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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Luglio 2008
 
   
  SARANNO APERTI 295 SPORTELLI PER DARE RISPOSTE CERTE ALLE FAMIGLIE TOSCANE PIÙ SERVIZI PER LA NON AUTOSUFFICIENZA, LA GIUNTA APPROVA LA PDL ABBATTIMENTO DELLE LISTE DI ATTESA E POTENZIAMENTO DELL’ASSISTENZA DOMICILIARE DI FEDERICO TAVERNITI

 
   
  Firenze, 15 luglio 2008 - Istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza. La Giunta regionale ha approvato la proposta di legge per ridurre le liste di attesa e potenziare l’assistenza domiciliare in favore delle persone non autosufficienti. Il testo approda adesso in Consiglio regionale per essere trasformato in legge, cosa che dovrebbe avvenire dopo l’estate. Due gli obiettivi principali di questa nuova legge: abbattimento entro il 2010 delle liste di attesa per l’inserimento nelle strutture residenziali e potenziamento dei servizi per l’assistenza domiciliare. E’ prevista inoltre l’istituzione di un apposito Fondo per finanziare lo sviluppo di un sistema di servizi capace di rispondere ai bisogni accertati in modo da migliorare le condizioni di vita e l’autonomia delle persone non autosufficienti. Tutto questo senza fare ricorso a nuove forme di tassazione. Altr! i elementi contenuti nella proposta di legge sono la certezza,! l&rsquo ;appropriatezza e la tempestività della prestazione alla persona ed ai familiari, l’ampliamento della rete di servizi ed interventi, procedure d’accesso facilitate e garantite, la definizione delle forme di assistenza e di compartecipazione alla spesa, la sottoscrizione di un patto interistituzionale per il governo integrato del fondo. Ma vediamo meglio nel dettaglio. 1. Composizione del Fondo e ripartizione delle risorse. È uno dei punti base della pdl. A livello regionale alimenteranno il Fondo le risorse del fondo sanitario, di quello sociale e quelle aggiuntive definite dalla legge finanziaria toscana. A livello nazionale verrà fatto affidamento sul fondo appositamente creato e sulle ulteriori risorse trasferite per obiettivi coerenti con la legge. Potranno finire nel Fondo anche eventuali lasciti o donazioni. Attualmente la spesa annua regionale per interventi a favore di anziani non autosufficienti si aggira sui 300 milioni di euro! . Le risorse aggiuntive regionali per il 2008 sono pari a 25 milioni di euro, i trasferimenti nazionali 21 milioni. Per il 2009 si stima un aumento sia dello stanziamento regionale, 37 milioni di euro, che di quello statale, 28 milioni. Per il 2010 l’ammontare complessivo stimato è di 80 milioni di euro. La Regione provvederà a ripartire il Fondo tra le 34 zone-distretto in base a vari criteri (popolazione, indice di non autosufficienza o disabilità e di residenzialità). Saranno le Sds (Società della Salute) o le Asl (laddove le Sds non sono costituite) a gestire le risorse con una contabilità separata. 2. Interventi finanziati. Quelli domiciliari, diretti e indiretti, costituiscono la scelta prioritaria: si punta a mantenere la persona anziana nella propria abitazione, la famiglia è considerata l’ambito più favorevole per la cura. Grazie al Fondo verranno poi finanziati anche gli inserimenti nelle Rsa! , permanenti, temporanei o di sollievo, e nelle strutture semi! residenz iali. L’assistenza domiciliare verrà potenziata allargandola ad almeno 16mila persone. Inoltre è previsto un sostegno alle famiglie per l’assunzione di 5mila assistenti di cura. I destinatari sono i residenti nel territorio regionale che si trovino nella condizione di non autosufficienza accertata dalla Uvm (unità di valutazione multidisciplinare). 3. Accesso alle prestazioni. Elemento centrale di tutto il progetto è l’apertura di 295 Puntoinsieme, gli sportelli di prima accoglienza ed ascolto. Il loro coordinamento spetta al Pua (Punto Unico di Accesso), istituito presso ogni zona-distretto. Il Puntoinsieme è uno sportello gestito da un operatore socio-sanitario adeguatamente formato dove i familiari della persona che ha bisogno di aiuto si rivolgono. Il Punto Insieme garantirà ascolto, aiuto e certezza di risposta entro 30 giorni. Ecco come funziona: l’operatore compila una scheda in cui viene segnalato! il bisogno assistenziale e attiva immediatamente i primi interventi assistenziali. A questo punto entra in gioco l’Uvm (Unità di Valutazione Multidisciplinare), ovvero una equipe di esperti composta da un medico di distretto, da un assistente sociale e da un infermiere professionale. Di volta in volta potrà essere integrata dal medico di medicina generale della persona e da specialisti ed operatori della riabilitazione. L’uvm valuta le condizioni di bisogno dell’assistito, definisce il Pap (Progetto Assistenziale Personalizzato), ovvero il pacchetto di prestazioni più appropriato, nomina il responsabile del Pap, che avrà il compito di seguirne l’attuazione in ogni sua fase e di fungere da referente nei confronti dell’assistito e dei familiari, e ne verifica periodicamente obiettivi e appropriatezza in base all’evoluzione della situazione. Al Pap dovrà essere dato l’assenso da parte di quest’! ultimo e/o dei familiari. Entro 30 giorni dalla presentazione ! della do manda viene garantito l’avvio del percorso assistenziale più appropriato. La pdl stabilisce inoltre forme di compartecipazione al costo delle prestazioni da parte dell’assistito in base al reddito e al patrimonio. La situazione in Toscana. L’invecchiamento della popolazione ha trovato terreno fertile grazie ai bassi tassi di fecondità e alla crescita della speranza di vita. Sono state perciò le persone con più di 65 anni a crescere in modo costante negli ultimi 15 anni, ad un ritmo di circa 10mila unità l’anno. A fine 2006 costituivano il 23,3% della popolazione, pari a circa 830mila unità. Quelle con più di 75 anni erano il 12%. La speranza di vita alla nascita è cresciuta in maniera costante dal 1991 ad oggi: dai 74,9 anni per i maschi e 81,2 anni per le femmine, si è passati rispettivamente a 79,3 e 84,6. Ma la crescita riguarda anche il numero di coloro che vivono da soli: dall&rs! quo;ultimo censimento risultava che quasi 1 persona su 3 over 75 viveva da sola; 1 su 4 per gli over 65. In diminuzione invece il numero delle persone anziane inserite in comunità, sia per il miglioramento delle condizioni di salute che per il crescente impiego di assistenti di cura. I non autosufficienti gravi, secondo le ultime stime dell’Ars (Agenzia Regionale di Sanità), sarebbero 40mila. Sempre secondo l’Ars entro il 2030 i non autosufficienti supereranno le 113 mila unità, i gravi le 53 mila unità. Analogo risultato per i non autosufficienti inseriti in Rsa: dai circa 8 mila del 2005 si passerebbe a oltre 12 mila nel 2030. Nei prossimi anni il crescente numero di stranieri (soprattutto giovani) non frenerà l’invecchiamento della popolazione. Saranno soprattutto i giovani nella fascia 25-39 anni a diminuire. L’indice di vecchiaia (numero di anziani per 100 bambini) passerà da 192 a 213 (attualm! ente la Toscana è seconda in Italia dietro alla Liguria! ) e per ogni 100 residenti in età lavorativa (15-64 anni) ci saranno 42 anziani contro i 38 attuali. L’indice di dipendenza strutturale (cioè il rapporto tra le persone in età non lavorativa, da 0 a 14 anni e con più di 65, e quelle in età lavorativa, 15-64 anni, moltiplicato per 100) passerà da 58 a 62 a causa dell’aumento delle età più anziane. .  
   
 

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