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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Novembre 2008
 
   
  BAMBINI E CELLULARI: RAPPORTO DELL’OSSERVATORIO SULL’IMMAGINE DEI MINORI

 
   
  Mercoledì 29 ottobre è stato presentato a Milano, a Palazzo Marino, il Iv rapporto annuale dell’Osservatorio sull’Immagine dei Minori “Bambini e Telefoni Cellulari: il nuovo cordone ombelicale”. L’assessore del Comune di Milano Mariolina Moioli intervenuta a nome del sindaco Letizia Moratti ha detto: “Ringrazio l’Osservatorio sull’Immagine dei Minori per aver scelto Milano e Palazzo Marino per presentare il suo Iv rapporto. Il tema della relazione sempre più stretta tra i bambini e le nuove tecnologie, infatti, è molto sentito e Milano ha voluto avviare una seria riflessione. Ha voluto farlo – ha proseguito l’Assessore Moioli – tramite l’Osservatorio coinvolgendo importanti università italiane e con l’obiettivo di dare risposte sempre più mirate alle esigenze delle giovani famiglie”. L’italia è il Paese europeo in cui è forse più diffuso l’uso del telefono cellulare. Tutti gli indicatori mostrano che uso e abuso hanno ormai contagiato anche giovani e giovanissimi, al punto che i più importanti gestori di telefonia mobile spesso si rivolgono a quelle fasce di età con offerte commerciali ad hoc per le loro vere o presunte esigenze. Per questo l’Osservatorio sull’Immagine dei Minori promosso da I Pinco Pallino e coordinato da Daniela Brancati ha deciso di indagare su questo fenomeno, commissionando due ricerche complementari all’Università La Sapienza di Roma e all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. I gruppi di studio sono stati coordinati rispettivamente da Anna Maria Ajello, professore ordinario di Psicologia dell’Educazione e Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario di Tecnologia dell’Educazione. Dallo studio, condotto su un campione di ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori, emerge la doppia valenza di uno dei mezzi di comunicazione più diffusi tra i minori. I genitori lo regalano per controllare, i ragazzi lo usano per essere liberi. Il bisogno dell’acquisto è indotto principalmente dagli adulti, che in questo modo sedano l’ansia della responsabilità verso i propri figli quando sono lontani dalle mura domestiche. Il cellulare non permette di sapere dove sono, ma rassicura sul fatto che in caso di bisogno possono comunicare e permettere un controllo a distanza, continuo sia pur fittizio. Di contro, i ragazzi, consapevoli di dover pagare il prezzo di un monitoraggio più invadente da parte degli adulti, vivono il cellulare come il mezzo che permette una conquista maggiore degli spazi di autonomia. In questo modo il telefono diventa un vero e proprio prolungamento del rapporto minori - adulti, che assume nella ricerca la definizione di “telemothering”o “teleparentage”: in una parola, un nuovo “cordone ombelicale”. Ma il cordone ombelicale dovrebbe essere tagliato all’atto della nascita. Prolungarne l’esistenza significa impedire la crescita nell’autonomia e responsabilità dei minori. Alla discussione hanno partecipato fra gli altri Caterina Torcia di Vodafone, Fabio Di Spirito di Telecom, Maria Silvia Sacchi de Il Corriere della Sera e Daniela Brancati coordinatrice dell’Osservatorio. Ulteriori informazioni: http://www. Immaginedeiminori. It/?caricati=1222&totali=1222&percarrotonda=99&textfield1=%25&perc=98%2e772504091653.  
   
 

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