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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Settembre 2008
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: NUOVE NORME PER HEDGE FUNDS E PRIVATE EQUITY PIÙ TRASPARENTI LE AGENZIE DI RATING, IN PARTICOLARE I CONFLITTI DI INTERESSI DELLE AGENZIE PER LA VALUTAZIONE DI CREDITI, E LA CONCEZIONE SBAGLIATA DEL SIGNIFICATO DI RATING

 
   
  Bruxelles, 22 settembre 2008 - Una relazione all´esame dell´Aula sollecita proposte legislative che assicurino uno standard comune di trasparenza agli hedge funds ed ai private equity. Propone quindi di stabilire norme per comunicare i rischi, identificare gli azionisti e garantire la trasparenza della remunerazione dei manager, nonché un codice per riequilibrare la struttura di governance societaria. Chiede anche norme per impedire ai private equity di "saccheggiare" le società e un codice di condotta per i fondi sovrani. La relazione d´iniziativa legislativa redatta da Klaus-heiner Lehne (Ppe/de, De) sottolinea anzitutto che la trasparenza «costituisce una condizione essenziale per la fiducia e la comprensione da parte degli investitori di complessi prodotti finanziari e contribuisce quindi al funzionamento ottimale e alla stabilità dei mercati finanziari». Chiede quindi alla Commissione di presentare, proposte legislative che garantiscano uno standard comune di trasparenza ai fondi speculativi (hedge funds) ed ai private equity, lasciando un certo margine di flessibilità agli Stati membri, sulla base di una serie dettagliata di raccomandazioni. Parallelamente, precisa che, tenendo conto della mancanza di un´informativa al pubblico uniforme sui fondi sovrani, accoglie con favore l´iniziativa del Fondo monetario internazionale per elaborare un codice di condotta internazionale in materia di fondi sovrani, ritenendo che questo «rappresenterebbe un passo avanti nella demistificazione delle attività relative ai fondi sovrani». E invita la Commissione a prendere parte a tale processo. Fondi speculativi e private equity - La relazione chiede alla Commissione di presentare le opportune proposte legislative che adattino o stabiliscano regole per consentire «una chiara conoscenza e una comunicazione tempestiva delle informazioni pertinenti e materiali», in modo da agevolare un processo decisionale di alta qualità e una comunicazione trasparente tra investitori e gestione societaria, nonché tra investitori e altre controparti. La Commissione dovrebbe inoltre studiare i modi per promuovere la visibilità e la comprensione del rischio, distinto dall´affidabilità creditizia, vigilando affinché le misure sulla trasparenza non siano compromesse da un eccesso di clausole di esclusione della responsabilità nei contratti. La nuova legislazione, secondo i deputati, dovrebbe imporre agli azionisti di notificare agli emittenti la quota dei loro diritti di voto risultanti da un´acquisizione o da una cessione di azioni, qualora tale quota raggiunga, superi o sia inferiore alle soglie specifiche, che partono dal 3% (invece che dal 5%, come indicato nella direttiva 2004/109/Ce). Dovrebbe inoltre obbligare i fondi speculativi e i private equity «a notificare e illustrare, nei confronti delle società di cui acquisiscono o possiedono azioni, degli investitori al dettaglio e istituzionali, degli intermediari principali e dei supervisori, la loro politica in materia di investimenti e i rischi associati». Più in particolare, la Commissione dovrebbe: analizzare la possibilità di termini contrattuali che prevedano una chiara comunicazione e gestione dei rischi, nonché misure da adottare in caso di superamento delle soglie, una descrizione chiara dei periodi di lock-up e condizioni esplicite in materia di cancellazione e conclusione del contratto; esaminare la questione del riciclaggio di denaro sporco; studiare le possibilità di armonizzare le norme e raccomandazioni volte alla registrazione e identificazione degli azionisti oltre una certa quota, nonché alla comunicazione delle loro strategie e intenzioni; studiare la necessità e i modi per obbligare gli intermediari a consentire agli azionisti originari di partecipare attivamente alle votazioni alle assemblee generali degli azionisti; stabilire un codice di pratiche migliori circa i modi per riequilibrare l´attuale struttura di governance societaria, «al fine di rafforzare l´orientamento a lungo termine e scoraggiare incentivi finanziari o di altro genere all´assunzione di rischi eccessivi a breve termine e a un comportamento irresponsabile»; introdurre norme che consentano una piena trasparenza dei sistemi di remunerazione dei manager, incluse le stock-options, mediante approvazione formale da parte dell´assemblea generale degli azionisti della società. Per i soli fondi speculativi, inoltre, la Commissione dovrebbe stabilire norme atte a promuovere la trasparenza delle politiche di voto dei fondi speculativi, includendo eventualmente un sistema di identificazione degli azionisti a livello comunitario. Più in particolare, dovrebbe analizzare gli effetti della concessione di titoli in prestito e della votazione sulle azioni prese in prestito, ed esaminare se i requisiti in materia di informazione sono applicabili anche agli accordi di cooperazione tra diversi azionisti e alle acquisizioni indirette dei diritti di voto mediante accordi di opzioni. Per i soli private equity, d´altro canto, la relazione chiede alla Commissione di proporre norme «che vietino agli investitori di "saccheggiare" società», il cosiddetto "asset stripping", «abusando quindi del loro potere finanziario in un modo che, nel lungo termine, comporta unicamente svantaggi per la società acquisita, senza avere impatti positivi sul suo futuro e sugli interessi dei dipendenti, dei creditori e dei partner commerciali». La Commissione dovrebbe inoltre studiare norme comuni che garantiscano la salvaguardia dell´integrità del capitale delle società. La relazione chiede anche di esaminare i modi per affrontare le questioni che sorgono allorché le banche «prestano enormi quantità di denaro agli acquirenti, inclusi i private equity, respingendo in seguito qualsiasi responsabilità riguardo all´utilizzazione del denaro o alla provenienza del denaro utilizzato per rifondere il prestito». Uno sportello unico per i codici di condotta - Pur non proponendolo nelle raccomandazione, i deputati sottolineano che un sito web "a sportello unico" per i codici di condotta «sarebbe utile» e dovrebbe quindi essere introdotto nell´Unione europea e promosso a livello internazionale. Questo sito web, è precisato, dovrebbe includere un registro degli operatori del mercato che rispettano i codici di condotta, delle loro comunicazioni e delle spiegazioni per il mancato rispetto. Infine, i deputati richiamano l´attenzione sulla necessità di superare gli ostacoli alla distribuzione transfrontaliera degli investimenti alternativi mediante l´introduzione di un regime europeo di investimento privato per gli investitori istituzionali. Le cause della crisi dei subprime La relazione rileva che la ragione primaria dell´attuale crisi dei subprime «non può essere attribuita essenzialmente ad un unico settore» e ricordando che ci vorrà del tempo prima che si possano capire in modo soddisfacente tutte le cause e gli effetti di tale crisi. Tuttavia elenca alcune delle «molteplici cause» della crisi: «le agenzie di rating, in particolare i conflitti di interessi delle agenzie per la valutazione di crediti, e la concezione sbagliata del significato di rating; le pratiche di prestito negligenti nel mercato immobiliare Usa; la rapida innovazione nel settore dei prodotti strutturati complessi; il modello"originate-to-distribute" e la lunga catena di intermediazione; l´avidità degli investitori, che mirano a profitti sempre più elevati, e una struttura di incentivi miope per quanto riguarda le remunerazioni; la mancata osservanza del dovuto processo di diligence; il processo di cartolarizzazione e di rating nel contesto di prodotti strutturati complessi, che ha portato a una sopravvalutazione di tali prodotti rispetto agli attivi sottostanti; i conflitti di interessi all´interno delle banche di investimenti americane, e la mancata regolamentazione delle stesse». Il dibattito che si svolgerà in Aula verterà anche sulla relazione di iniziativa legislativa stilata da Poul Rasmussen (Pse, Dk) che illustra delle raccomandazioni volte a migliorare la supervisione dei mercati finanziari. .  
   
 

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