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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 16 Luglio 2008 |
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BASILICATA, GAS: SOCIETA’ RUSSA ACQUISTA MINIERE ESAUSTE
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Potenza, 16 luglio 2008 - Il sen. Egidio Digilio (Pdl), in un’interrogazione al Ministro per lo Sviluppo Economico on. Scajola, ha chiesto di sapere se risulta vera la notizia pubblicata da agenzie giornalistiche italiane ed estere on line che “Viktor Vekselberg, proprietario della Tnk, una delle maggiori compagnie petrolifere russe, sta acquistando miniere esauste in Basilicata per trasformarle in depositi di stoccaggio gas. Come è noto il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva che vieta la vendita di infrastrutture energetiche (gasdotti, linee di distribuzione di energia elettrica, ecc. ) a strutture non europee. L’acquisto di miniere esaurite – sottolinea Digilio - non si può considerare l’equivalente dell’acquisto di infrastrutture energetiche ma è evidente che quando queste saranno trasformate in depositi di stoccaggio gas lo diventeranno a proprietà russa o magari con società ex novo costituite in Italia”. Il sen. Digilio inoltre ha chiesto di conoscere “a quanto ammonta esattamente la produzione di gas di derivazione dall’estrazione petrolifera Eni in Basilicata, che secondo alcune stime di fonte Eni si dovrebbe aggirare intorno ai 750 milioni di metri cubi l’anno, e se è vero che viene sprecato, in attesa che la Regione Basilicata a cui è stato “donato” il quantitativo di gas decida come utilizzarlo”. Inoltre il parlamentare lucano del Pdl ha chiesto di conoscere “i rapporti tra Eni e la compagnia petrolifera russa Tnk e quella elettrica Tgk tenuto conto che l’Eni sarà l’unica società straniera a vendere gas nel mercato interno russo. Il contratto firmato il 1 luglio scorso prevede la fornitura di 350 milioni di metri cubi di gas alla centrale termoelettrica di Perm, da effettuare con la controllata russa di Eni, Eni Energya. Non vorremmo trovarci di fronte – sostiene Digilio – ad affari internazionali tra l’Eni, che possiede in Basilicata propri siti di stoccaggio del gas, e società energetiche russe, con contropartite che riguardano il territorio lucano che già attualmente può contare su benefici limitati rispetto agli altissimi profitti dell’attività dell’Eni in regione”. . |
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