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Notiziario Marketpress di
Martedì 01 Luglio 2008 |
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FISE, APPALTI PULIZIE DEI TRENI: RISCHIO GARE AL MASSIMO RIBASSO
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Roma, 1 luglio 2008 - “Appalti pulizie dei treni: nel 2008 nuove gare europee? Il settore rischia di assistere a gare al massimo ribasso con pesanti ricadute sull’occupazione e sulla qualità del servizio per i cittadini. L’esperimento è già fallito nel 2001!”. Con questa affermazione Fise Assofer - l’Associazione di Confindustria che riunisce le imprese appaltatrici di servizi di pulizia dei treni, risponde alle dichiarazioni dell’A. D. Di Fs Mauro Moretti che nei giorni scorsi ha rivolto pesanti accuse contro gli operatori del comparto. “Le nuove gare”, precisa Assofer, “sono soltanto il remake di quelle effettuate nel 2001, contraddistinte da una forte parcellizzazione dei lotti con l’impossibilità di operare sinergie tra gli stessi, la limitazione del valore massimo di aggiudicazione da parte di ciascuna azienda e senza alcuna clausola sociale (imposta solo successivamente da una mediazione ministeriale a seguito delle forti tensioni sociali che ne derivarono). Nel 2001 l’imposizione di tali gare determinò l’ingresso nel settore di aziende che dimostrarono di non possedere requisiti di solidità e affidabilità richiesti; nei successivi 4 anni la maggior parte di esse rinunciò allo svolgimento delle attività causando non pochi problemi organizzativi. Così nel 2005 le nuove gare hanno visto una decisa inversione di tendenza con pochi lotti più grandi, ditte più qualificate, ma con un sostanziale vizio di fondo che si perpetua ancora oggi e che pochi conoscono: le aziende devono operare con programmi, cicli di lavorazione e tempi di messa a disposizione del materiale rotabile determinati unilateralmente dal committente che può modificarne, a suo insindacabile giudizio (nei limiti di una franchigia), quantità e modalità. Le imprese che devono sostenere per contratto il costo degli oltre 9. 000 addetti del settore subiscono tagli e penalità in funzione di piani di interventi di cui non sono responsabili, se non per la parte esecutiva. Il livello di esasperazione è giunto al punto che le imprese hanno effettuato massicci interventi, a titolo sperimentale (senza aggravio di costo per il committente), con tecnologie e processi di propria elaborazione, che hanno raggiunto incoraggianti risultati, ma che inspiegabilmente sono stati cancellati dal Gruppo Fs, che ha preferito tornare al più comodo sistema dei tagli e delle penalità. Nelle attuali condizioni organizzative (ben diverse da quelle presenti in altri Paesi europei), 60 euro al giorno per pulire una carrozza di un treno soggetto a ingente flusso di passeggeri, come lo sono i treni regionali, sono una cifra troppa bassa, incongrua e inadeguata. In Francia il costo medio per pulire i vagoni dei treni è inferiore al nostro in quanto il costo medio dei lavoratori impegnati in queste operazioni è più basso. “Ma come si può pensare”, conclude l’Associazione, “che con soli 60 euro al giorno si possa garantire che un vagone utilizzato da centinaia di persone possa ritornare in condizioni decorose, soprattutto, quando lo stesso vagone è già di per sè di non giovane età? E come si pensa di garantire l’occupazione con un valore del genere a tutti gli addetti del settore che a giudizio della committenza saranno tutelati da una clausola sociale che ancora nessuno ha visto e dal rispetto di un contratto collettivo nazionale di lavoro che non viene riconosciuto?”. . |
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