
   
 

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