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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Luglio 2008
 
   
  MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO OGNI RAZZISMO”: SPERO CHE I NOSTRI FIGLI NON SIANO IMMIGRATI A VITA»

 
   
  San Rossore (Pi), 15 luglio 2008 - «Per tutta la vita ho fatto l’immigrata di professione, speriamo che i nostri figli non debbano fare l’immigrato a vita, ma possano fare il geometra, l’avvocato o quello che vorranno». L’ex deputato Mercedes Frias ha iniziato così il suo intervento. Dopo aver ricordato come gli immigrati sono in Italia il 5%, producono il 6% del Pil in Italia e fino al 30% con le rimesse nei loro Paesi, Frias ha chiesto alla Toscana di tornare ad impegnarsi contro la discriminazione. «Abbiamo bisogno di strumenti – ha detto – per difenderci dalle discriminazioni. Un appiglio è dato dagli articoli 43 e 44 della legge Turco Napoletano: alla Regione Toscana che aveva cominciato un lavoro su questo, chiedo di riprenderlo. » Frias ha chiesto inoltre soluzioni affinché non vengano lasciate sulla strada decine di f! amiglie che sono state sgomberate dalle baracche fatiscenti. &! laquo;E& rsquo; accaduto l’anno scorso a Pavia – ha detto – e tutti ci siamo scandalizzati, è accaduto l’altro giorno in Toscana e nessuno ha detto nulla. E’ vero che le baracche erano fatiscenti, ma non si possono lasciare le persone alle intemperie, in una Regione che fa San Rossore. » Il presidente toscano dell’Arci Vincenzo Striano ha scelto di spiegare quella che per lui è una delle cause più profonde del razzismo di oggi con una citazione del sociologo Zygmunt Barman. «Noi che abitiamo la parte "sviluppata" del mondo (la più ricca, la più modernizzata), siamo oggettivamente le persone più al sicuro nella storia dell´umanità. Eppure la nostra è tra le società più dominate dalla paura, da una paura irrazionale. Ed è questa una delle principali cause dei fenomeni di xenofobia e razzismo». Nel suo intervento alla tavola rotonda su «I! mmigrazione e sviluppo umano” Striano ha fatto due proposte concrete: innanzitutto – ha detto – occorre varare politiche inclusive per gli immigrati, politiche legate agli aspetti sociali, alla casa. L’opposto di quelle logiche repressive presenti in molte severe normative che non risolvono i problemi anzi, anche in prospettiva li acuiscono». «Quanta rabbia – ha aggiunto - coltiverà in sé da grande il bambino rom cui verranno prese le impronte?». Inoltre, per Striano occorre dare rapidamente il voto ai 3 milioni di immigrati presenti in Italia: «Non è quella del voto la loro priorità. Ma è solo così – ha spiegato – che potranno entrare nel mercato della politica”. Riccardo Moro, direttore della Fondazione Giustizia e solidarietà ha utilizzato un eloquente esempio concreto di integrazione proveniente dalla sua esperienza personale: ! «Vengo da Torino - ha detto - una città&nbs! p; che n egli anni ’60 visse l’impatto fortissimo dell’immigrazione dal sud del Paese, impatto che produsse in pochi anni il raddoppio della popolazione. Ci furono problemi, nacquero autentici ghetti come Mirafiori sud o Le Vallette, ma nel tempo le politiche di integrazione hanno funzionato e Torino, grazie a quel fenomeno migratorio, è cambiata decisamente in meglio». Jean Pierre Cassarino dell’Istituto universitario europeo di Firenze ha trasmesso l’esperienza di ricerca compiuta su un campione di 1. 200 persone su un tema specifico: quello del ritorno degli immigrati nel Paese d’origine. «Un ritorno problematico – ha spiegato – specie nel caso degli immigrati costretti a rientrare perché espulsi, le loro difficoltà non vengono risolte dal ritorno. Anzi. » Il ritorno a casa è quindi un fenomeno da studiare per costruire strumenti adatti a garantire la circolarità delle migrazioni. .  
   
 

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