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Notiziario Marketpress di
Lunedì 15 Settembre 2008 |
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CAMPUS REGIONE BASILICATA-FIAT, L´INTERVENTO DI MARCHIONNE
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Potenza, 15 settembre 2008 - Nella vita di una comunità e di un territorio, ci sono momenti da ricordare. Questo capita anche nella vita di una fabbrica. Ma succede di rado che siano gli stessi. Credo che la giornata di oggi rappresenti uno di quei felici momenti che uniscono un’azienda e un territorio in un progetto importante. L’accordo che firmiamo prevede la creazione di un centro di eccellenza che si occuperà di ricerca, di formazione e dello sviluppo di sistemi innovativi nell’ambito dei processi di produzione. Il nostro standard di riferimento, in Fiat, è il World Class Manufacturing, che riguarda l’organizzazione della fabbrica nel suo complesso: dalla qualità alla manutenzione, dalla gestione dei costi alla logistica, in un’ottica di continua formazione delle persone coinvolte. Quello che intendiamo fare a Melfi è dare vita a un polo tecnologico a supporto dello stabilimento, dei suoi fornitori e delle altre imprese locali, che acceleri il trasferimento dei risultati dai laboratori alla produzione. Abbiamo scelto la formula del “campus” perché richiama quei luoghi in cui si studia e si cresce, si scambiano esperienze e nascono nuove idee. Abbiamo scelto di crearlo dentro il comprensorio di Melfi come segnale concreto del collegamento tra la ricerca e la produzione; tra chi inventa nuove soluzioni e nuovi metodi e chi li trasforma in prodotti eccellenti. Non sono - e non possono essere - due mondi separati. Creare questo campus alla Sata di Melfi significa dare al territorio un punto di incontro e di riferimento per centri di ricerca di altri settori produttivi. Vuol dire impegnarsi in prima persona per aumentare il livello competitivo e tecnologico del tessuto imprenditoriale lucano. Significa, in sostanza, dare nuove possibilità a chi vive e lavora in Basilicata. Tutto questo non sarebbe stato possibile se non avessimo trovato persone che hanno creduto al progetto e che ora stanno lavorando con noi per realizzarlo. Desidero ringraziare il presidente della Regione, Vito De Filippo, per la collaborazione e la disponibilità a condividere questo percorso. Grazie anche alla Confindustria Basilicata e al suo presidente Attilio Martorano. Il valore di questa iniziativa va ben oltre i 18 milioni di investimenti totali. Per la fabbrica di Melfi rappresenta un altro passo verso i migliori standard produttivi del mondo. Fin dalla nascita questo stabilimento si è segnalato per una concezione moderna delle attività di formazione e gestione industriale. A Melfi è nato il primo “Learning Centre” della Fiat, che ha permesso a molti dei nostri lavoratori di raggiungere traguardi importanti, anche dal punto di vista personale. Penso ad esempio ai corsi di laurea in Ingegneria logistica e gestionale, attivati in collaborazione con il Politecnico di Torino. A Melfi è stato creato il primo “Supplier Park” d’Italia, che ha sperimentato una nuova logica di rapporti con i fornitori, integrati nel processo industriale. Melfi è uno degli stabilimenti che ha raggiunto per primo risultati importanti nella pratica del Wcm. Oggi, con questa operazione, Melfi fa di nuovo da apripista. Il campus intende svolgere una funzione di servizio e di stimolo per tutto il territorio, favorendo nuove opportunità di business e formando tecnici altamente qualificati. Ma l’ambizione che abbiamo è ancora più ampia. Un centro così concepito può avere effetti positivi anche a livello nazionale, perché contribuisce alla trasformazione del sistema produttivo italiano verso un modello di alta qualità e più competitivo. Le attività del centro non prevedono solo lo studio di tecnologie in grado di migliorare le prestazioni e la qualità dei prodotti. Il nostro obiettivo è anche quello di sviluppare nuove soluzioni per aumentare la sicurezza e il benessere delle persone sul posto di lavoro e di ridurre l’impatto ambientale delle attività industriali. Penso che questa operazione renda bene l’idea di come il Gruppo Fiat intenda il proprio ruolo. Non si tratta solo di fare un prodotto. La forza di quel prodotto dipende in gran parte dal tipo di azienda che c’è dietro, dal rapporto che ha con i propri collaboratori, con i fornitori e con le comunità in cui si trova ad operare. La forza di un’azienda sta nell’impegno che mette nelle attività di ricerca e innovazione, negli investimenti per la formazione delle persone e per la qualità della loro vita lavorativa. Questa è l’unica strada per garantire a qualunque prodotto – di oggi e di domani – di essere competitivo sul mercato. E’ anche l’unica strada per garantire alla nostra azienda e alle persone che lavorano con noi una base solida per il futuro. Non è la prima volta che Fiat sceglie questa strada. Fa parte della nostra filosofia. Lo abbiamo fatto, per esempio, a Pomigliano d’Arco, dove è stato varato un piano di rilancio senza precedenti. La fabbrica è stata chiusa due mesi per riorganizzare il processo produttivo e permettere a tutti gli addetti di seguire un intenso piano di formazione. Dovunque ci sia uno stabilimento del Gruppo in Italia, abbiamo creato le condizioni per lavorare meglio e produrre con più efficienza. Essere qui oggi, per noi, ha un significato in più. Vuol dire ribadire i legami, storici e molto forti, che ci sono tra la Fiat e il Sud Italia. Lo stabilimento di Melfi è il simbolo più avanzato di questo rapporto. Oggi questa fabbrica è fra le più moderne d’Europa e fa parte di una presenza produttiva Fiat nel Mezzogiorno molto importante. Qui il Gruppo conta quasi 37. 000 persone, ovvero più del 40 per cento dell’occupazione italiana, cui si affiancano altre migliaia di lavoratori dell’indotto. Cinque dei sei stabilimenti che producono automobili e veicoli commerciali sono localizzati al Sud. Ma non c’è solo auto. Il Gruppo qui produce anche autobus, macchine movimento terra, motori, cambi e sospensioni. Tutto questo è la dimostrazione che nel Mezzogiorno si può fare industria e si può fare industria competitiva, capace di confrontarsi alla pari con la concorrenza globale. Fiat ha creduto nel Sud e ha investito in modo organico. Per questo ha portato non solo impianti ma anche la ricerca applicata. Per noi la ricerca è un elemento essenziale. Abbiamo due strutture interamente dedicate a queste attività. Una è il Centro Ricerche Fiat, che si trova in provincia di Torino e ha sedi anche a Bari e a Foggia, per la ricerca sui motori diesel. L’altra è Elasis, a Pomigliano d’Arco, che ha anche una sede distaccata a Lecce, dedicata alla ricerca sulle macchine movimento terra. Il Crf ha da poco festeggiato i 30 anni di attività mentre Elasis, proprio oggi, ne compie 20. A questi due poli scientifici si affiancano le attività di ricerca e sviluppo delle diverse linee di business. Si tratta di altri 47 centri su tutto il territorio nazionale. In ricerca e sviluppo abbiamo investito l’anno scorso 1,7 miliardi di euro, pari al 3 per cento dei ricavi netti delle attività industriali del Gruppo. A queste attività sono dedicate quasi 13. 000 persone in tutto il mondo. Nel 2007 abbiamo superato la soglia dei duemila brevetti attivi. Abbiamo sviluppato un network di oltre 150 università e più di mille partner industriali in tutto il mondo. Nell’arco degli ultimi venti anni, abbiamo partecipato a più di 500 progetti europei, conquistando la leadership a livello continentale. Credo che l’operazione di oggi sia un’ulteriore dimostrazione di quanto il Gruppo creda nelle attività di ricerca. Perché investire in ricerca e innovazione è il modo più evidente per investire nel nostro futuro. Ed è anche il modo migliore per arrivare nel futuro prima di altri. Grazie a tutti. . |
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