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Notiziario Marketpress di Lunedì 22 Settembre 2008
 
   
  UNA STRATEGIA EUROPEA CONTRO L´OBESITÀ

 
   
  Bruxelles, 22 settembre 2008 - Etichette chiare, educazione alimentare e promozione del consumo di ortofrutta e dell´attività fisica. E´ questa la ricetta proposta da una relazione all´esame dell´Aula per contrastare la crescente "epidemia" di sovrappeso e obesità in Europa. Occorre anche riformulare alcuni prodotti per renderli più sani e svilupparne dei nuovi, limitare le pubblicità di alimenti nei programmi per bambini, eliminare le merendine dai distributori automatici nelle scuole e promuovere ricerca e prevenzione. Secondo le stime dell´Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2005 circa 1,6 miliardi di adulti (di età superiore ai 15 anni) erano in sovrappeso, mentre almeno 400 milioni di adulti erano obesi. L´oms prevede che entro il 2015 tali cifre saliranno, rispettivamente, a 2,5 miliardi e a 700 milioni. Inoltre, non meno di 20 milioni di bambini al di sotto di 5 anni erano in sovrappeso nel 2005. Sempre secondo l´Oms oltre il 50% della popolazione adulta europea soffre di sovrappeso o obesità. La relazione di Alessandro Foglietta (Uen, It) osserva anzitutto che il sovrappeso, l´obesità e le patologie legate all’alimentazione «assumono sempre più i caratteri di un´epidemia e sono tra i principali fattori di mortalità e di morbosità in Europa». Chiede pertanto che la questione dell´alimentazione sia presa seriamente in considerazione in tutte le politiche europee, ritenendo che «un approccio organico e multilivello sia il miglior modo per combattere l´obesità fra la popolazione dell´Ue». In tale contesto, sottolinea che l´Unione europea deve assumere un ruolo di guida nella definizione di un approccio comune e nella promozione delle migliori prassi e del coordinamento fra gli Stati membri. I deputati sono infatti persuasi che settori quali l´informazione per i consumatori, l´etichettatura, l´educazione alimentare, la pubblicità sui media e la produzione agricola «possano apportare un importante valore aggiunto europeo». Informare i consumatori e sviluppare prodotti più sani La relazione rileva che la disponibilità di informazioni esaustive sulle etichette è «cruciale» per consentire ai consumatori di scegliere tra un´alimentazione di maggiore o minore qualità. Accoglie pertanto con favore la nuova proposta per la revisione della direttiva 90/496/Cee sull´etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari, insistendo affinché l´etichetta risulti «visibile, chiara e facilmente comprensibile dai consumatori e preveda sulla parte anteriore della confezione un’etichettatura obbligatoria che utilizzi codici colore». Raccomanda poi che l´etichettatura nutrizionale si basi su una quantità di 100g/100ml per consentire ai consumatori di comparare il contenuto di nutrienti nei vari prodotti alimentari. I deputati ritengono che una politica orientata alla qualità dei prodotti alimentari può promuovere la salute e la riduzione dell´obesità. In tale contesto, sottolineano che il settore privato può apportare un contributo attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti più sani. I produttori alimentari sono poi invitati a impegnarsi maggiormente nella riformulazione dei prodotti ad alto contenuto energetico e di scarso valore nutrizionale, in modo da ridurre i grassi, gli zuccheri e il sale a favore di fibre, frutta e verdura. Ritenendo infatti che la riformulazione dei prodotti rappresenti «un potente strumento», i deputati accolgono con soddisfazione l´impegno volontario dei produttori ad applicare criteri nutrizionali nella formulazione dei prodotti alimentari. Limitazioni per le pubblicità rivolte ai bambini, anche su Internet e telefonini Per i deputati, l’industria dovrebbe usare particolare cura nella pubblicità di prodotti alimentari specificamente rivolta ai bambini. Anche perché le reclame di prodotti alimentari coprano circa la metà di tutta la pubblicità televisiva trasmessa in fasce orarie di visione frequentate dai bambini. In tale contesto, chiedono limitazioni per fasce orarie e quantitative della pubblicità di alimenti di scarso valore nutrizionale che abbiano i bambini come target specifico. Ogni restrizione di questo tipo, precisano, dovrebbe essere estesa alle nuove forme mediatiche quali i giochi online, i pop-ups e i messaggi su telefoni cellulari. Più in generale, invitano la Commissione a presentare proposte legislative più rigorose qualora il riesame della direttiva "Televisione senza frontiere" previsto per il 2010 decreti il fallimento dell´approccio volontaristico in essa contemplato per la pubblicità rivolta ai bambini di prodotti con scarso valore nutrizionale. Occorre poi indurre i fornitori di servizi mediatici a sviluppare codici di condotta per i messaggi commerciali audiovisivi inappropriati aventi per oggetto prodotti alimentari e bevande e, pertanto, gli operatori sono sollecitati a presentare iniziative concrete volte a attuare e rafforzare le disposizioni della direttiva. Più frutta nelle mense scolastiche, no alle merendine nei distributori automatici La relazione sottolinea che è soprattutto a livello della scuola che occorre attivarsi perché l´attività fisica e l´alimentazione equilibrata divengano parte integrante dello stile di vita del bambino. Chiede quindi lo sviluppo di linee guida sulle politiche nutrizionali per la scuola, e sulla promozione dell´educazione alimentare e invita gli Stati membri a inserire nei programmi scolastici i benefici dell’alimentazione equilibrata e dell´esercizio fisico. Gli Stati membri, gli enti locali e le autorità scolastiche dovrebbero inoltre monitorare e migliorare la qualità e gli standard nutrizionali dei menù delle scuole e degli asili d’infanzia, anche organizzando controlli di qualità presso i ristoratori e formulando orientamenti dietetici destinati alle mense. Occorre inoltre adattare le porzioni alle necessità e includervi frutta e verdura. A tale proposito, la relazione saluta con favore un eventuale progetto "Frutta nelle scuole" sostenuto finanziariamente dall´Unione europea, che consenta di distribuire nelle scuole maggiori quantitativi di frutta e verdura, «a condizione che ne venga controllata la qualità e la sicurezza chimica». I deputati incoraggiano poi l’abbandono della vendita di prodotti grassi, troppo salati o troppo zuccherati e con basso valore nutrizionale nelle scuole, raccomandando invece una maggiore disponibilità di frutta e verdura fresca nei punti vendita. Invitano quindi gli Stati membri, gli enti locali e le autorità scolastiche ad assicurare che i distributori automatici nelle scuole offrano alternative sane. Ritengono inoltre che ogni tipo di sponsorizzazione e di pubblicità per i prodotti ad alto contenuto di zuccheri, sale o grasso condotta nelle scuole, debba essere preventivamente richiesta alle autorità scolastiche e da queste esplicitamente accordata con la supervisione delle associazioni dei genitori degli allievi. Più sport nelle scuole e città che favoriscano l´esercizio fisico La relazione invita le autorità competenti a prevedere nel curriculum scolastici almeno tre ore la settimana di attività fisiche, a pianificare la costruzione di nuove strutture sportive pubbliche e a salvaguardare gli impianti sportivi già esistenti presso le scuole. Sollecita inoltre gli Stati membri a adottare linee guida definite da esperti sui modi per migliorare l´attività fisica fin dal periodo prescolare. Invita inoltre gli Stati membri e gli enti locali e regionali, nel quadro della programmazione urbanistica, a favorire l’esercizio fisico come routine quotidiana e in modo da creare opportunità che motivino la gente ad impegnarsi in attività fisiche durante il tempo libero. Tale risultato, è precisato, può essere conseguito con interventi a livello locale per ridurre la dipendenza dall’autovettura e incoraggiare la gente ad andare a piedi nonché realizzando idonei progetti edilizi misti (commerciali/residenziali), potenziando i mezzi pubblici di trasporto e realizzando parchi e strutture sportive accessibili, piste ciclabili ed attraversamenti pedonali. Un´attenzione specifica alle donne gestanti e in menopausa La relazione invita la Commissione e tutti i soggetti interessati a definire come priorità la lotta contro l´obesità fin dai primi anni di vita. Chiede inoltre campagne d´informazione che sensibilizzino le donne gestanti all´importanza di una dieta sana ed equilibrata e che rendano consapevoli le donne e i loro partner dell’importanza dell´allattamento al seno, rispettando però la libertà di scelta delle madri. Richiama poi l´attenzione degli Stati membri sulla necessità che i servizi sanitari nazionali promuovano servizi di consulenza nutrizionale specifica per le donne gestanti e le donne in menopausa, «dal momento che la gravidanza e la menopausa costituiscono due fasi importanti nella vita della donna in cui è maggiore il rischio di sovrappeso». Prevenzione, ricerca e campagne d´informazione. Bandire gli acidi grassi trans La relazione saluta con favore il Libro bianco sulla nutrizione come importante passo nella strategia generale volta a mettere un freno in Europa al crescente fenomeno e ad affrontare il problema delle malattie croniche legate all’alimentazione (malattie cardiovascolari, compreso l´infarto e l’ictus, il cancro e il diabete). Anche perché, ogni anno, poi, fino al 7% del bilancio sanitario nazionale dei paesi dell´Ue è destinato alla cura di malattie riconducibili all´obesità. Nel ribadire l’invito a tutti gli Stati membri di riconoscere ufficialmente l´obesità come malattia cronica, chiede di non stigmatizzare gli individui esposti a simili problemi sanitari e raccomanda agli Stati membri di assicurare cure adeguate a tali persone. Per i deputati occorre inoltre fare della malnutrizione, insieme all’obesità, una delle principali priorità nel campo della nutrizione e della salute, inserendola laddove possibile nelle iniziative di ricerca finanziate dall´Ue. Invitano poi la Commissione a sviluppare indicatori antropometrici e orientamenti europei sui fattori di rischio cardiometabolico legati all’obesità. E chiedono agli Stati membri di istituire un sistema che garantisca l’accesso a servizi qualitativamente elevati per la prevenzione, lo screening e il controllo del sovrappeso, dell’obesità e delle patologie croniche associate. Si dicono peraltro persuasi della necessità di un pieno riconoscimento delle qualifiche relative a professioni sanitarie quali "dietologo clinico" e "nutrizionista". La relazione invita la Commissione a promuovere le migliori pratiche e a lanciare campagne d´informazione sui rischi connessi all´obesità, richiamando soprattutto l’attenzione sui rischi cardiovascolari. Sollecita la Commissione a fornire informazioni sui rischi delle diete "fatte in casa", specie se comportano l´assunzione di farmaci anti-obesità senza ricetta medica e la invita a prestare maggiore attenzione ai problemi dell´iponutrizione, della malnutrizione e della disidratazione. La relazione chiede poi la messa al bando degli acidi grassi trans in tutta l´Ue, anche perché un loro consumo eccessivo (superiore al 2% dell´apporto energetico totale) è associato a un aumento significativo dei rischi di malattie cardiovascolari, e sollecita gli Stati membri dell´Ue ad attenersi e a scambiarsi buone prassi in materia di controllo del contenuto di determinate sostanze nei prodotti alimentari (ad es. Il sale). Rileva peraltro la necessità di prevedere speciali deroghe per i prodotti Dop (denominazione di origine protetta), Igp (indicazione geografica protetta), Stg (specialità tradizionale garantita), «in modo da preservare le ricette tradizionali». .  
   
 

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