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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Luglio 2008
 
   
  MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO OGNI RAZZISMO” «IMMIGRATI, NON LASCIATECI SOLI CON GLI ITALIANI»

 
   
  San Rossore (Pi), 16 luglio 2008 - Una scritta comparsa su un muro, “Immigrati, non lasciateci soli con gli italiani”. Maria Pace Ottieri, scrittrice e giornalista, autrice, tra l’altro del libro Quando sei nato non puoi più nasconderti, la sceglie per introdurre il suo intervento nel dibattito su “Le identità del terzo millennio” coordinato dal giornalista Alan Friedman. «Un formidabile cortocircuito, – la definisce – un rovesciamento di prospettiva. Le identità – riflette – non si fondano solo sulle radici, sul passato, ma anche sui cambiamenti che via via si verificano, e quindi si costituiscono pezzo a pezzo. Nessuno più appartiene esclusivamente a un territorio o a una patria, e forse in futuro neanche a una sola lingua. Guardiamo gli indiani: sono storicamente predisposti all’identità multipla, in una f! amiglia si parlano tre, quattro lingue, i figli vanno a studia! re fuori . La nostra paura – sottolinea – è del tutto a senso unico, e su questo dovremmo interrogarci». “Alexian” Santino Spinelli, rom italiano, compositore, poeta, saggista, insegnante, saluta la platea con un saluto nella lingua Romanì, e si rallegra per lo stop del Parlamento Europeo alle impronte ai bambini rom volute dal nostro governo. «È un gran giorno, una grande vittoria per l’Europa e per l’umanità. Mezzo milione di rom e sinti barbaramente massacrati nei campi di sterminio non sono bastati. Per creare una società multiculturale serve la multiculturalità, – osserva (e l’osservazione non è così scontata come potrebbe sembrare, ndr) – che non vuol dire solo conoscere, ma anche praticare le altre culture». Dei rom, sottolinea Spinelli, ci si occupa solo per i fatti di cronaca nera: «Il 90 per cento degli articoli che si scrivono sui! rom sono solo cronaca. Eppure facciamo concerti, festival, convegni, concorsi letterari. Il 70 per cento dei rom sono cittadini italiani. E non siamo nomadi per cultura, come molti pensano. L’errore del singolo porta alla condanna di tutta la comunità rom, che è prismatica e complessa». Affronta la scabrosa e controversa questione dei campi nomadi: «Fin quando in Italia avremo i campi nomadi, che sono un’aberrazione, una segregazione razziale, non ci sarà mai integrazione. Fa comodo avere i campi nomadi e scaricare sui rom tutti i problemi dell’Italia. Chi governa ha vinto agitando una presunta insicurezza. Dicono che i rom rubano i bambini: non esiste un solo caso accertato. E le tante associazioni che lavorano con i rom propongono progetti inattendibili, ma molto ben remunerati dalle istituzioni. In Italia esistono due tipi di cittadini: di serie A e di serie Z, cioè zingari. Le pari opportunità non ve! ngono garantite, eppure esistono convenzioni internazionali, l! a Carta costituzionale, la Carta dei diritti dell’uomo. E a distanza di tanti anni, l’Olocausto continua, visto che la lista dei morti rom in tempo di pace è lunghissima». .  
   
 

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