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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Luglio 2008
 
   
  MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO OGNI RAZZISMO” LATKES, GALUPSIK E TZIMMES: L’INTEGRAZIONE PASSA DALLA TAVOLA SLOW FOOD ABBATTE LE FRONTIERE CON PIATTI EBRAICI RIVISITATI IN TOSCANA!

 
   
   San Rossore (Pi), 16 luglio 2008 - Se è vero che le culture si fondono nella quotidianità, la cucina rappresenta sicuramente un elemento importante di questo processo. Per questo ai partecipanti al Meeting di San Rossore sono stati offerti due buffet gestiti da Slow Food, uno con i presidi toscani, nazionali ed internazionali dell’associazione, l’altro con piatti tipici della cultura ebraica, sia toscano-romana che aschkenazita e sefardita. Sulle lunghe tavole imbandite dai produttori e dai soci di Slow Food oltre ai prodotti della Lunigiana, della Garfagnana, di San Miniato, di Volterra, del lago di Orbetello, della montagna pistoiese e molti altri, tra cui quelli del Parco di San Rossore, sono stati proposti i latkes (frittelle di cipolle e patate), aringhe affumicate con uvetta e cipolle, spinaci con fegatini di pollo, pasticci (ravioloni con spinaci e uovo), galupsik (involtini di cavolo ripieni di carne e salame ! d’oca), salsiccia di vitello con fagioli bianchi, gefill! te fish (polpette di pesce con la lisca di acqua dolce), filetti di baccalà fritti, tzimmes di carote (carote con cannella e farina fritte in olio di oliva), zucchine marinate in concia (zucchine affettate sottili macerate in aglio, basilico e aceto), melanzane alla giudia (tocchetti di melanzane marinate come le zucchine in concia), shakshuka (peperonata con uova) e per finire, come dolci, orecchie di Haman (simili ai cenci ma con l’aggiunta di anice e cannella e tuffati in zucchero, cannella e vaniglia) e Bocca di dama (torta simile al pan di Spagna con farina, mandorle tritate, uova e zucchero senza burro e grassi). «È stato divertente – ha detto Cristina Campini, cuoca, che ha diretto la cucina realizzando tutte le specialità ebraiche – perché abbiamo lavorato in armonia, tutti insieme, utilizzando le materie prime dei produttori Slow Food». In cucina per produrre le specialità ebraiche sono state impiegati 6! 0 Kg di baccalà, 40 Kg di aringhe, 200 peperoni, 400 pomodori, 400 cipolle, 17 cassette di zucchine, 150 litri d’olio d’oliva. Sono state inoltre offerte 250 bottiglie di vino della Piccola Gerusalemme di Pitigliano e 50 torte Bocca di dama. «Per soddisfare l’appetito di 800 persone al giorno – ha detto Cristina Licheri, di Slow Food, che ha coordinato la ristorazione nell’ambito del Meeting – abbiamo mobilitato 10 Comunità del cibo e una ventina di produttori soci di Slow Food, alternando prodotti diversi nei due giorni. Abbiamo proposto anche alcuni “presidi” toscani di Slow Food, il biroldo, il mallegato, il pecorino al latte crudo, la marocca di Casola, il lardo di Colonnata, i fagioli di Sorana, la torta coi bischeri, una specialità pisana al cioccolato, e quella coi becchi, un dolce tipico della lucchesia fatto a base di verdure. Sono stati proposti anche due presidi nazionali, gli agrumi ! del Galgano e il cevrin (formaggio caprino) piemontese, e due ! internaz ionali, la salsiccia mangalica unagherese e il caffè delle terre alte del Guatemala». .  
   
 

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