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Notiziario Marketpress di
Martedì 10 Giugno 2008 |
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GENERAZIONI IN MOVIMENTO: GIOVANI ISTITUZIONI, POLITICHE IN UN TRENTINO CHE CAMBIA PRESENTATE DUE RICERCHE IPRASE, GIOVEDÌ UN CONVEGNO A TRENTO
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Trento, 10 giugno 2008 “Le ricerche sono strumenti importanti per affinare le politiche ed anche le due ricerche che si presentano oggi lo sono. E confermano una mia impressione, che nasce dall’esperienza diretta. I giovani, in Trentino, sono molti migliori di quanto appaiano da letture stereotipate ed ideologiche; sono migliori di come eravamo noi; certo, hanno linguaggi ed occhi diversi per leggere la realtà, ma vanno ascoltati con rispetto e dobbiamo dare loro spazi e strumenti di partecipazione non rituali. Un tempo quando incontravo i sindaci del Trentino, mi parlavano di strade, fognature, marciapiedi. Oggi prima di tutto parlano di giovani, cultura, iniziative sociali e poi, come è giusto che sia, anche di strade, fognature, marciapiedi. Non credo che i giovani siano lontani dalla politica. Io trovo ovunque in Trentino forme straordinarie di partecipazione ed impegno. Queste ricerche sono un tassello in più per confermare la nostra attenzione speciale verso il mondo giovanile, come testimoniano le politiche giovanili e i Piani giovani. Se continuiamo a fare caricature della realtà dei ragazzi, togliamo loro fiducia e futuro”. Sono le considerazioni di Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento, durante la presentazione – oggi – del secondo rapporto dell’Osservatorio Giovani Iprase e del volume Generazioni in movimento, due ricerche sui giovani trentini realizzate sotto la direzione scientifica di Carlo Buzzi in collaborazione con l’Istituto Iard di Milano. Quali i risultati delle indagini? In estrema sintesi: i giovani del Trentino, seppur alle prese con le problematiche tipiche dell’età e del momento, vivono una condizione migliore che nel resto d’Italia. Con dati persino sorprendenti: in calo gli incidenti stradali che vedono giovani coinvolti e in aumento la consapevolezza che consumo di alcol e pericolo per chi guida sono strettamente correlati. Alla presentazione di ieri , accanto al presidente Dellai, c’erano il direttore dell’Iprase Arduino Salatin e il professor Carlo Buzzi. Oltre ai due volumi che offrono uno spaccato della condizione giovanile trentina – il primo è a cura di Virginio Amistadi, Carlo Buzzi, Alberto Zanutto: “Giovani in Trentino 2007. Analisi e letture della condizione giovanile. Secondo rapporto biennale”, edito da Iprase del Trentino, 2007 mentre il secondo è a cuar di Carlo Buzzi: “Generazioni in movimento. Madri e figli nella seconda indagini Istituto Iard – Iprase sulla condizione giovanile in Trentino”, il Mulino, Bologna, 2007 – spazio anche per il convegno in programma giovedì prossimo, 12 giugno, nell’aula magna del Palazzo dell’Istruzione in via Gilli 3 a Trento dove si discuterà proprio di “Generazioni in movimento”. “Giovani in Trentino 2007”. Il primo volume presentato oggi costituisce una raccolta di dati secondari che analizzano alcune dinamiche strutturali. L’obiettivo è quello di offrire una panoramica a tutto campo della realtà giovanile locale. Giunto alla sua seconda edizione il rapporto affronta le problematiche giovanili da molteplici ottiche (situazione demografica, istruzione, lavoro, devianza, sanità, partecipazione) valorizzando i dati esistenti messi a disposizione dalle fonti ufficiali di enti ed organismi trentini e riproponendoli ad una lettura trasversale. Questi, in sintesi, i principali risultati del rapporto: aspetti demografici: la popolazione giovanile in Trentino lentamente diminuisce e il territorio “invecchia”; per ora con intensità minore rispetto alla media italiana, ma in futuro le stime Istat indicano che la progressione del fenomeno è da considerarsi solo rallentata: nel 2020 vi saranno ben 186 anziani ogni 100 giovani; aumenta per converso la popolazione giovanile straniera che ha una incidenza del 10% * costituzione di nuove famiglie: la transizione ai ruoli adulti dei giovani trentini, pur essendo meno ritardata rispetto ai dati nazionali, tende tuttavia a rallentare ulteriormente; l’età media al matrimonio per i maschi è ora intorno ai 33 anni, per le femmine ai 29 anni, notevolmente più elevata di qualche anno fa; i matrimoni civili si avvicinano in quantità a quelli religiosi mentre aumenta l’instabilità matrimoniale. Processi formativi: il modello trentino a due canali (scolastico e professionale) continua a differenziarsi da quello nazionale e, considerando il sistema integrato, il tasso di partecipazione appare elevato, seppur in lievissima contrazione e con la persistenza di squilibri territoriali piuttosto marcati; la domanda di istruzione superiore si indirizza sempre di più verso i licei e sempre di meno verso i tecnici commerciali; l’evasione dall’obbligo formativo si attesta sotto il 3%, le bocciature alle scuole medie superiori hanno un’incidenza del 10%, nella formazione professionale del 13%; si accentua il divario di genere con le ragazze che mostrano un migliore profitto e una maggiore propensione al passaggio all’università che ora si è comunque attestato intorno al 70% dei diplomati * ingresso nel lavoro: aumentano, anche per il consistente contributo femminile, i tassi di occupazione tra i 25-34enni, tuttavia il divario tra maschi e femmine rimane ancora ampio (90% contro 73% di occupati); tra i diplomati, a tre mesi dal titolo di studio, lavorano già i quattro quinti di chi ha cercato lavoro; a 27 mesi dall’assunzione migliorano le condizioni degli apprendisti e degli altri lavoratori “precari” ma la tendenza sembra quella di una maggiore possibilità di mantenere un lavoro instabile piuttosto che di trasformare il contratto a tempo indeterminato; la presenza degli stranieri è massiccia: un quarto degli assunti tra i 15 e i 29 anni non è italiano * devianza e criminalità: i fenomeni criminosi attribuibili a giovani sembrano stabili e sotto controllo, indici diffusi segnalano il forte consumo di sostanze psicoattive, tuttavia l’età media degli utenti del Sert rimane piuttosto elevata (35 anni nel complesso e 29 per i nuovi accessi) * salute: al di là dei dati relativi agli interventi del pronto soccorso, sempre piuttosto rilevanti soprattutto per l’incidenza di incidenti traumatici nella classe di età tra i 15 e i 19 anni, alcuni fenomeni appaiono positivi: il basso tasso di abortività, la contrazione degli incidenti sul lavoro che coinvolgono giovani e la forte diminuzione dell’incidentistica stradale * partecipazione politica: i dati relativi alle ultime elezioni provinciali e comunali mostrano come la presenza di candidati giovani, ma soprattutto la possibilità di essere eletti, diminuisce all’aumentare dello scontro politico, la presenza di giovani tra candidati e tra eletti è infatti molto più diffusa nei piccoli comuni che in quelli grandi o tra le liste delle elezioni provinciali; positiva la progressiva maggiore presenza di donne giovani. ”Generazioni in movimento”. Il secondo volume è l’esito di un’indagine campionaria di tipo motivazionale realizzata ad hoc e che ha coinvolto oltre 1. 000 giovani trentini tra i 15 e i 29 anni e 400 madri, intervistati tramite questionari strutturati. I risultati dell’indagine – che ha affrontato atteggiamenti, opinioni e comportamenti in merito ai percorsi formativi, al lavoro, ai rapporti in famiglia, alla transizione ai ruoli adulti, al rapporto con la società, ai valori, alla soddisfazione per la vita e la percezione del sé, al tempo libero, ai consumi culturali, all’uso delle nuove tecnologie, alla salute e al rischio, alla trasgressione, all’appartenenza territoriale, all’immigrazione, al contesto locale – hanno permesso di descrivere il quadro sociale entro il quale i giovani della Provincia vivono e con il quale interagiscono, influenzandolo ed essendone influenzati. La ricerca mette in luce la complessità e la segmentazione interna alla popolazione giovanile che non sempre conferma le rappresentazioni veicolate dai media. Anche in questo caso l’indagine è alla sua seconda edizione e ciò ha reso possibile evidenziare alcune tendenze evolutive. Una generazione prismatica che si muove tra persistenze e mutamenti, speranze e timori, nuovi entusiasmi e rinnovate paure, dando vita a atteggiamenti e rappresentazioni multiformi e eterogenee difficilmente semplificabili sotto un’unica etichetta. Una generazione dalle molteplici sfaccettature, soggetta a continue richieste di adattamento da parte di un contesto che muta sempre più velocemente e in modo sempre più imprevedibile: questo l’inevitabile punto di partenza per chi voglia andare oltre le rappresentazioni stereotipate delle nuove generazioni per riflettere in modo costruttivo e implementare politiche realmente efficaci ed efficienti per i giovani. Questi alcuni dati emersi: I valori – I giovani trentini fotografati dall’indagine mettono ai primi posti della loro vita la famiglia, la libertà, l’amicizia, l’amore e la pace: in una classifica ideale virtuale, infatti, questi sono i riferimenti che primeggiano per oltre il 75% degli intervistati lasciando agli ultimi posti la carriera, il denaro, la bellezza, ma anche l’attività politica. Le cose importanti della vita si confermano, dunque, anche per i giovani trentini, quelle legate alla sfera della socialità ristretta, degli affetti più vicini che garantiscono protezione e sicurezza e che si accompagnano ad una scarsa considerazione per ciò che attiene alla sfera dell’impegno pubblico e collettivo. Madri e figli – Questo sicuramente trova origine anche in una famiglia che è sempre meno terreno di scontro e conflitti che, anzi, sfumano sempre più, per lasciare spazio alla condivisione e alla convergenza di prospettive e stili di vita tra le generazioni: è il prevalere della famiglia orizzontale affettiva in cui autorità e regole cedono il passo all’affetto, alla protezione, all’accompagnamento costante. Ciò è confermato anche dal confronto tra opinioni di figli e madri riguardo ai vincoli imposti ai primi all’interno delle mura domestiche: la maggioranza dei giovani trentini può frequentare amici e luoghi che preferisce e gli spazi di casa sono spesso autogestiti dai giovani che vi possono ospitare anche l’eventuale partner senza difficoltà. Ma c’è di più: anche quando le madri credono che la famiglia ponga dei limiti alle attività dei figli, questi, in realtà, percepiscono il contrario o, quantomeno, mostrano di avere inteso di avere margini di libertà ben più ampi di quelli fissati dalle madri. Le istituzioni – I giovani trentini non solo credono nelle associazioni di volontariato (89%), negli insegnanti (78%), nelle organizzazioni non governative internazionali deputate al controllo e alla organizzazione della società, ma ripongono la loro fiducia anche in istituzioni meno ideali e più vicine alla loro quotidianità: gli Amministratori pubblici provinciali e comunali infatti, riscuotono un buon successo, molto di più di quanto succede nel resto d’Italia. Tuttavia, questo non significa credere nella politica e nei politici di professione. Se la fiducia riposta negli Amministratori locali, più tecnici e concentrati sui problemi concreti del territorio, infatti, è elevata, quella lasciata agli uomini politici, genericamente intesi, e ai partiti si attesta su livelli molto bassi: è circa il 10% dei giovani trentini a dichiararsi fiducioso nei politici di professione e il 21% nei partiti. La partecipazione – Se la politica militante non riesce a far decollare l’impegno in prima persona dei giovani trentini, altre realtà offrono occasioni di socializzazione e divertimento da loro accolte e condivise: oltre la metà degli intervistati (il 54%), infatti, al momento dell’intervista frequenta con regolarità un’associazione o un gruppo organizzato. Anche questo dato mostra una maggiore vivacità del contesto locale se si osserva che a livello nazionale la percentuale arriva appena al 35%. Il primato si conferma per le associazioni sportive che coinvolgono il 24% dei giovani trentini (contro il 13% a livello nazionale), seguiti da gruppi e associazioni di volontariato (11% in Trentino e il 5% in Italia), associazioni culturali (10% contro il 6%), gruppi parrocchiali (9% contro l’8%), bande musicali (6% contro il 2%) cori (6% e 4%). Le pari opportunità – Tuttavia, va evidenziato come anche in un contesto ricco e vivace come quello trentino, nella partecipazione alla vita collettiva così come alla vita scolastica e professionale, contino ancora le origini sociali: il background socio-culturale dei giovani, infatti, si conferma come un fattore determinante di opportunità di realizzazione individuale e sociale. Così, passando dalla classe più istruita a quella meno istruita, la probabilità di scegliere un liceo si riduce drasticamente dal 68% al 16% mentre, al contrario, la scelta di un percorso più professionalizzante è compiuta da circa il 33% dei giovani con genitori poco istruiti e dal 9% soltanto di chi proviene da famiglie con livello culturale elevato. Un andamento simile si nota se si considera la posizione sociale dei giovani. Il convegno Programma Giovedì 12 giugno 2008 Aula Magna - Palazzo Istruzione - Via Gilli n. 3 Trento Ore 15. 00 Introduzione e presentazione - Arduino Salatin, Direttore dell’Iprase del Trentino; Ore 15. 15 Generazioni a confronto: essere giovani oggi - Antonio de Lillo, Docente dell’Università di Milano - Bicocca e Presidente dell’Istituto Iard; Ore 16. 00 L’ogi Osservatorio Giovani Iprase: i dati istituzionali come risorsa per conoscere e capire Carlo Buzzi, Docente dell’Università degli Studi di Trento; Ore 16. 30 Monitorare il mutamento: diventare grandi tra continuità e nuove segmentazioni Riccardo Grassi, Ricercatore Istituto Iard, Arianna Bazzanella, Ricercatrice Iprase; Ore 17. 15 Modelli di politiche giovanili in Italia e in Europa Giovanni Campagnoli, Responsabile di Vedogiovane; Ore 18. 00 Dibattito; Ore 18. 30 Intervento conclusivo Lorenzo Dellai, Presidente della Provincia Autonoma di Trento. . |
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