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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Settembre 2008
 
   
  CURE PALLIATIVE, RAGIONARE FVG "IN RETE"

 
   
   Aurisina, 22 settembre 2008 - Per l´assessore regionale alla Salute e Protezione sociale, Vladimir Kosic, intervenuto il 19 settembre ad Aurisina (Trieste) ad un convegno organizzato in occasione del decimo anno di attività dell´Hospice "Pineta del Carso", le cure palliative sono "un tema sentinella, una delle sfide con le quali il sistema sanitario si deve confrontare e che saprà affrontare, attraverso il necessario coordinamento e l´opportuna programmazione". Con il termine "hospice", che etimologicamente deriva dal latino "hospitium", oggi si intende centro residenziale per le cure palliative, ovvero una struttura sanitaria per l´accoglienza e il ricovero dove malati terminali, soprattutto persone affette da tumore, vengono accompagnate nelle ultime fasi della vita. Un percorso in cui i pazienti sono sottoposti a quelle che sono definite, appunto, "cure palliative", finalizzate non tanto alla guarigione fisica, spesso non più possibile, quanto all´assistenza intesa in senso ampio, attraverso un sostegno medico, ma anche psicologico e spirituale, per affrontare la malattia con dignità e nel modo meno traumatico e doloroso possibile. Un percorso che coinvolge con le stesse modalità anche familiari, parenti, amici. L´hospice Pineta del Carso, che opera ad Aurisina nell´ambito dell´omonima casa di cura, istituito nel 1998, è una delle quattro strutture di questo in tipo in Friuli Venezia Giulia, assieme alla Via di Natale, ad Aviano, accanto al Centro di riferimento oncologico (è una delle primissime in Italia), e alle più recenti aperte a San Vito al Tagliamento e a Latisana. Ha a disposizione 20 posti letto, ed effettua oltre 400 ricoveri l´anno. Tuttavia, la formula dell´hospice, in quanto tale, non è sufficiente. Come è stato richiamato nel corso del convegno, è necessario che l´hospice sia messo in rete con gli ospedali e con le cure domiciliari, nella convinzione peraltro che la maggior parte dei pazienti debba essere assistita nella propria abitazione, accanto alla famiglia. Perché è la propria casa il posto ove la persona può affrontare con maggiore dignità il percorso verso la morte. Un aspetto, questo, su cui le dinamiche, anche nella nostra regione, appaiono però molto difformi. "Il 50 per cento dei malati terminali in Carnia muore a casa - ha ricordato in proposito l´assessore Kosic - mentre a Trieste si scende al 15 per cento. E´ un indicatore importante del tipo di intervento da attuare". La Regione dunque deve saper supportare il lavoro condotto con competenza e professionalità negli hospice, da equipe che - come è stato evidenziato - sono multidisciplinari (medici, psicologi, infermieri, assistenti sociali, volontari) e deve anche saper andare oltre le mura di questo tipo di strutture, privilegiando l´assistenza domiciliare, e programmando in un´ottica sinergica che solo una organizzazione a rete può dare. In conclusione del suo intervento, nel corso del quale Kosic ha anche ringraziato la Pineta del Carso per aver promosso dopo dieci anni di attività questo momento di riflessione per riprogettare la propria organizzazione e richiamare l´attenzione delle istituzioni, l´assessore regionale alla Salute e Protezione sociale ha sottolineato il fondamentale contributo del volontariato "no profit" all´attività degli hospice. Un tassello importante - non solo sotto il profilo economico - in quanto i volontari sanno affiancarsi ai professionisti offrendo un apporto di grande umanità, dando il senso di una comunità che non abbandona nessuno al proprio destino. Al convegno sono intervenuti numerosi esperti che hanno fatto il punto sulle cure palliative e sulla terapia del dolore in Italia e in Friuli Venezia Giulia. .  
   
 

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