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Notiziario Marketpress di
Martedì 16 Settembre 2008 |
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T. KELLY MASON YOU TRY BEING SOMEONE ELSE 19 SETTEMBRE-31 OTTOBRE
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Milano, 16 settembre 2008 - Nella sua prima mostra individuale alla galleria Corsoveneziaotto, l’artista americano T. Kelly Mason esporrà un nuovo gruppo di scatole luminose basate sulle opere di Lucio Fontana. L’interesse di Mason nei confronti di Fontana è incentrato sulle idee di spazio e sulla corrispondenza di gesto e forma. L’idealismo insito nel concetto di spazio di Fontana, inteso come luogo ricavato da un desiderio di trovare un percorso per emancipare le tele bianche, è uno spazio in cui la metafora è più smaccata. Il percorso di Fontana è al tempo stesso arguto, elevato e profondamente realista, in senso letterale, nell’approccio alla non rappresentazione. Fontana parla del movimento dell’umanità nello Spazio con la esse maiuscola (come del fatto di andare sulla Luna con un razzo) e della trasformazione della coscienza che deve accompagnare tali progressi. I Concetti Spaziali tagliati, perforati di Fontana costituiscono uno sforzo concreto di creare spazio e congiungersi con il cosmo che si espande all’infinito oltre la superficie limitata del quadro. Il continuo interesse di Mason nella presentazione di forme lasciate aperte all’analisi agisce pressapoco nello stesso spirito dello Spazialismo di Fontana. Le opere non sono tanto la nuova espressione di sembianze reali, quanto piuttosto lo svolgimento di un’indagine nell’ambito dello spazio della storia e degli spazi di riproduzione e azione. Le proposte espresse in queste opere in termini di luce e colore mescolano il diffuso spirito astratto dello Spazialismo a un riconoscimento del campo circoscritto che ogni tentativo di gesto espressivo ora deve affrontare. La stessa presenza concreta delle opere all’interno di una stanza sembra essere in armonia con la speranza di Fontana di spezzare i limiti dimensionali della pittura con un oggetto che sia in qualche modo “di” pittura e al tempo stesso “non” pittura. Le prime scatole luminose di Mason erano la risposta a un problema architettonico e di illuminazione per un progetto all’Opera House di Monaco di Baviera nell’estate 2007. Queste opere sono dipinte adottando una tecnica di animazione artistica fluida, ma obsoleta e un fondale a colori. L’obsolescenza di questa tecnica unita ai problemi architettonici portò Mason a iniziare una serie di immagini tratte dal catalogo ragionato dell’artista Dan Flavin. (I punti luce utilizzati nell’opera di Dan Flavin, un tempo onnipresenti, vengono prodotti sempre meno e quindi stanno perdendo rapidamente il loro status di oggetti “comuni”. ) L’interesse di Mason per i problemi causati dagli oggetti e i loro effetti è rivolto al problema della pittura non rappresentativa. Queste immagini riguardano quello che Walter Benjamin definirebbe il culto degli oggetti (il nostro desiderio di rendere un avvenimento quotidiano un avvenimento legato a un nome: “È un Flavin? No, è una Lampada”) tanto quanto il suo opposto, un evento a colori nello spazio reale e il rapporto con la semplice verità delle cose reali. In passato, Mason ha lavorato molto nelle installazioni sonore, luminose e architettoniche. Buona parte dell’opera precedente di Mason, in particolare le installazioni sonore, è praticamente impossibile da riprodurre. Per Mason, la vera opera è frutto dell’interazione di suoni e parole in uno spazio e di uno spazio ed è come minimo un’esperienza quadrimensionale che non può mai essere presentata una seconda volta in modo adeguato. Quello che conta è l’oggetto. Gaston Bachelard scrive che ”Rendere irreale un’immagine con una forte connotazione reale è nello spirito della poesia. ” Dobbiamo fare un buco nel cielo? . |
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