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Notiziario Marketpress di Giovedì 07 Settembre 2006
 
   
  UNA STRATEGIA EUROPEA SULLA SALUTE MENTALE

 
   
   Bruxelles, 7 settembre 2006 - Il Parlamento accoglie con favore il Libro Verde della Commissione sulla salute mentale nell´Ue. Tuttavia, i deputati chiedono che la strategia europea ponga maggiormente l´accento sui problemi specifici delle donne e dei giovani. Ritengono inoltre che occorre dare priorità alla lotta contro la discriminazione subita dalle persone affette da patologie mentali e chiedono una riforma dei servizi della salute mentale affinché poggino su un´assistenza di qualità, in famiglia o in centri protetti. In Europa, una persona su quattro è affetta da patologie mentali gravi almeno una volta nel corso della vita e, ogni anno, 18,4 milioni di persone fra i 18 e i 65 anni sono colpiti da forme gravi di depressione. La relazione d´iniziativa di John Bowis (Ppe/de, Uk) considera che una buona salute mentale consente ai cittadini di svilupparsi sotto il profilo intellettuale ed emotivo e di integrarsi nella vita sociale, scolastica e professionale e che, per contro, una cattiva salute mentale è fonte di spese, esclusione sociale e stigmatizzazione. Il Parlamento, pertanto, si compiace dell´impegno assunto dalla Commissione a promuovere la salute mentale e chiede che a tale argomento sia attribuita una maggiore priorità nelle politiche sanitarie, «ponendo l´accento sulla prevenzione», e nella politica di ricerca dell´Unione. Sottolinea, inoltre, la necessità di riflettere sul miglior modo di avvalersi degli strumenti comunitari disponibili, quali il Settimo programma quadro per la ricerca, per predisporre capacità atte ad assecondare la ricerca sulla salute mentale nell´Unione. Pur compiacendosi del fatto che la strategia della Commissione attribuisca la priorità ai bambini, ai lavoratori dipendenti, agli anziani e alle persone svantaggiate, i deputati ritengono che la dimensione di genere non sia stata tenuta in debito conto nel Libro verde e pertanto chiedono che essa sia sistematicamente inserita nelle misure proposte per promuovere la salute mentale, nelle azioni preventive e nella ricerca. Considerano infatti che «esiste une chiara dimensione di genere nel campo della salute mentale», in particolare per quanto riguarda i disordini alimentari, le malattie neurodegenerative, la schizofrenia, i disturbi dell´umore, l´ansia, il panico, la depressione, l´abuso di alcol e di altri agenti psicoattivi, nonché per quanto riguarda i suicidi e la delinquenza, «settori che postulano una ricerca più sistematica». Il Parlamento sottolinea poi la necessità di ricerche sulle variazioni comprovate nelle strutture e nell´attività del cervello di uomini e donne, «al fine di mettere a punto approcci e trattamenti differenti per i due sessi nel campo della salute mentale». Ritenendo poi che la buona salute psichica delle madri e dei genitori contribuisca allo sviluppo integrale dei bambini e alla loro evoluzione in adulti sani, i deputati invitano ad affrontare, in modo interdisciplinare, le situazioni complesse di cattiva salute mentale per determinare, ad esempio, come assistere i bambini o gli adolescenti con disturbi dello sviluppo, comportamentali o della nutrizione. In proposito, rilevano che l´immagine, socialmente definita, dell´apparenza che deve avere il corpo delle ragazze e delle donne «incide sulla loro salute mentale e sul loro benessere, comportando segnatamente un aumento dei disordini alimentari». Il Parlamento, inoltre, sostiene il progetto "Igiene mentale del bambino e dell´adolescente in un´Europa ampliata" che, a suo parere, «dovrebbe essere avviato quanto prima possibile e attuato in modo efficace». Considerando poi che, ogni anno, nell´Unione europea circa 58. 000 persone si suicidano, chiede agli Stati membri di cooperare per mettere a punto e applicare strategie efficaci volte a ridurre il numero dei suicidi, in particolare fra i giovani e altri gruppi a rischio. Ma anche ad altre categorie deve essere attribuito carattere prioritario e, a titolo d´esempio, la relazione cita le persone con gravi malattie mentali, i malati cronici o in fase terminale, i disabili, i detenuti, le minoranze etniche e altri gruppi minoritari, le persone senza fissa dimora, i migranti, i lavoratori precari e i disoccupati. I deputati, nel ritenere che «buone condizioni di lavoro contribuiscano alla salute mentale», chiedono inoltre che i datori di lavoro introducano politiche di "salute mentale sul posto di lavoro", come elemento necessario della loro responsabilità in materia di salute e di sicurezza sul posto di lavoro. Il Parlamento, d´altra parte, chiede che qualsiasi strategia futura attribuisca la priorità alla lotta per sconfiggere la stigmatizzazione, ad esempio organizzando campagne annuali su questioni attinenti alla salute mentale, «al fine di combattere l’ignoranza e l’ingiustizia». Reputa infatti che, nel contesto delle malattie mentali, «la stigmatizzazione conduce all´emarginazione» in ogni ambito della società, al lavoro come in famiglia, nella comunità come fra i professionisti del settore sanitario. Sottolinea poi che la stigmatizzazione rappresenta una forma di discriminazione che andrebbe affrontata mediante leggi antidiscriminazione. Per migliorare la salute mentale e le condizioni dei pazienti, secondo il Parlamento, occorre anche garantire basilari diritti sociali e civili, quali il diritto all´abitazione e un sostegno economico per coloro che non possono lavorare, nonché il diritto a contrarre matrimonio e a gestire il proprio patrimonio. Per i deputati, le persone colpite da patologie mentali devono essere curate e assistite con dignità e umanità. I servizi di cura e di assistenza medica devono quindi essere efficaci, di elevata qualità e accessibili a tutti e va garantito il loro carattere universalistico. Occorre poi assicurare una formazione continua dei medici generici o di famiglia e degli altri professionisti in fatto di servizi di pronto intervento sanitario. Il Parlamento evidenzia quindi la necessità di riformare i servizi della salute mentale affinché poggino su un´assistenza di qualità, all´interno della famiglia o in centri protetti, con prestazioni adeguate sul piano sanitario e sociale, su controlli e valutazioni regolari, assistenza alle persone affette da malattie mentali e a quanti si occupano di esse. E´ anche necessario un approccio a sportello unico per i servizi sanitari, sociali, di alloggio, di formazione e di trasporto. D´altra parte, il Parlamento sostiene le osservazioni della Commissione sulla "deistituzionalizzazione", dal momento che il ricovero a lungo termine in istituti psichiatrici «può portare al prolungamento e all´aggravarsi della patologia psichica e al rafforzamento della stigmatizzazione e dell´emarginazione sociale». Inoltre ritiene che il carcere non sia un ambiente adeguato per quanti soffrono di malattie mentali e che occorra quindi proporre delle alternative. Il Parlamento, infine, sottolinea che il diritto delle persone a essere curate o a non essere curate «dovrebbe essere chiaramente inteso» e ritiene che il ricorso alla forza «sia controproducente», così come la somministrazione coatta di farmaci. Qualsiasi forma di ricovero in strutture con posti letto e di somministrazione coatta di farmaci, è precisato, deve essere limitata nel tempo e, nella misura del possibile, essere regolarmente riveduta ed effettuata con il consenso del paziente o, in assenza di quello, in ultima istanza, con la convalida di un´autorità civile. Esorta poi la Commissione a sostenere la prosecuzione delle riforme negli Stati membri che hanno abusato della psichiatria, dell´uso di medicinali, del ricovero obbligato o di pratiche disumane, «come l´uso di letti gabbia o di celle di isolamento». Invita quindi la Commissione a inserire la riforma della psichiatria fra i punti da esaminare nel quadro dei negoziati di adesione all´Ue. .  
   
 

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