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Notiziario Marketpress di
Venerdì 03 Ottobre 2008 |
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AL CASTELLO I BRONZETTI DEL RICCIO
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Dipinti, disegni, incisioni, marmi, bronzi, terrecotte, cristalli e oreficerie fanno rivivere a Trento uno spezzone di Rinascimento Italiano. La mostra, allestita fino al 2 novembre al Museo del Castello del Buonconsiglio e al Museo Diocesano Tridentino, mette in luce una selezione di opere di Andrea Brioso, detto Riccio per via della sua capigliatura, uno degli scultori più attivi di quel periodo, ma ancora poco conosciuto dal grande pubblico. Si potrà quindi ammirare la sua produzione in bronzo e in terracotta, con pezzi provenienti dall’Italia e dalle più prestigiose gallerie straniere, come la Ca’ d’Oro di Venezia, il Museo del Bargello di Firenze, la National Gallery di Washington e il Louvre di Parigi. Riccio, che nacque a Trento nel 1479 e poi si trasferì a Padova, è uno dei personaggi di spicco dell’incontro fra gli ambienti artistici che si è creato fra Padova, Venezia e Trento a cavallo del 1500, proprio quando i modelli elaborati da personalità come Donatello, Mantegna e Bellini hanno ceduto gradualmente il passo alle nuove tendenze portate dal Giorgione e dal Tiziano. Cresciuto quindi in una Padova dove gli insegnamenti di Donatello e Mantegna erano ancora vivissimi, Riccio operò con passione a un continuo confronto con i grandi modelli dell’antichità. Proprio per questo impiegava solamente la terracotta e il bronzo, due materiali “poveri” ma molto apprezzati nel periodo classico. La mostra «Rinascimento e Passione per l’antico. Andrea Riccio e il suo tempo» si divide in sezioni. La prima offre uno spaccato della personalità artistica di Bartolomeo Bellano, primo maestro del Riccio. La seconda pone i riflettori sulla tecnica della fusione in bronzo, nel quale il Riccio era una maestro. Tra le opere più note vi è il bronzetto raffigurante il “Pastore con la capra”, oggi custodito al Bargello di Firenze. La terza sezione vuole mettere in luce i rapporti tra Umanesimo Cristiano e Cultura Classica: in questo contesto si inseriscono i rilievi del Riccio con la “Leggenda della Croce”, e quelli provenienti dal monumento della Torre di San Fermo a Verona. La quarta parte è dedicata alle preziose sculture realizzate da molti artisti tra la fine del Quattrocento e il primo quarto del Cinquecento tra Padova e Venezia. Alcuni di essi si adoperarono anche alla Corte di Bernardo Clesio a Trento, negli anni che precedettero l’apertura del Concilio Ecumenico. Infine, al Museo Diocesano Tridentino, la formazione del Riccio viene studiata in relazione alla cultura umanistica di Giovanni Hinderbach, principe vescovo di Trento dal 1465 al 1486, e dei successori fino a Bernardo Clesio. Info: www. Buonconsiglio. It . |
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