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Notiziario Marketpress di
Giovedì 15 Maggio 2008 |
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TULLIO CRALI AEROPITTORE FUTURISTA (1910-2000) UTOPIA VOLO MODERNITA’ ROMA - RIFUGIO ANTIAEREO, PALAZZO UFFICI DI EUR S.P.A VENERDÌ 9 MAGGIO – DOMENICA 8 GIUGNO 2008
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Roma, 15 maggio 2008 - Dal 9 maggio all’8 giugno 2008 il Rifugio Antiaereo del Palazzo Uffici di Eur S. P. A, ospita la mostra “Utopia volo Modernita’. Tullio Crali, Aeropittore futurista (1910-2000)” prima grande monografica dedicata a Tullio Crali, esponente di spicco dell’Aeropittura, declinazione pittorica del Futurismo che si afferma negli anni successivi alla prima guerra mondiale. L’iniziativa, che gode del patrocinio della Provincia di Roma, del Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e del Municipio Xii, è ospite di Eur S. P. A ed è organizzata da E-nvent S. R. L, con il supporto dell’Aeronautica Militare. L’ampia antologica vuole proporre una prima importante meditazione sull’opera di Crali e desidera offrire al vasto pubblico la preziosa opportunità di ripercorrere il suo cammino artistico. Espressione del mito del progresso e della modernità caratteristico della corrente marinettiana, l’Aeropittura ne esalta l’entusiasmo per il volo, il dinamismo e la velocità aerea. E l’opera di Crali si impone immediatamente, all’interno del movimento, come una delle sue rivelazioni più ispirate e prolifiche. Si realizzano, infatti, nella sua poetica semplice e diretta, senza intellettualismi, le urgenze fondanti del Futurismo: il mito e l’ebbrezza del volo, della velocità, della macchina come mezzo per superare i vecchi limiti; in altre parole, il principio della libertà. L’iniziativa si inserisce nell’alveo di una lunga serie di eventi che diverse città in tutta Italia stanno proponendo, in occasione delle celebrazioni ufficiali previste per il 2009 del primo centenario del movimento futurista, fondato nel 1909 con la pubblicazione del manifesto su “Le Figaro”; l’obiettivo è di promuovere e incentivare una riscoperta di tale realtà artistica, unica manifestazione in Italia di quel grande e rivoluzionario fenomeno culturale internazionale che sono state le Avanguardie Artistiche del ‘900. La rassegna vuole presentare al pubblico un ricchissimo corpus di lavori di proprietà della famiglia Crali, raramente esposte o assolutamente inedite. Il percorso espositivo è costituito da circa sessanta lavori originali tra oli, tecniche miste e disegni, nonché interessanti “divertissement” dell’eclettico pittore. E’, dunque, un’occasione unica di valorizzazione di un artista ancora poco noto al grande pubblico e, attraverso lui, dell’Aeropittura in generale. Per quel che concerne le caratteristiche dell’Aeropittura, i suoi temi guida si vanno precisando nel corso degli anni Venti per trovare, una propria codificazione compiuta nel manifesto intitolato “Aeropittura futurista”, redatto nel 1929 da Filippo Tommaso Marinetti e Mino Somenzi. Già dalla Biennale di Venezia del 1926 l’Aeropittura aveva trovato tuttavia, nella pratica, una propria continuità formale attraverso la scansione accentuata delle immagini per piani di colore rifacendosi ad un linguaggio che ne valorizzasse ora il carattere meccanico e dinamico del volo, ora le sue espressioni di puro lirismo fantastico. Il principio dell’Aeropittura è, di fatto, un’incessante e graduata moltiplicazione di forme e colori con dei crescendo e diminuendo elasticissimi, che si intensificano o si spaziano “partorendo” nuove gradazioni di forme e colori. Crali rivolge la sua ricerca tanto alla pittura quanto all’architettura, senza tralasciare la moda (sua l’invenzione del borsello da uomo datato 1951, oppure degli abiti unici per donne uniche), i gioielli, i manifesti, la scenografia, sino alle composizioni liriche dal nome “Sassintesi” e “Unisassi”, oltre a mantenere vivo l’interesse per l’insegnamento nelle scuole d’arte che lo conducono, dal 1962 al 1966, fino al Cairo, nonché la partecipazione attiva a conferenze sul Futurismo e sull’Aeropittura. La sua ispirazione coinvolge ogni aspetto, dunque, della vita moderna della quale la sua curiosità d’artista lo spinge ad indagarne tutte le sue manifestazioni nella vita. Ed è proprio questa sua “passione di vivere” che ne fa un esempio per tutti gli altri artisti del suo movimento; tanto che lo stesso Marinetti, nel 1940, così lo definisce: “Crali si può considerare il più grande pittore del momento, la sua coscienza e serietà nel lavoro è una virtù rara nei pittori di oggi, noi aeropoeti futuristi elogiamo la meravigliosa passione per le altezze e le velocità aeree, passione che costituisce la massima garanzia del trionfo di Crali. Questa passione è, in realtà, l’essenza magica dei maestri del Futurismo”. Le sue opere diventano dunque paradigmatiche per il movimento, grazie a un senso estremizzato della progressione ritmica, del dinamismo, del gioco, di tagli e cambi di prospettive, della percezione simultanea di colori e compenetrazione dei piani. La vita Nato a Igalo (Dalmazia, attuale Montenegro) nel 1910, Tullio Crali visse a Zara fino all’età di dodici anni e, nel 1922, si stabilì con la famiglia a Gorizia. A quindici anni, mentre era studente all’Istituto Tecnico scoprì, sulle pagine del “Mattino illustrato” di Napoli, il Futurismo, movimento al quale rimase per sempre legato e che fu per lui, più che una vocazione artistica, una vera e propria scelta di vita. Dopo quel primo incontro, iniziò a dipingere acquerelli con forme geometriche stilizzate, intersezioni e immagini astratte ispirate a Balla, Boccioni e Prampolini e firmati con lo pseudonimo di “Balzo Fiamma”. A partire dal 1928 si recò sempre più spesso al campo d’aviazione di Merna, dove iniziò a copiare gli aeroplani e da dove decollò per il suo primo volo, effettuato su di un piccolo idrovolante diretto in Istria. Nel 1929, anno che sancì la nascita ufficiale dell’Aeropittura, Crali strinse contatti con Marinetti ed entrò nel Movimento Futurista. L’anno successivo, affascinato dai progetti di Sant’elia, disegnò architetture futuriste ed entrò in contatto con i futuristi Cangiullo, Janelli, Dormal, Farfa e Fillia. A Trieste, nel ’31, incontrò per la prima volta Marinetti, verso cui provò sempre un sentimento di grande ammirazione e affetto. Realizzò composizioni polimateriche a soggetto cosmico e bozzetti di scenografie per le sue sintesi teatrali. Dopo aver presentato le proprie opere a Trieste, Padova, Roma e Milano, nel 1932, su invito di Marinetti, espose i suoi lavori a Parigi, alla Prima Esposizione Aeropittori Futuristi Italiani, al seguito di Marinetti. Nello stesso anno conseguì il diploma di maturità artistica all’Accademia di Venezia e realizzò cartelloni pubblicitari e bozzetti di moda futurista. Nel 1933 partecipò alla “Mostra Futurista di Scenotecnica cinematografica” di Roma e l’anno successivo fu presente per la prima volta alla Biennale di Venezia con l’opera Rivoluzione di mondi, che distrusse subito dopo l’esposizione. Nel decennio successivo partecipò a diverse edizioni della Quadriennale romana (1935, 1939 e 1943) e della Biennale di Venezia, dove, nel 1940, venne allestita una sua sala personale. Nel 1936, con Dottori e Prampolini, espose alla Mostra Internazionale d´Arte Sportiva organizzata alle Olimpiadi di Berlino e firmò il Manifesto di Plastica Murale con Marinetti, Prampolini, Tato, Dottori, Ambrosi, Diulgheroff, Voltolina e altri. Grazie al suo talento di declamatore, conquistò la simpatia personale di Marinetti e, a partire dal 1941, organizzò “serate futuriste” a Gorizia, Udine e Trieste e nel resto d’Italia. Alla fine del conflitto si trasferì a Torino proseguendo nella sua attività di promozione delle poetiche futuriste. Tra il 1950 e il 1958 visse a Parigi, dove insegnò in un liceo italiano; durante alcune escursioni sulla costa della Bretagna, colse l´ispirazione per le sue composizioni litiche, chiamate “sassintesi” ed esposte, per la prima volta a Milano nel 1961. Dal 1962 al 1966 si trasferì al Cairo dove insegnò presso la locale Scuola d’Arte italiana. Rientrato in patria, si stabilì a Milano, dove continuò la sua intensa attività pittorica e dove si spense il 5 agosto del 2000. La mostra L’arte di Crali, come spiega la curatrice della mostra Carla Cace, si sviluppa per “punti di vista”, visioni determinate dalla posizione dell’uomo-artista nei confronti del Cielo e, dunque, dell’Infinito. Nei suoi lavori, di volta in volta ci colpisce la peculiare prospettiva adottata, a seconda di come letteralmente viene ispirato dal cielo, o meglio, di come e soprattutto da dove decide di osservare il cielo. In un tale moltiplicazione sensoriale, mai location più appropriata si sarebbe potuta scegliere, a rappresentare una cornice in perfetta aderenza alla mostra. Lo spazio contenitore, infatti, un “Rifugio Antiaereo” che ospita una rassegna sull’arte ispirata al volo e agli aerei per eccellenza, ha dato vita ad un gioco di rimandi insieme ideali, metaforici e persino storici che rendono l’allestimento un perfetto “momento futurista”. Un luogo dalla forte carica suggestiva che si presta naturalmente ad una drammatizzazione dell’allestimento in sintonia con lo stile futurista, e alla moltiplicazione dei punti di vista tipici dell’opera di Crali. Del resto, i legami tra il movimento futurista e lo stesso quartiere dell’Eur che ospita la manifestazione, sono imprescindibili ed evidenti se si pensa che Tullio Mazzotti, esponente di spicco dell’Aeropittura e del Futurismo in generale, progettò con altri artisti la “Strada d’Oro” per l’E42, nel 1940. Senza dimenticare le origini dalmate dello stesso Crali, che richiamano alla memoria il legame storico con il Rifugio Antiaereo, utilizzato tra il 1945 e il 1947 alla fine della seconda guerra mondiale, proprio come ricovero per gli esuli giuliano-dalmati in fuga a Roma dagli eccidi che in quegli anni si verificarono sul confine orientale italiano. Tale immaginario poetico vuole rendere omaggio a ciò che ha rappresentato il fulcro di tutta la vita dell’artista, un dialogo incessante ed emblematico, non solo artistico ma quasi spirituale tra la terra e il cosmo. “E’ grazie alle macchine aeree – sentenzia l’artista – che noi stiamo scoprendo nuovi valori spirituali che scaturiscono dal rapporto uomo-cosmo”. Ed è su questa costante comunicazione reale e simbolica insieme, nell’arte di Crali, che è stato concepito e realizzato l’allestimento dell’intera mostra. Sei le tappe che segnano il percorso attraverso le opere dell’artista: i segni del volo, disegni, schizzi e divertissement aeropittorici; da sotto in su, l’artista osserva le “macchine aeree” nel cielo secondo la visione dell’uomo “piccolo” che dalla terra osserva le prodezze aeree; dall’alto in fuori , osservazione dalla cabina di pilotaggio o da un finestrino dell’aereo di quanto si vede fuori; da sopra a sotto, visione topografica della terra e dei suoi paesaggi vista dall’alto; l’Uomo nel cielo, l’essere umano inserito e sublimato nell’elemento aereo; verso l’Infinito, dal cielo all’Universo, sublimazione estrema dell’Aeropittura. Un vero e proprio “viaggio tra le nuvole”, tra cimeli di aerei e un “cielo di stoffa” per condurre il pubblico nella dimensione meccanica e ludica insieme del grande sogno di Crali. La mostra è a cura della storica dell’arte Carla Cace, l’allestimento di Matteo Signori. . |
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