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Notiziario Marketpress di
Lunedì 23 Giugno 2008 |
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PASSA DALLA FUSIONE DELLE IMMAGINI IL FUTURO DELLA RADIOLOGIA UN NUOVO SISTEMA DIGITALE CHE INTEGRA I RISULTATI DELLE PIÙ AVANZATE TECNICHE DI IMAGING IN GRADO DI COSTRUIRE - IN TEMPO REALE - MODELLI BI O TRIDIMENSIONALI DELLE STRUTTURE ANATOMICHE E IDENTIFICARE PATOLOGIE COMPLESSE È OGGI OPERATIVO A CATANIA.
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Catania, 23 giugno 2008 – Conclusa positivamente la sperimentazione a Catania, nell’unità operativa di diagnostica per immagini dell’ospedale Vittorio Emanuele, del Sistema digitale Dimago-med per l’integrazione delle immagini mediche provenienti da diversi esami diagnostici. Il sistema è frutto della collaborazione tra Infracom, il dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Catania e i radiologi dell’ospedale che hanno testato il sistema per garantirne l’affidabilità. Presentati i risultati a Catania durante il Workshop ‘Medical e Industrial Imaging’ di domani. L’unità operativa diretta da Carmelo Privitera, Primario del Servizio di Radiologia dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania, con l’introduzione dei Pacs (Picture Archive Communication System) un innovativo sistema per la digitalizzazione delle immagini radiologiche ha acquisito di diritto un posto nell’eccellenza delle radiologie italiane. Oggi con l’utilizzo del sistema Dimago per la digitalizzazione, elaborazione e integrazione delle immagini acquisite con angiografia digitale, Spect, Pet, Tac, risonanza magnetica e ultrasonografia, compie un altro passo nel processo di innovazione. Il pieno utilizzo di immagini prodotte, oltre che con i raggi X, anche con gli ultrasuoni e i campi magnetici, rende le attrezzature di diagnostica per immagini, ‘”uno strumento prezioso per il radiologo anche nella diagnosi precoce e rappresenta il biglietto da visita di un azienda ospedaliera” afferma Privitera. “Con questa metodologia vogliamo migliorare l’efficienza nel nostro servizio di diagnostica e rendere più fruibili le immagini che raccogliamo nelle diverse Unità”. “In una struttura come la nostra - prosegue Privitera - l’introduzione di questi strumenti permette di utilizzare tutte le informazioni cliniche-diagnostiche del paziente raccolte in luoghi e momenti successivi e una maggiore tempestività nella trasmissione delle informazioni tra i reparti di diagnosi e quelli di clinica, dove si decide la terapia. Non dimentichiamo inoltre la possibilità del teleconsulto o di utilizzare sistemi di sostegno alla diagnosi. Questa metodologia dovrebbe quindi consentirci di accrescere l’accuratezza della diagnosi, ma anche fornire un sostegno all’attività terapeutica, grazie alla disponibilità immediata per il terapeuta di tutta la documentazione del paziente. ” Secondo Carmine Bonomo, Direttore Ricerca e Sviluppo di Infracom Italia, che ha avuto un ruolo determinante nella creazione di Dimago med, “Con questo nuovo sistema digitale, progetto finanziato dal Ministero delle Attività Produttive, abbiamo per la prima volta la possibilità di integrare tra loro le informazioni morfologiche e funzionali rese disponibili da diverse apparecchiature diagnostiche. Possiamo ottenere modelli bi o tridimensionali delle strutture anatomiche per comprendere meglio patologie complesse e ricavare da centinaia di immagini le porzioni che interessano alla diagnosi. Il confronto delle immagini tra loro offre la possibilità di ricercare precedenti clinici grazie anche a un migliore sistema di archiviazione. Il risultato di questo progetto è un esempio lampante di come la collaborazione tra pubblico e privato, Università ed Impresa, possa portare a case history di successo”. Obiettivo del sistema è infatti quello di migliorare l’affidabilità nella gestione delle immagini raccolte e di rendere disponibile tutta l’informazione clinico-diagnostica ottenuta. “I dati vengono raccolti attraverso l’interfacciamento con le apparecchiature di acquisizione tramite Pacs - spiega Alfio Ragusa, Direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università di Catania - e sono gestiti in maniera omogenea secondo lo standard internazionale Dicom-3, che prevede una serie di servizi per la gestione delle immagini medicali. La nostra ricerca è stata finalizzata alla classificazione automatica dei tessuti e delle patologie attraverso l´analisi e la classificazione di segmenti di immagini di tipo Tac per specifiche patologie come le cisti renali e all’analisi automatica di immagini di microarray per le diagnosi genetiche Questo ci ha portato ad ottenere funzionalità avanzate di visualizzazione dei dati delle immagini provenienti da macchine differenti, relativamente agli esami di un paziente e a definire un metodo per stabilire una correlazione tra il contenuto informativo delle immagini. L´imaging 3D della mammella consente, per esempio, grazie alla ricerca congiunta ed interdisciplinare di informatici e chirurghi plastici ricostruttori, di proporre nuovi metodi che tengano conto delle indicazioni anatomiche fornite dai chirurghi nel produrre una visualizzazione della curvatura e della simmetria della zona anatomica ricostruita. “Oggi – conclude Sebastiano Battiato, Ricercatore dell’ Image Processing Lab del Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università degli Studi di Catania - abbiamo tutte le conoscenze e gli strumenti per sviluppare un servizio di diagnostica avanzato, grazie a sistemi informatici che ci permettono di ottenere dati sui tessuti molli, come ad esempio le cisti del rene, sul tessuto osseo e sul Dna delle cellule, per poter eseguire le diagnosi genetiche: un esempio di come la collaborazione tra diverse realtà, universitarie, ospedaliere e industriali, possa portare grandi risultati”. . |
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