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Notiziario Marketpress di
Giovedì 17 Luglio 2008 |
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CAMBIAMENTO CLIMATICO: QUANTO CI CREDE L´UE?
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Bruxelles, 17 luglio 2008 - Volà: da rifiuti a elettricità - Nella lotta al cambiamento climatico gli Stati membri decisero nel marzo del 2007 di ridurre le emissioni nocive del 20% entro il 2020. Si può andare più avanti e raggiungere quota -30%? Tutto dipenderà dalla volontà dei paesi Ue di adempiere alla proposta lanciata dalla Commissione europea lo scorso gennaio, che include nuovi settori per contribuire a questa meta virtuosa. "Fino a che punto l´obiettivo dell´Ue è ambizioso?", si è chiesta l´eurodeputata finlandese Satu Hassi del gruppo Verde (verdi/Ale), relatrice del contributo del Parlamento sugli sforzi dei paesi Ue per ridurre le emissioni dei gas nocivi, in occasione di un seminario da lei presieduto il 3 giugno scorso in Parlamento a Bruxelles. Tutto dipende. - Tutto dipende, ma la deputata finlandese non la pensa così: "La proposta della Commissione europea è insufficiente per limitare il riscaldamento del pianeta sotto il limite dei 2°C", dichiara. I paesi industrializzati riconoscono che per limitare il riscaldamento del pianeta sotto il livello dei 2°C rispetto ai livelli dell´era preindustriale c´è bisogno di uno sforzo diminutivo del 25-40%. Hassi propone di aggiungere all´obiettivo di partenza del 30% un ulteriore -80% entro il 2050, così da fissare d´ora in avanti limiti precisi all´investimento in infrastrutture non rispettose dell´ambiente. Una riduzione che si fondi sul principio di solidarietà reciproca in base al Pil nazionale di ciascuno. Il "nostro" e il "loro" contributo - La Commissione europea propone inoltre di creare un abbuono del 3% per quei paesi Ue che utilizzano fuori confine misure specifiche di riduzione delle emissioni, un modello non condiviso dalla deputata finlandese, che concederebbe al massimo uno sconto dell´1%, perchè secondo lei "non conta dove le riduzioni avvengono, bensì l´inquinamento totale del pianeta". Se è vero come dice il panel intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) che i paesi in via di sviluppo debbono ridurre le loro emissioni del 15-30% rispetto ai paesi industrializzati, "c´è bisogno del nostro sostegno in investimenti virtuosi nei paesi terzi", ritiene la deputata. Sanzioni cercansi - Come riuscire a far rispettare a tutti i pesi Ue i loro impegni in termini di riduzione dei gas a effetto serra? Una normale procedura di contravvenzione "è troppo lenta e tardiva", ritiene Hassi, che propone multe simili al modello in vigore nell´emission trading. La commissione parlamentare ambiente è attesa al voto della relazione Hassi in autunno, in vista del benestare dell´Aula a dicembre . Con questo articolo si chiude la seria sul cambiamento climatico, in vista dell´accordo fra Parlamento e Consiglio entro fine presidenza francese. Già deputata nazionale e ministro dell´ambiente, Satu Hassi è eurodeputata dal 2004 e vicepresidente della commissione parlamentare ambiente. . |
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