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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Luglio 2008
 
   
  MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO OGNI RAZZISMO” YOU TUBE, GRANCASSA DEL RAZZISMO IN VIDEO SULLA RETE

 
   
  San Rossore (Pi), 15 luglio 2008 - Quanti contenuti razzisti sono presenti sulla Rete e soprattutto su realtà come You Tube? Che impatto possono produrre, in termini anche di istigazione alla violenza, e che cosa si può fare per neutralizzare la presenza “virtuale” di gruppi neonazisti o negazionisti? A tutto questo si è provato a rispondere in apertura della seconda giornata del meeting di San Rossore, grazie a Adriano Fabris, filosofo, e a Udo Enwereuzor, esperto di multiculturalità e azioni contro il razzismo, che hanno passato in esame un gran numero di video immessi su You Tube. Una riflessione che ha consentito di disegnare una realtà ben più complessa e diversificata di quanto possa rappresentare un generico appello ai pericoli di razzismo su Internet: «Sostanzialmente ci sono tre tipi di presenza su Internet attraverso i videoclip – ha infatti spiegato Fabris &nd! ash; e uno di essi ha un significato di informazione e denunci! a che ri manda a una esperienza giornalistica diffusa. You Tube, così come in genere Internet, rappresenta un’importante cassa di risonanza. Non a caso la prima cosa che fanno i regimi dittatoriali è chiudere i loro server. Ma poi ci sono i video che costituiscono propaganda o addirittura istigazione a certi comportamenti, oppure i video che soddisfano un bisogno di sfogo o esibizione. You Tube diventa allora una possibilità di fare spettacolo nella società dello spettacolo. E il rischio è che il razzismo diventi spettacolo e in questo modo possa trovare una sorta di assoluzione». Un pericolo sottolineato anche da Enwereuzor, dal punto di vista degli utenti della Rete. «Come spettatori – ha ricordato – siamo coinvolti, siamo parte dello stesso problema. E non dimentichiamoci che su Internet ci sono immagini facili da decodificare, e che da questo punto di vista pongono meno problemi, ma che altre volte il messaggio! non è così chiaro. Senza dimenticare che la possibilità per certi gruppi di esistere in Rete è preoccupante, perché consente di fare proseliti senza essere perseguiti. Il razzismo su Internet, infatti, non è legale, ma questo non basta se non rende effettivo questo divieto. Eppure oggi ci sono i mezzi per controllare con efficacia». .  
   
 

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