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Notiziario Marketpress di
Martedì 13 Maggio 2008 |
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UNA STRATEGIA UE PER PROMUOVERE LA DEMOCRAZIA NEL MONDO
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Bruxelles, 12 maggio 2008 - L’ue ha svolto 50 missioni di osservazione elettorale in 32 paesi negli ultimi 8 anni, ma non ha una strategia globale a favore della democrazia. E’ quanto afferma il Parlamento sollecitando un «Consenso europeo per la democrazia» e misure post-elettorali adeguatamente finanziate. Occorre poi cooperare con le organizzazioni locali, coordinare meglio l’azione Ue, promuovere l’attuazione delle raccomandazioni delle missioni elettorali e sostenere i parlamenti neoeletti. Approvando con 605 voti favorevoli, 11 contrari e 16 astensioni la relazione di José Ignacio Salafranca Sánchez-neyra (Ppe/de, Es) e di Véronique De Keyser (Pse, Be), il Parlamento sottolinea anzitutto che, dall’aprile 2000, più di 50 missioni di osservazione elettorale dell´Ue sono state effettuate in 32 paesi dell´Africa, dell´Asia e dell´America latina e che, attraverso lo strumento finanziario per la promozione della democrazia e dei diritti umani nel mondo (Eidhr), più di 30 milioni di euro vengono messi a disposizione ogni anno per tali missioni. L´osservazione elettorale internazionale, ricordano poi i deputati, «mira a rafforzare la legittimità del processo elettorale, ad accrescere la fiducia del pubblico nelle elezioni, a scoraggiare ed eventualmente a denunciare le frodi elettorali». Questa attività è inoltre volta a fornire analisi e relazioni e a formulare raccomandazioni per il miglioramento di tutti gli aspetti del processo elettorale, in piena collaborazione con il paese ospite, per la risoluzione di possibili conflitti e per la protezione dei diritti umani e della democrazia in generale. I deputati confermano quindi la determinazione del Parlamento europeo a contribuire al rafforzamento dei processi democratici accrescendo il suo coinvolgimento nell´osservazione elettorale. Anche perché lo svolgimento di elezioni, pur non essendo l´unico indicatore di democrazia, ha comunque un effetto positivo sul processo di democratizzazione in termini di miglioramento delle libertà civili. A condizione, però «che vengano assicurati il pluralismo politico, la libertà di riunione e associazione, la libertà di espressione, la parità di accesso ai media, elezioni segrete e rispetto dei diritti umani». Tuttavia, il Parlamento deplora che l´Ue «sia ancora priva di una strategia comune e globale per la promozione della democrazia». Esorta quindi tutte le istituzioni dell´Ue e gli Stati membri a continuare negli sforzi volti a rendere possibile l´adozione di tale strategia e, in proposito, li sollecita a instaurare un Consenso europeo sulla democrazia. Anche perché deplora che in alcuni casi si sia avuta una grave mancanza di coesione tra le istituzioni dell´Ue. I deputati ritengono inoltre che l´osservazione elettorale rappresenti solo un primo passo verso la democrazia e che debba quindi essere integrata da altre attività adeguatamente finanziate e da misure post-elettorali per la promozione della democrazia. Si tratta, in particolare, di sviluppare le capacità a livello di parlamenti nazionali, partiti politici, amministrazione pubblica, attori non statali e società civile, nonché di promuovere i diritti umani e il buon governo. Chiedono pertanto il mantenimento del massimale di bilancio del 25% dell´Eidhr e di riservare una parte di tale finanziamento ad attività preparatorie pre-elettorali, tra cui la formazione di osservatori locali, l´educazione degli elettori e «altre attività che sono essenziali per l´organizzazione a lungo termine di elezioni libere ed eque». Per motivi di metodologia, identità e visibilità, le missioni di osservazione elettorale dell’Ue «devono continuare ad operare indipendentemente da altri osservatori internazionali e nazionali». Tuttavia i deputati ritengono che ciò non precluda «una cooperazione regolare e stretta con altre organizzazioni di osservatori in loco». Nel sottolineare poi che i successi ottenuti hanno fatto dell´Ue «l´organizzazione guida» nel settore dell´osservazione elettorale internazionale, rilevano l´importanza che gli osservatori Ue «si astengano da comportamenti che potrebbero essere percepiti dalle popolazioni locali come condiscendenti, altezzosi o irrispettosi della cultura locale». Sottolineando poi che nei paesi del sud del Mediterraneo è stato effettuato «un numero ben inferiore di missioni di osservazione elettorale», il Parlamento invita la Commissione a valutare, durante la negoziazione degli accordi di associazione o dei partenariati strategici, in che modo includere la fattibilità dell´osservazione dei processi elettorali nei paesi del sud del Mediterraneo e del Medio Oriente. Il Parlamento suggerisce che la messa in atto delle raccomandazioni formulate dalle missioni di osservazione elettorale dell´Ue sia seguita da vicino. Condanna peraltro l’atteggiamento lassista riscontrato in passato nei confronti di paesi severamente criticati dalle missioni. Chiede pertanto al Consiglio e ai governi degli Stati membri di includere i risultati e le raccomandazioni delle missioni di osservazione elettorale dell´Ue nei loro dialoghi politici con i paesi interessati, nonché nelle loro iniziative, dichiarazioni, risoluzioni, prese di posizione e ulteriori azioni. Invita poi la Commissione ad includere tali raccomandazioni in tutti i piani d´azione relativi ai paesi della politica europea di vicinato e di utilizzarle appieno nell’elaborazione dei Programmi d´azione annuali/Documenti strategici per paese nell´ambito del Fondo europeo di sviluppo e degli strumenti finanziari esterni dell´Ue. I deputati chiedono poi l´avvio di un dialogo politico nei casi in cui le raccomandazioni delle missioni di osservazione elettorale dell´Ue non sono poste in atto. Suggeriscono peraltro l´attuazione di una strategia specifica di sostegno ai parlamenti neoeletti in modo democratico e, in tale ambito, auspicano che il Parlamento europeo sia presente in occasione dell´apertura di un nuovo parlamento la cui elezione è stata sottoposta a osservazione e che la cooperazione con esso sia rafforzata. Il Parlamento europeo, infine, dovrebbe anche assistere i parlamenti neoeletti nello svolgimento del loro lavoro, con particolare riferimento ai paesi in via di sviluppo. . |
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