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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Luglio 2008
 
   
  “BRAND UMBRIA”, ASSESSORE LIVIANTONI A CONFAGRICOLTURA: “PROMOZIONE COMPLESSIVA DELL’UMBRIA E’ SCELTA STRATEGICA”

 
   
  Perugia - “La Regione Umbria ha da tempo compiuto la scelta strategica di favorire il protagonismo delle imprese, abbandonando tentazioni dirigistiche, che a volte riaffiorano anche su chi dovrebbe sostenere il valore e l’autonomia della impresa”. Lo afferma, in una nota, l’assessore all’agricoltura della Regione Umbria Carlo Liviantoni, rispondendo ad una presa di posizione di Confagricoltura Umbra. “Sorprende e stupisce – è detto nella nota - che Confagricoltura Umbra prenda una posizione così liquidatoria sulla capacità della Regione di promuovere il ‘brand Umbria’ dopo aver avuto conoscenza della assegnazione di finanziamenti ai progetti di promozione che molte aziende agricole dell’Umbria avevano presentato per il primo semestre 2008. Si è trattato di un bando in anticipazione, per non far perdere opportunità di promozione che le aziende e le loro associazioni intendevano attuare con la partecipazione al ‘Vinitaly’, con la promozione dei prodotti biologici (Probio-umbria biologica), con la promozione del grechetto di Todi (Associazione Produttori Grechetto di Todi), con la promozione dei diversi vitigni, dal Sagrantino al Sangiovese (Associazioni Grandi uve), con la promozione del vitellone bianco dell’Appennino (Consorzio di tutela), con la promozione dell’Olio Dop-umbria (Consorzio di tutela), con la promozione vini Doc– Docg di Montefalco (Consorzio di tutela). “Limitarsi a questo bando per dare un giudizio – sostiene l’assessore all’agricoltura - è improprio e parziale, perché il giudizio dovrebbe essere espresso sul complesso della azione regionale. Sorprende inoltre e stupisce che tale giudizio sia avvenuto dopo confronti ed approfondimenti vari con le organizzazioni degli agricoltori sulla impostazione delle azioni a venire e sulle scelte specifiche, per la verità, in via di definizione. “C’è inoltre molta confusione – prosegue la nota - circa la natura di finanziamenti, quando si cerca di contrapporre quelli del ‘Psr’ a quelli di esclusiva provenienza regionale. Occorre avere chiara la cognizione che anche per quanto riguarda fondi di esclusiva provenienza regionale, qualora ve ne fossero a disposizione in un clima di stretta finanziaria ed in una regione piccola come l’Umbria, essi potrebbero essere utilizzati secondo le regole comunitarie essendo sottoposti al regime degli aiuti di Stato. Comunque gli agricoltori sanno perfettamente che a quelli del ‘Psr’ concorre sia la quota europea che quella regionale e statale, attivati tutti dalla partecipazione diretta dei finanziamenti propri delle aziende agricole private. “Nell’utilizzo delle risorse del ‘Psr’ – continua la nota di Liviantoni - non c’è quindi disimpegno finanziario della Regione che, si lascia intendere, dovrebbe mettere altre risorse proprie. Ciò invece rappresenta una scelta forte, tendente ad aggregare quanto più possibile risorse statali, regionali, europee e private per una politica di sviluppo rurale. La condizione indispensabile perché vengano utilizzate è che vi siano imprese private che investano risorse proprie e quindi credano e si sentano impegnate nelle azioni che loro stesse individuano e mettono in campo perché vi prevedono ricadute economiche aziendali e di sviluppo generale. “Certamente la proposta di Confagricoltura, fatta al tavolo verde, di far pagare alle aziende più del 30 per cento del costo del progetto, come abbiamo previsto può avere una sua logica, ma appesantirebbe ancor più le aziende nel momento in cui promuovendo le produzioni di qualità compiono anche una azione di interesse pubblico. Non può sfuggire ad alcuno il fatto che il prodotto di qualità è fortemente legato al territorio, la sua promozione è promozione anche del territorio e quindi del ‘brand Umbria’. Per questo abbiamo pensato che fosse giusto incentivare tale azione che va unita a quella di facilitare le aggregazioni più larghe e stabili di imprese e di prodotti per offrire margini di valore aggiunto ai prodotti agroalimentari, al territorio e a quelle che sono le qualità multiformi dell’Umbria. “Non si può allora affermare che ci si è dedicati ad un solo prodotto, pure importante, come quello del vino su cui giustamente ci è stato richiesto di intervenire. Abbiamo invece sostenuto la promozione di progetti integrati di filiera. In questo quadro però la Regione non si è fermata a contemplare il singolo prodotto dopo essersi spesa per sostenerne l’affermazione: per la verità da tempo ha avvertito la necessità di una promozione delle filiere produttive, ma anche della dimensione ‘Umbria tout-court’, che rivendichiamo di aver proposto da tempo e realizzato, per quelle che sono le competenze regionali, in diverse parti e per molte occasioni. “Per questo – prosegue la nota di Liviantoni -, la scelta compiuta in questi ultimi tempi di spingere sulla promozione complessiva dell’Umbria, che alcuni, riprendendo da nostri documenti, chiamano ‘brand’ è scelta strategica. In questo spazio le produzioni agricole e il paesaggio concorrono, con un grado elevato, a determinare la qualità della immagine dell’Umbria. Ne sono testimonianza le molteplici occasioni in cui abbiamo presentato l’Umbria: dalla Nuova Fiera Campionaria di Milano, alla Borsa internazionale del Turismo, dalle varie iniziative sugli scenari europei a quelli extraeuropei, dal sistema culturale, ambientale e paesaggistico, che abbiamo legato – conclude l’assessore regionale all’agricoltura - ai prodotti agroalimentari e a quelli dei sistemi industriali di alta qualità”. .  
   
 

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