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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Luglio 2008
 
   
  BONIFICA DEI SITI INQUINATI: UNA BANCA DATI AMBIENTALE PER PASSARE DALL’EMERGENZA ALLA PREVENZIONE IL CASO DI TRENTO NORD E LE ESPERIENZE AVANZATE CONDOTTE IN GERMANIA

 
   
   Trento, 8 luglio 2008 – Le bonifiche di siti inquinati non devono più rappresentare delle “emergenze”, occorre passare a metodologie d’intervento preventive che permettano in futuro di evitare il sorgere di situazioni che possono avere pesanti ricadute sia sulla salute delle popolazioni sia sull’ambiente. Cosa che è possibile fare solo se si adottano sistemi di monitoraggio dei suoli che portino alla definizione dei “fondi naturali”, così da offrire ai tecnici che operano nel campo ambientale uno strumento certificato che evita poi di dover effettuare singole indagini all’interno dei territori comunali. Questo il primo “messaggio” uscito dal seminario sulle bonifiche dei siti inquinati, organizzato dal Progetto speciale recupero ambientale e urbanistico delle aree industriali, che si è svolto il 3 luglio, di fronte a quasi 400 operatori e tecnici, al Centro congressi della Cooperazione. Le ultime acquisizioni normative, lo scambio di conoscenze, il confronto tra diverse metodologie per le bonifiche e le procedure da adottare per la caratterizzazione delle terre e rocce da scavo sono gli argomenti che chiave del seminario. “Attorno alle questioni ambientali – ha affermato il presidente della Provincia autonoma, Lorenzo Dellai, aprendo il convegno - va stimolata la partecipazione convinta e attiva di tutti, l’assunzione di una responsabilità allargata a tutte le componenti della società, dalle imprese ai Comuni, dai singoli cittadini alle categorie professionali”. Sullo sfondo del seminario – introdotto da Alverio Camin, che da dieci anni guida il Progetto speciale – il sito inquinato d’interesse nazionale di Trento nord, diventato una sorta di “laboratorio”, al quale guardano anche molte realtà straniere, di metodologie e procedure avanzate ed innovative. Un’esperienza che ha dato origine ad un processo nuovo per il nostro paese (ma già applicato ad esempio in Germania), che alla “cultura dell’emergenza” antepone la prevenzione attraverso l’uso di strumenti diagnostici di ultima generazione, come quelli applicati in Trentino con il monitoraggio delle aree produttive. Un monitoraggio che ha già portato a compimento gli studi relativi ai Comuni di Trento, Rovereto, Mezzolombardo, Arco, Ala e Lavis, mentre in corso sono gli studi delle aree produttive di Pergine, Levico e Borgo Valsugana ed ormai ultimati quelli relativi alle aree produttive di Tione, Condino e Storo. “I dati finora raccolti – ha anticipato al seminario lo stesso presidente Dellai – mostrano una generale buona situazione ambientale delle aree esaminate, a conferma che le aziende insediate rispettano il territorio sul quale operano”. Esiti, questi, confermati tra l’altro dal giudizio sulla situazione ambientale della nostra provincia offerto dal procuratore presso la Procura della Repubblica di Trento, Stefano Dragone: “Qui in Trentino il livello di guardia è molto più alto che altrove e poche sono le denunce per reati ambientali presentate ogni anno”. Nei due giorni del seminario (domani l’atteso intervento di Giovanni Pietro Beretta, il massimo esperto italiano in materia di bonifica dei siti inquinati) il confronto sarà, oltre che con i maggiori esperti in Italia sia nel campo pubblico che privato, anche con rappresentanti della Baviera e del Land i Berlino. Un confronto incentrato, in particolare, su tre temi: la definizione dei fondi naturali dei suoli attraverso la raccolta e gestione sistematica di dati ambientali (Banca dati ambientale) che porterà ad una immediata valutazione se l’inquinante è di origine naturale o se è dovuto all’azione umana; la conseguente più rapida soluzione dei problemi relativi alla gestione delle terre e rocce da scavo; un confronto tra le tecniche di bonifica di suolo ed acqua a seguito dei risultati conseguiti. Una tavola rotonda finale darà modo, nella giornata di domani, di verificare le posizioni dei vari attori (Ministero dell’ambiente, Procura della Repubblica, Gruppo Carabinieri Tutela ambiente, Associazione Artigiani e Ordini professionali) che operano sul territorio. .  
   
 

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