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Notiziario Marketpress di
Giovedì 11 Settembre 2008 |
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PREZZI DEGLI ALIMENTI: LA RICETTA UE PER IL TERZO MONDO
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La crisi mondiale che ha colpito il settore alimentare ha conseguenze ancora più devastanti per il terzo mondo. Cosa fare? La commissione parlamentare sviluppo dibatterà mercoledì 10 settembre di possibili soluzioni assieme a esperti di settore. Sul tavolo la proposta di destinare a questi paesi parte del bilancio Ue non speso destinato all´agricoltura, pari a 1 miliardo di euro. Ne abbiamo parlato con l´eurodeputato irlandese Gay Mitchell del gruppo del partito popolare europeo e democratici europei (Ppe-de), sostenitore della proposta. Da dove vengono questi soldi e come investirli? In questo periodo di prezzi alle stelle dei generi alimentari, Mitchell ritiene possibile e logico utilizzare la riserva di bilancio europeo destinata a compensare perdite nel settore agricolo quando i prezzi sono in calo. In caso contrario, questi soldi giacenti ritornerebbero nelle casse dei singoli Stati membri. "Nei paesi in via di sviluppo la crisi è profonda, la gente è sull´orlo del precipizio, ad esempio alcuni paesi, prima esportatori netti di riso, sono oggi improvvisamente divenuti importatori". "L´indice dei prezzi degli alimenti è salito l´anno scorso di oltre il 40% e questo balzo lo vediamo ogni giorno nei nostri supermarket", ricorda l´eurodeputato, che si chiede cosa ciò significhi per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo, già afflitte in parte da povertà e malnutrizione. Un divario calcolabile attorno ai 18 miliardi di euro. "Perchè non finanziare il 10% di tale scompenso nei prossimi due tre anni con il miliardo di euro non speso del bilancio Ue per l´agricoltura e con un extra contributi dei singoli Stati membri?", si domanda il deputato irlandese, che pensa a contributi per fertilizzanti, irrigazione e coltivazione per creare i presupposti per produzioni locali autosufficienti. Come assicurarsi che il denaro arrivi a destinazione e venga monitorato? "La Fao, l´Unione europea e gli altri organismi internazionali stanno già stilando una lista dei paesi più poveri. Dobbiamo fare in fretta, il periodo della raccolta è prossimo e marzo 2009 è un´importante scadenza. Un eventuale voto favorevole del Parlamento europeo significa una spesa di 750 milioni di euro già quest´anno, in tempo per il raccolto dell´anno prossimo. Nella mia relazione chiedo piena trasparenza e responsabilità, oltre a una valutazione indipendente della spesa attraverso valutazioni periodiche", precisa. Questa crisi riguarda anche noi europei. Non potremmo invece aiutare le famiglie meno abbienti nell´Ue? "Nei paesi in via di sviluppo a volte è una questione di vita o di morte", ribatte Gay Mitchell, che ritiene questo intervento un contributo agli obiettivi del Millennio, "sin´ora disattesi". "Se non aiutiamo l´agricoltura dei paesi terzi a ripartire, la situazione internazionale diverrà mano a mano insostenibile, anche nei nostri confronti. Sono considerazioni altruiste e al tempo stesso egoiste", ammette l´eurodeputato. Un precedente pericoloso? Alla domanda su possibili conseguenze di un cambiamento di natura del bilancio europeo creato in origine per specifici obiettivi, Mitchell ricorda che anche il progetto satellitare europeo Galileo ha avuto un simile trattamento. "La commissione parlamentare bilancio crede sia giusto trasferire dapprima questa somma ad attività legate allo sviluppo… ma non tutti sono d´accordo. La realtà ci dice comunque che occorre agire velocemente, non possiamo chiudere gli occhi di fronte alle rivolte per il cibo nel mondo, l´Ue deve dare un segnale di capacità d´azione per aiutare questa gente in emergenza". . |
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