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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Luglio 2008
 
   
  IL MARCATO DEL LAVORO LOMBARDO PREFERISCE LAUREE SCIENTIFICHE

 
   
  Milano, 15 luglio 2008 - Il mercato del lavoro in Lombardia è vivace e recettivo: la domanda di laureati supera infatti l’offerta. Sono i laureati delle facoltà scientifiche ed ingegneristiche i più richiesti dal mercato del lavoro lombardo, per ogni 10 domande di ingegneri elettronici e statistici ci sono solo 3 laureati disponibili. Buone prospettive anche per chimica farmaceutica, per economia e per l’area insegnamento e formazione (rapporto offerta di laureati e domanda dal mercato del lavoro: 0,5). Più critico il quadro per i laureati in discipline politico-sociali, con un’offerta di 5,5 a 1 rispetto alla domanda, per i geologi, con un’offerta di quasi 3 a 1, per i laureati in giurisprudenza e per gli architetti, che sono circa il doppio rispetto alla domanda. Nel complesso, sono quasi 46 mila i laureati delle Università lombarde (ultimo dato disponibile: 2006), di cui 33 mila quelli che entrano direttamente sul mercato del lavoro. Il 23,7% ha seguito indirizzi economico-giuridici, il 23,8% lauree in ingegneria e ad indirizzo scientifico, il 20,3% lauree letterario-umanistiche, l’11,8% lauree ad indirizzo politico-sociale, il 7,8% lauree in area medica e sempre il 7,8% quella in architettura. Le donne rappresentano la maggioranza (55,2%), soprattutto nelle aree umanistiche, di cura e negli indirizzi di insegnamento mentre la presenza femminile è molto bassa nelle aree tecniche e matematiche (ingegneria inferiore al 30%, matematica inferiore al 20%). Come numero di nuovi laureati, Milano è prima in Lombardia, con il 76% del totale laureati nella regione, ma oltre la metà proviene da fuori provincia e uno su cinque da fuori regione. Seguono Pavia (9% dei laureati lombardi), Brescia (4,8%) e Bergamo (4,7%). La domanda espressa dal mercato del lavoro è stimata di 41. 000 laureati, di cui il 35% da inserire con contratto a tempo indeterminato (oltre 14. 000) mentre il 30,6% è relativa a forme di collaborazione autonoma. I tre quarti circa della domanda provengono dalle imprese (superando il 90% per laureati in ingegneria, economia, statistica e chimica farmaceutica), il 24,7% dalla Pubblica Amministrazione ed il 2,1% dal Terzo Settore non imprenditoriale (Fondazioni, Enti, Enti morali, Associazioni e Ong). Particolarmente dinamico il mercato del lavoro milanese: su 12. 406 laureati che hanno completato gli studi nel 2006 a Milano, i due terzi (8. 234) sono stati avviati al lavoro nella provincia entro il 2007. Per quanto riguarda le forme contrattuali utilizzate negli avviamenti, il 17,3% dei neolaureati milanesi ha avuto un contratto a tempo indeterminato, l’8,1% è diventato imprenditore, il 76,6% è stato avviato con contratti temporanei, soprattutto a tempo determinato (29,6%). Il lavoro a tempo indeterminato e i contratti formativi sono utilizzati per le lauree più richieste e difficili da sostituire, quali le lauree ingegneristiche, scientifiche, statistiche e economiche. Le donne sono la maggioranza non solo tra i laureati ma anche tra gli avviati al lavoro a Milano: 7. 326 donne contro 6. 066 uomini (54,7% del totale), anche se nei loro confronti vengono più frequentemente applicate forme contrattuali deboli. Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla ricerca “L’incontro domanda-offerta di laureati in Lombardia, 2006-2007” presentata oggi da Formaper, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano. “In un momento economico caratterizzato da rapide e profonde trasformazioni – ha commentato Renato Borghi, presidente di Formaper, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano –, non può sfuggire certamente l’importanza decisiva rivestita dal capitale umano quale leva da cui non si può prescindere per la competitività delle nostre imprese e per rispondere in modo adeguato alle sfide poste dall’economia globale. Occorre dunque saper valorizzare appieno le risorse umane di elevato profilo presenti nel nostro territorio, rafforzando il legame tra Università e mondo del lavoro, e premiando i giovani più brillanti con adeguate prospettive professionali. Non ci deve infatti essere alcuna “fuga di cervelli” da Milano. Se mai il contrario. Perché è solo investendo sulla capacità di innovare che possiamo avere imprese dinamiche, capaci di competere in un mondo sempre più difficile ma al contempo decisamente stimolante”. Tutti i dati della ricerca Laureati in Lombardia. Sono quasi 46 mila, nel complesso, i laureati delle Università lombarde (ultimo dato disponibile: 2006). Tra i singoli corsi di laurea, la più gettonata è stata economia (16,2% del tot. ), seguita da scienze politiche e sociologia (11,8%), da architettura (7,8%), da giurisprudenza (7,5%), da lettere, filosofia e storia (6,9%), dai corsi sanitari e paramedici (5,4%), da lingue (5,3%) e da ingegneria industriale (4,7%). Si tratta di laureati residenti in gran parte in Lombardia (80%), di cui la metà (50,6%) ha frequentato un’Università della stessa provincia, mentre lo 0,8% proviene dall’estero. La Bocconi l’università con il maggior numero di laureati non residenti in Lombardia (54%) e stranieri (4,9%); Bergamo, Brescia e Insubria (Varese e Como) quelle più orientate al territorio regionale (rispettivamente 95,6% , 94,2%, 93,7% dei laureati). 24,3 anni l’età media di chi consegue la laurea triennale in Lombardia, 25,3 anni quella di chi arriva alla laurea specialistica. L’età media dei laureati è più alta soprattutto all’università dell’Insubria (26,4 anni per la triennale contro i 22,2 della Bocconi). Seguono Brescia (media 25 anni), Bicocca e Statale di Milano. Le donne rappresentano la maggioranza (55,2%), con un livello di femminilizzazione quasi al 75% allo Iulm e circa al 70% alla Cattolica. Inferiore al 35% invece la presenza femminile al Politecnico e alla Liuc. Le donne laureate sono molto più frequenti nelle aree umanistiche e di cura e negli indirizzi di insegnamento (scienza della formazione e linguistico: quasi il 90%), (psicologico circa all’85%). All’estremo opposto, la presenza femminile è molto bassa nelle aree tecniche e matematiche: ingegneria (inferiore al 30%), difesa e indirizzo matematico-scientifico (inferiore al 20%). Laureati a Milano. Con quasi 35. 000 nuovi laureati (ultimo dato disponibile: 2006), Milano esprime la maggiore capacità di formazione in Lombardia, concentrando il 76% dei laureati nella regione. Il 52% del totale dei laureati nelle università milanesi non è residente a Milano ma proviene dalle altre provincie regionali, mentre la quota dei non lombardi sul totale è del 20% e quella degli stranieri dell’1%. Per quanto riguarda la presenza femminile, sono la Iulm e la Cattolica le università milanesi con il maggior numero di laureate (circa il 70% del totale laureati 2006), seguite dalla Bicocca e Statale (circa 65%) mentre la presenza di donne diminuisce nelle università a maggiore vocazione tecnico specialistica come la Bocconi (circa 45%) e il Politecnico (poco più del 30%). In Bocconi il numero più elevato di laureati in regola (67% dei laureati dei corsi triennali, 51% dei corsi magistrali); al secondo posto per laureati in regola dei corsi triennali il Politecnico (26%) e per i corsi biennali di specializzazione la Cattolica (34%). Domanda e offerta di laureati: il mercato del lavoro in Lombardia. Si riconferma l’elevata recettività del mercato del lavoro lombardo, tanto che in Lombardia quasi un laureato triennalista su due non continua gli studi, probabilmente perché trova uno sbocco occupazionale. Dei quasi 46 mila neolaureati (escludendo coloro che stanno proseguendo gli studi), circa 33 mila rappresentano la nuova offerta di lavoro (29. 000 se non si considerano i presumibili studenti lavoratori). Si tratta di un’offerta che è allineata in misura essenzialmente coerente con la domanda, stimata di oltre 41. 000 laureati, di cui circa il 35% da inserire con contratto a tempo indeterminato (oltre 14. 000) ed il 30,6% come collaboratori esterni. La parte del leone tocca alle imprese, che si riservano quasi i tre quarti della domanda (73,2%: oltre 30. 000 laureati), segue la Pubblica Amministrazione, da cui proviene il 24,7% della domanda, grazie soprattutto ai settori della Sanità (6,8% del totale) e dell’Istruzione pubblica (12%), mentre la domanda del Terzo Settore non imprenditoriale (Fondazioni, Enti, Enti morali, Associazioni e Ong) è pari al 2,1% del totale. La domanda delle imprese si esprime soprattutto per le lauree ingegneristiche, economia, statistica e chimica/farmaceutica (per le quali oltre il 90% della domanda deriva dal settore privato), mentre il settore pubblico rappresenta la prevalente fonte di domanda per le lauree sanitarie (oltre l’80%), per insegnamento e formazione (circa 70%), oltre che per le lauree in psicologia e in geologia. I mismatch della domanda/offerta di laureati in Lombardia. Considerando la vivacità significativa del mercato del lavoro lombardo ed il tipo di domanda espressa, le stime ex ante indicano spazi significativi per un potenziamento dell’offerta di laureati in ingegneria elettronica e in statistica (rapporto offerta/domanda: 0,3; per ogni 10 domande, rispettivamente, di ingegneri elettronici e statistici, ci sono solo 3 laureati disponibili), per i laureati in chimica farmaceutica (0,5), in economia (0,5), nell’area insegnamento e formazione(0,5), in quelle scientifico-matematica (0,6) e sanitaria –paramedica (0,8). Viceversa, per altri indirizzi di laurea, in particolare per giurisprudenza (rapporto offerta/domanda: 2,3; per ogni 10 domande, rispettivamente, ci sono più del doppio di laureati disponibili), architettura (2,0), ma anche per le lauree in geologia (2,6) e nell’indirizzo linguistico (1,6), per psicologia (1,3), per le lauree nelle biotecnologie (1,1) e, soprattutto, per l’indirizzo politico-sociale (5,5), il sistema economico regionale non sembrerebbe garantire una completa capacità di assorbimento rispetto all’offerta. I contratti nella provincia di Milano. Grazie alla stessa collaborazione con l’Oml, per la prima volta si ha un quadro dei contratti utilizzati per i nuovi laureati in Provincia di Milano, un dato assolutamente inedito. I contratti stabili da dipendente a tempo indeterminato interessano solo il 17,3% dei nuovi laureati. Gli imprenditori sono l’8,1% e tutti gli altri (76,6%) vengono avviati con contratti temporanei. Tra i contratti temporanei domina il contratto a tempo determinato che sono il 29,6%. Le collaborazioni a progetto rappresentano il 16,8% e le diverse tipologie di contratti che prevedono interventi formativi costituiscono complessivamente il 21,9% (apprendistato 89,9%; tirocinio 7,7% e contratto di inserimento 5,3%). Il lavoro a tempo indeterminato e i contratti formativi sono tendenzialmente più utilizzati per le lauree maggiormente richieste e più difficili da sostituire, quali le lauree ingegneristiche (ma in minor misura per ingegneria civile), scientifiche, statistiche e economiche. Laureate occupate nella provincia di Milano e i loro contratti. Le donne sono la maggioranza non solo tra i laureati, ma anche tra gli avviati al lavoro: 7. 326 donne contro 6. 066 uomini (54,7% del totale). La maggiore presenza femminile è evidente nelle collaborazioni e nei contratti a tempo determinato, ma è minoritaria nei tempi indeterminati, nei contratti che prevedono attività di formazione e lavoro e nelle attività imprenditoriali. La maggiore debolezza contrattuale delle donne sembra in gran parte legata alle diverse scelte universitarie: le donne sono in netta minoranza nelle lauree più richieste e perciò più tutelate. Sono infatti donne solo l’8,5% dei laureati in ingegneria elettronica avviati al lavoro, il 14,7% nel caso di ingegneria industriale, il 16,9% per indirizzo scientifico-matematico; al contrario sono il 93% per insegnamento e formazione e l’83,4% per psicologia, in cui dominano i contratti temporanei. Laureati imprenditori. Sono 2. 020 i laureati imprenditori nel 2006 residenti in Lombardia, pari al 5,2% dei laureati lombardi, percentuali che salgano per la Bocconi e la Liuc dove la quota di imprenditori sul totale dei laureati dell’anno tocca rispettivamente il 9,3% e il 14,3%. Il 52,1% ha più di 25 anni e il 24,4% più di 30 anni. I laureati imprenditori scelgono i corsi della Statale di Milano (22%), il Politecnico (19%) e la Cattolica (16%). Gli imprenditori scelgono gli indirizzi utili per acquisire competenze di tipo gestionale (economia, ingegneria gestionale, discipline giuridiche) o funzionali ad operare in specifici settori (architettura, agraria). I dati reali sui laureati milanesi avviati al lavoro in provincia di Milano. Per la prima volta in Italia, grazie ad una collaborazione con l’Osservatorio del mercato del Lavoro della Provincia di Milano, è stato possibile verificare che su 12. 406 laureati milanesi che hanno completato gli studi nel 2006, i 2/3 (8. 234) sono stati avviati al lavoro nella Provincia di Milano entro il 2007. Un dato molto elevato se si considera che non è ancora possibile verificare tutti gli avviamenti nella Pubblica Amministrazione e nelle libere professioni e che certamente una parte dei milanesi hanno trovato un’occupazione fuori dalla provincia di Milano. Ma soprattutto è emerso che anche i laureati nelle discipline esplicitamente poco richieste (scienze politiche, geologia, design) dal mercato del lavoro hanno generalmente sperimentato occasioni lavorative con frequenza non diverse dalla media, confermando la dinamicità del mercato del lavoro milanese. Rimane invece critica la situazione dei laureati in giurisprudenza, biotecnologie, architettura. .  
   
 

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