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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Luglio 2008
 
   
  AGRICOLTURA IN VENETO: INCONTRA DIRETTIVO APROLAV

 
   
  Treviso - E’ stato un confronto senza rete e a tutto campo, quello svoltosi il 10 luglio sera a Treviso tra il Consiglio direttivo di Aprolav (Associazione Produttori Latte del Veneto), presieduto da Terenzio Borga, e il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato. “Sono qui per ascoltare, confrontarmi, capire cosa serve agli imprenditori zootecnici – ha affermato Manzato – per poi fare assieme”. E le richieste, i suggerimenti e anche le critiche rispetto all’azione di parte pubblica non sono certo mancati da parte degli imprenditori dirigenti di Aprolav, che hanno peraltro espresso soddisfazione per un confronto diretto con la politica, che non si registrava da anni. L’associazione “vale” oltre 6 milioni di quintali di latte, circa il 55 per cento dell’intera produzione regionale, la gran parte trasformata in prodotti Dop e tipici, conta circa 3 mila aziende e 29 cooperative associate, svolge una serie di attività che vanno dall’assistenza aziendale alla commercializzazione, promozione e valorizzazione del prodotto dei soci. Il tutto in un comparto che ha subito profonde ristrutturazioni (per fare un esempio, la quantità di latte lavorato è persino aumentata, ma alla nascita, una ventina di anni fa, le aziende socie erano oltre 18 mila e 39 le cooperative) e dove il costo di produzione tra il 2006 e il 2007 è cresciuto del 21 per cento, mentre i ricavi sono aumentati solo del 7 per cento, a fronte di un aumento consistente anche del costo del credito, indispensabile per fare investimenti. Su questa realtà il dibattito ha cercato di focalizzare gli elementi di pesantezza e le risposte possibili per sostenere le imprese, consolidare e promuovere il comparto. La prima corale richiesta è stata la sburocratizzazione, rispetto ad un sistema che “fa introitare alle aziende più vincoli che risorse”. E dove i controlli non mancano certo, ma sono alle volte un po’ schizofrenici: le vacche devono avere gli “orecchini”, ma se ne perdono uno bisogna metterne altri due: l’Usl si accontenta di uno, la forestale li vuole entrambi e dunque tre, l’apparato regionale dipende dalla zona. Perché comunque tutti controllano, “naturalmente” le stesse cose. Servirebbero poi interventi sulle accise, accordi per diminuire il costo del denaro, incentivazione del settore in montagna, pagamenti più rapidi, misure del Psr calibrate sulle reali esigenze delle aziende, sostegno alla promozione, una politica più concreta nei fatti e di meno parole. Rispetto all’insieme delle proposte, Manzato si è riservato di esaminarle ad una ad una, ribadendo in ogni caso che “le imprese non sono controparte della Regione, anzi: la struttura pubblica deve capire di essere, tutta, al loro servizio”. Per questo il vicepresidente ha annunciato confronti diretti imprenditori – strutture sui singoli punti critici, laddove è l’apparato che deve rispondere alle aziende non viceversa. Manzato ha infine ribadito l’intenzione di poter utilizzare il logo regionale come veicolo di promozione di tutto il “made in veneto”, compresi i suoi prodotti di qualità controllata. In questo modo si ottimizzerebbero le risorse moltiplicando gli effetti delle iniziative di valorizzazione rispetto a quanto si potrebbe fare investendo ora su questo ora su quel prodotto. .  
   
 

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